In Italia sono numerosi i musei realizzati con materiali e pratiche eco-friendly. Scoprite 10 imperdibili musei ecosostenibili da visitare durante le vostre prossime vacanze green

I musei sono tra gli edifici pubblici responsabili del maggiore spreco di energia. La responsabilità ambientale e l’attenzione verso l’utilizzo di pratiche green hanno portato alla nascita di numerosi musei ecosostenibili. Che si tratti di bioarchitettura o di adesione a piccole accortezze green come il risparmio energetico o l’installazione di pannelli fotovoltaici, i musei ecologici permettono di integrare la cultura con la sostenibilità, in un’ottica totalmente innovativa e attuale. Scopriamo insieme 10 musei ecosostenibili da visitare durante le vostre prossime vacanze green in Italia.

1. MuSe, Trento

MuSe Trento
MuSe, Trento, foto di Roberto Nova, Archivio Muse

Il MuSe, inaugurato a Trento nel 2013, è un museo ecosostenibile conosciuto ormai in tutta Italia e nel mondo. Situato all’interno del quartiere Le Albere, riqualificazione dell’ex area Michelin a Trento, il Museo delle Scienze di Trento progettato dal famoso architetto genovese Renzo Piano e dal suo studio Renzo Piano Building Workshop ha ottenuto il 13 giugno 2013 la certificazione LEED Gold, rilasciata dall’ente certificatore Green Building Certification Institute di Washington D.C. Si tratta del primo museo sostenibile italiano che ha ricevuto tale certificazione.

L’attenzione verso la sostenibilità ambientale è data dalle tecniche costruttive e dal risparmio energetico, oltre che da un ampio e diversificato ricorso alle fonti rinnovabili. Fondamentali sono state la scelta dei materiali eco-sostenibili e le modalità di costruzione, oltre alla progettazione di percorsi pedonali e servizi di trasporto che disincentivano l’utilizzo di mezzi privati a favore di una mobilità greenLa struttura si sviluppa su cinque piani più uno interrato e una serra tropicale, una vera e propria greenhouse che interpreta le biodiversità planetarie.

MuSe, spazi espositivi
Spazi espositivi del museo, foto di Matteo De Stefano, Archivio Muse

Nel museo sono presenti pannelli fotovoltaici e geotermici e il sistema degli impianti per il funzionamento dell’edificio è centralizzato e meccanizzato. Un sofisticato sistema di tende comandate da sensori di temperatura viene gestito in automatico per ridurre l’irraggiamento nelle ore estive e facilitarlo durante le giornate invernali. L’illuminazione e la ventilazione naturale, in alcuni spazi, permettono la riduzione dei consumi e la realizzazione di ambienti più confortevoli. Il sistema impiantistico fa inoltre uso di accorgimenti che aumentano le forme di risparmio energetico: la cisterna per il recupero delle acque piovane ha permesso di raggiungere risparmi cinque volte maggiori rispetto ad altri edifici di riferimento.

2. Mart, Rovereto

Cupola Mart, musei ecosostenibili
Cupola Mart, simbolo di Rovereto. Foto di Rachele Carloni

Ci troviamo sempre nei pressi di Trento, questa volta a Rovereto, dove è possibile visitare il Mart, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea. La collezione presente nel museo è estremamente ricca e varia dal Futurismo alla Metafisica, dall’Arte Povera all’Arte Concettuale, fino alle sperimentazioni più attuali. Inoltre, ogni anno vengono organizzate grandi mostre tematiche. La sede principale del Mart si trova tra due palazzi settecenteschi, in un edificio creato dall’architetto svizzero Mario Botta con la collaborazione dell’ingegnere roveretano Giulio Andreolli.

Per quanto riguarda le pratiche sostenibili, il Mart dispone di uno speciale software per il controllo delle luci che arreca un risparmio sulla bolletta elettrica del 25%.

Mart Rovereto
Mart Rovereto, foto di Jacopo Salvi

Inoltre, il 24 ottobre 2014 si è tenuto presso il Mart il convegno “Turismo Sostenibile & Expo 2015 – Arti e saperi per raccontare il territorio“. Si tratta del primo convegno a impatto zero organizzato all’interno della sala conferenze del Mart. Da tale data, sia aziende sia enti pubblici hanno potuto organizzare presso il Mart eventi e convegni certificati CO2 zero. Le emissioni prodotte per la realizzazione dei convegni sono state totalmente compensate con progetti di riforestazione che hanno valenza sia sociale che ambientale. Il Mart è stato dunque il primo museo in Italia ad offrire questo servizio, con l’intenzione di trasmettere un segnale di attenzione alle tematiche ambientali, anche per quanto riguarda scelte concrete quotidiane in occasione di un meeting o un evento. Il Mart non solo compensa le emissioni, ma promuove suggerimenti di buone pratiche sostenibili consigliando, ad esempio, di raggiungere il museo in treno.

3. Plessi Museum, Autostrada del Brennero

Plessi Museum
Plessi Museum via autobrennero.it

Dopo ore di guida in autostrada, perché non concedersi una pausa in un museo? Proprio così, lungo l’Autostrada del Brennero potrete fermarvi per una sosta all’insegna della cultura! Il Plessi Museum è stato inaugurato nel 2013 ed è il primo esempio in Italia di spazio museale in autostrada.

Il complesso architettonico, sviluppato su un’area di circa 13.000 metri quadri, rappresenta una sperimentazione formale e funzionale per trasformare una tradizionale area di sosta in un luogo dedicato alla cultura. Lo spazio museale ospita video, disegni e installazioni di Fabrizio Plessi, uno dei protagonisti dell’arte contemporanea internazionale che, oltre alle opere, ha anche curato gli allestimenti interni della struttura.

Plessi Museum, musei ecosostenibili
Plessi Museum, foto via autobrennero.it

Lo scopo del Plessi Museum è quello di rendere la sosta autostradale un’occasione per vivere un’esperienza culturale fuori dal comune, per ricordarci che la bellezza e l’arte possono essere trovate anche dove meno ci si aspetta. La struttura rappresenta quindi un’importante risorsa per il territorio e un suo strumento di valorizzazione.

Questa iniziativa culturale si inserisce in una serie di interventi e progetti che Autobrennero cura per rendere la percorrenza autostradale un’occasione per vivere esperienze significative di contatto con la cultura dei territori attraversati.

4. Explora, il museo no profit dedicato ai bambini, Roma

Explora, musei ecosostenibili
Foto di Explora Museo dei bambini di Roma via flickr

Le famiglie con bambini in visita a Roma possono vivere un’esperienza alternativa e sostenibile a Explora, un museo dedicato ai bambini che non riceve finanziamenti pubblici per la propria gestione, se non tramite bandi regionali, nazionali e internazionali a cui partecipa. La mission di Explora è quella di:

  • incoraggiare il naturale desiderio di apprendimento che è in ogni bambino con proposte ed esposizioni stimolanti, divertenti e studiate per le diverse fasce d’età;
  • offrire a genitori e bambini la possibilità di vivere insieme questa particolare e affascinante esperienza, che permette al bambino di crescere e all’adulto di ritornare bambino.

Anche per Explora l’attenzione per la sostenibilità ambientale è un aspetto fondamentale. Infatti, sono stati installati due impianti fotovoltaici che producono ogni anno 40mila kWh di elettricità pulita.

Il percorso Pesca Sostenibile

Pesca Sostenibile, Explora, musei ecosostenibili
Pesca Sostenibile, Explora

Pesca Sostenibile è un percorso interattivo, realizzato da Explora in collaborazione con Findus, per scoprire e sperimentare la conservazione dell’ambiente marino. Il percorso nasce dal desiderio di promuovere il tema della pesca sostenibile sensibilizzando i bambini in modo innovativo attraverso il metodo del learning by doing.

L’obiettivo è quello di insegnare ai bambini i tre principi fondamentali di MSC (Marine Stewardship Council), la più importante organizzazione nell’ambito della tutela degli ecosistemi marini e pesca sostenibile. Secondi i tre principi la pesca dovrebbe:

  • lasciare in mare abbastanza pesci per permettere loro di riprodursi, affinché l’attività di pesca possa proseguire nel tempo;
  • essere effettuata in modo da minimizzare il suo impatto, consentendo alla flora e alla fauna marina di prosperare;
  • essere gestita dalle aziende in modo responsabile e nel rispetto delle leggi vigenti.

In questo modo i bambini si avvicinano in modo creativo e divertente a temi importanti come la necessità di salvaguardare gli stock ittici, l’impatto sull’ecosistema marino e il rispetto delle norme.

5. Ecomuseo Terra del Castelmagno, Valle Grana

Castelmagno
Castelmagno, foto di Chandarfei via flickr

La Valle Grana si trova in Piemonte ed è la patria del famoso e rinomato formaggio Castelmagno. In questo territorio è situato l’Ecomuseo Terra del Castelmagno, un museo nato nel 2007 con il desiderio di ripristinare antichi percorsi di collegamento, evidenziare luoghi, valorizzare e far scoprire attività tradizionali. Questo territorio dove viene prodotto uno dei formaggi più rinomati del nostro Paese è poco noto, ma ha valorizzato e integrato sapientemente i luoghi della produzione che hanno caratterizzato l’economia della zona. Il caseificio di Pradleves è il cuore dell’ecomuseo, dove gli antichi spazi di lavorazione accolgono laboratori di produzione del formaggio.

L’obiettivo è stato quello di realizzare un progetto integrato, rivolto non solo al mondo del Castelmagno, ma anche a tutte quelle attività che caratterizzano l’economia di valle: l’architettura, la lavorazione del legno, l’estrazione delle ardesie, la coltivazione e macinazione di cereali e castagne, le fucine e la vecchia centrale idroelettrica.

Valle Grana
Valle Grana, foto di federico ulisse via flickr

L’ecomuseo racconta la storia della terra come suolo, come superficie, ma anche terra come luogo caratterizzato dalla cultura occitana, da stili e abitudini di vita. Il legame col territorio si manifesta con orgoglio e consapevolezza.

Oltre a tutto ciò è possibile percorrere diversi itinerari in bici, che si snodano nell’ambiente agricolo immacolato della valle tra frutteti, pascoli, boschi di castagno, prati di tarassaco alla scoperta di altri luoghi della memoria e della produzione, come la Cascina Rosa, tradizionalmente legata al baco da seta e dedita alla produzione di miele bio.

6. MMM Corones, Plan de Corones

MMM Corones, Plan de Corones, musei ecosostenibili
MMM Corones, foto di Luca Scaramuzza via flickr

Situato sul Plan de Corones (2275 m), il MMM Corones, sesto e ultimo dei Messner Mountain Museum, è un museo dedicato all’alpinismo tradizionale.

L’idea per il museo è nata per sfruttare tutto l’anno gli impianti di risalita e le infrastrutture ubicate sul Plan de Corones, una delle montagne a uso sciistico più note in Alto Adige. La vista che si gode dall’edificio è mozzafiato e lo sguardo spazia in tutte e quattro le direzioni cardinali. I protagonisti di questo progetto, l’incomparabile architetta e designer Zaha Hadid e l’alpinista di fama mondiale Reinhold Messner, hanno voluto creare un’opera architettonica unica, oltre che una vera e propria attrazione per la regione.

MMM Corones, Musei Ecosostenibili
MMM Corones, foto di Aydin Hassan via flickr

Il Plan de Corones è una montagna intensamente antropizzata e quindi il museo non si inserisce in un contesto ambientale intonso, ma cerca di sfruttare al meglio le infrastrutture esistenti durante tutto l’anno. Reinhold Messner ha affermato che: “essere sostenibili non significa unicamente preservare una natura incontaminata ma anche quella modellata dalle attività umane nel giro dei millenni, come accade appunto in Alto Adige, una regione che tanto del suo fascino deve proprio all’attività umana in armonia con il paesaggio.

Sempre in tema di sostenibilità, il 23 luglio 2016, durante la cerimonia di apertura del museo, è stata consegnata la targhetta CasaClima dall’architetto Luca Devigili al presidente Skirama Plan de Corones, il dottor Matthias Prugger. Il MMM Corones è quindi il primo museo italiano in classe A.

7. Ecomuseo delle Miniere di Gorno

Veduta di Gorno dall'alto
Gorno vista dall’alto, foto via ecomuseominieredigorno.it

Ci troviamo ora a Gorno, in una valle immersa nella natura in provincia di Bergamo. L’attività principale della comunità di Gorno è stata, per molti secoli, quella estrattiva. Il mondo minerario è stato qui sempre fortemente legato a quello rurale, agli alpeggi e al governo del bosco. I minatori fuori dalla galleria accudivano le bestie, producevano formaggio per la famiglia, andavano per legna e per erbe.

Oggi tutte le sfaccettature della valle si possono esplorare visitando l’Ecomuseo delle Miniere di Gorno, il cui obiettivo principale è quello di rinsaldare il legame della comunità locale con le proprie radici. Interventi di ricerca, salvaguardia e valorizzazione della cultura del territorio sono i focus principali del museo.

Miniere di Gorno
Miniere di Gorno, foto di maubot1112 via flickr

Per valorizzare al massimo questo ricco patrimonio culturale e paesaggistico, si è scelto di affrontare 4 temi lungo il percorso ecomuseale:

  1. miniere e minatori
  2. territorio e natura
  3. storia, tradizione e fede
  4. vecchi borghi e fontane

Il Museo delle Miniere di Gorno è stato allestito esclusivamente con materiale originale, dato da privati compaesani o recuperato dai siti ex-minerari, salvandolo da sicura scomparsa.

8. Museo Salvatore Ferragamo, Firenze

Museo Salvatore Ferrafamo, musei ecosostenibili
Museo Salvatore Ferragamo, foto di Merche Pérez via flickr

L’ultimo ecomuseo che vi suggeriamo di visitare è il Museo Salvatore Ferragamo a Firenze. Proprio così, anche la moda può fare la sua parte per la sostenibilità ambientale. Nel 2016 il Museo Salvatore Ferragamo è stato premiato come primo museo aziendale Green d’Italia, ottenendo lo standard internazionale ISO 14064, legato alla rendicontazione delle emissioni di CO2 legate alle proprie attività. Negli ultimi anni il museo ha ottenuto altre numerose certificazioni riguardanti gli approcci sostenibili che ha adottato, ponendosi come obiettivo quello di affrontare i temi della sostenibilità attraverso la moda e l’arte.

Sustainable Thinking

La mostra Sustainable Thinking racconta la moda sostenibile con un percorso narrativo tra sculture, abiti, scarpe e composizioni, con l’intento di dare un tocco artistico al tema. La mostra nasce da un’idea di Stefania Ricci, direttrice del museo e della Fondazione Ferragamo. Si tratta di un insieme di opere di artisti e designer della moda in cui il richiamo ai tessuti naturali è l’elemento protagonista. Nel 2019 la mostra ha ottenuto la Certificazione ISO 20121, che definisce i requisiti di un Sistema di Gestione per l’organizzazione sostenibile degli eventi. Particolare attenzione è stata posta alle fasi di progettazione e allestimento, alla scelta di fornitori locali, all’integrazione dei concetti di sostenibilità ambientale, recupero e riutilizzo.

Museo Salvatore Ferragamo, "EQUILIBRIUM"
Museo Salvatore Ferragamo, “EQUILIBRIUM”, foto di BcnCoolHunter via flickr

Rainbow Future e la collaborazione tra Ferragamo e Orange Fiber

Nel 2018 Rainbow Future, reinterpretazione dell’iconico sandalo Rainbow del 1938, ottiene la Certificazione ISO 14067, in virtù della quale è possibile quantificare le emissioni dovute alla sua realizzazione e compensarle tramite progetti di riforestazione, rendendo il progetto “carbon neutral”.

Anche la collaborazione tra Salvatore Ferragamo e Orange Fiber è stata di fondamentale importanza per il mondo della sostenibilità, grazie alla produzione di una collezione di abiti e accessori dal profumo di Sicilia, realizzati con il tessuto ottenuto dagli scarti delle arance.

La moda responsabile può dunque diventare una nuova forma artistica da ammirare e verso cui puntare.

Una vacanza green alla scoperta dei migliori musei ecosostenibili d’Italia

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Immagine di copertina: MuSe, Trento via pixabay


Autore: Giada de Bernardis

Ciao! Mi chiamo Giada e ho 24 anni. Sono nata e cresciuta a Genova, ma attualmente vivo a Trento per motivi di studio. Grazie alla mia passione per i viaggi ho iniziato a condurre uno stile di vita più sostenibile e rispettoso nei confronti dell'ambiente che ci circonda. Penso che sia fondamentale creare consapevolezza sull'importanza delle vacanze in armonia con la natura e mi piacerebbe poter condividere le mie idee con più persone possibili!
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