“Il pellegrino è colui che cerca, accettando l’incalcolabile rischio di trovare veramente. Perché trovare significa non essere più quello che si era prima. È cambiare. È morire. Per rinascere” (Davide Gandini)
Per i più la Via Francigena è quell’ideale percorso che da Canterbury accompagnava a Roma i pellegrini crisitani, alla ricerca della perduta Patria Celeste, in chiave religiosa. Il pellegrino, da noi, si confonde con il fedele, perdendo la valenza laica ed universale della possibilità e del mutamento interiore.
Lasciatevi proporre un punto di fuga differente, un’ottica nuova, di riscoperta del territorio e dello spirito, a piedi: lontano dall’eucarestia mistica del percorso verso Dio, ecco un piccolo cammino da intraprendere per ritrovare se stessi e disfarsi dei pesi, da soli o in compagnia. Condividendo attimi di viaggio e di vita con un diario spiegazzato o rincorrendo l’incendio di albe e tramonti che la nostra meravigliosa Italia può regalare.
Camminiamo insieme lungo i lastricati e i sentieri che la Via Francigena offre ai piedi dei turisti, quei turisti dolci, lenti, troppo spesso definiti slow. Tutto l’itinerario che disegnamo è segnalato con dovizia e cura, tanto da essere completamente percorribile con l’unico ausilio della segnaletica verticale.
Perché un viaggio a piedi
Camminare a piedi, lungo i percorsi meno battuti dall’avidità umana è di per sé un gesto coraggioso, eroico. Chi cammina nella natura ha in generale l’impressione di riappropriarsi del proprio tempo, si riappropria del proprio spazio, e si rende conto meglio di altri di quale prezzo stiamo pagando alla modernità e agli agi.
Altra curiosità del viaggio a piedi è la gratuità intrinseca a questo metodo di spostamento. Camminare non costa nulla e spesso, nei secoli, si è consolidata l’abitudine a fornire riparo e nutrimento ai viandanti in cambio di notizie e saperi. Una rivisitazione in chiave moderna del mito della trasmissione orale del sapere. Oggi, l’avvento dei mass media ha introiettato nelle nostre menti la falsa impressione di non avere più bisogno della trasmissione orale. Ma la storia di vita vissuta di un camminatore errante può aprirci mondi e immagini lontante e differenti. Può consentirci di raccogliere informazioni dirette anziché mediate. Può aiutarci a ricordare il significato profondo dell’Accoglienza.
Viaggere a piedi senza soldi, confidando nella generosità delle persone e/o in organizzazioni in grado di accogliere gratuitamente i pellegrini, insomma, è il metodo ad impatto zero per eccellenza, la vera sostenibilità di intenti e cuore.
La Via Francigena della Lunigiana
Si può idelamente partire dalla puntigliosa Liguria. Il borgo di Groppodalosio si trova in Valdantena, lungo l’antico tracciato della Via Francigena che proprio sotto il paese attraversa un ponte in pietra medievale ad un’unica arcata, una delle attrazioni principali del percorso in Lunigiana. Da qui è possibile cominciare a camminare, magari lasciando l’auto nei dintorni, bypassando la tappa di Berceto e camminando per ore attraverso suggestioni storiche e spirituali, ma anche ambientali.
La discesa tra Liguria e Toscana è accompagnata da ulivi e cipressi, il paesaggio torna ad addolcirsi e si potrà sostare ad ammirare la Pieve di Sorano e l’abbazia di San Caprasio, il borgo-castello di Bibola e la Pieve di Sant’Andrea a Sarzana.
La Via Francigena senese
La via Francigena prosegue implacabile e si “imbaionetta” tra filari di cipressi guardinghi e ordinati. Stiamo per giungere nelle terre di Siena, itinerario considerato tra i più suggestivi e belli della Francigena.
San Gimignano alletta con le sue torri e la sua silhouette fiabesca. Come nel medioevo il rosso–ocra della terra di Siena accompagna sui sentieri che portano nella Valdelsa con la splendida Badia romanica di Coneo, Colle Val d’Elsa e Monteriggioni, bellissima cittadina medioevale circondata da una imponente e intatta cinta muraria.
Passando per Siena si prosegue in direzione sud. La Val d’Arbia si presenta con le dolci colline delle crete senesi, si comincia a scrivere la storia della Via Francigena: edifici nati a servizio della strada come alberghi e spedali, pievi, canoniche e badie, strutture fortificate come la grancia di Cuna, un tempo deposito di granaglie per l’ospedale di Santa Maria della Scala di Siena. Buonconvento con il suo bellissimo centro storico, situato nel cuore delle Crete accoglie i visitatori con un abbraccio caldo. Si prosegue in Val d’Orcia, verdi dune di erba morbida. Colline di bambagia che si rincorrono lente, in uno spazio etereo. I piedi più provati potranno trovare ristoro presso numerose strutture ricettive ecosostenbili nella zona. Indiscussa bellezza nostrana, accoccolata su un colle, saluta i viandanti in direzione Bagno Vignoni, autentica perla.
Si prosegue ancora, all’inseguimento delle lusinghe grossetane, ammiccando alla Maremma, dall’alto dei crinali la strada si inoltra nel verde, costeggiando la via Cassia, passando per le Briccole, antico ospedale e stazione citata da Sigerico come Abricula. Attraversato il torrente Formone, si risale il crinale su una strada asfaltata, passando per i casali Le Conie, fino alla rocca di Radicofani.
La discesa da Radicofani lungo la vecchia Cassia è uno dei tratti più belli ed emozionanti dell’intera Via Francigena: tutto attorno colline a perdita d’occhio e il Monte Amiata, alle spalle la Rocca.
Da Radicofani la strada scende nella valle del torrente Rigo per congiungersi alla vecchio tracciato della Via Francigena all’altezza dell’omonimo ponte nei pressi della confluenza col fiume Paglia.
Giunti a Ponte a Rigo si percorre qualche chilometro di asfalto prima di entrare nel Lazio, e percorrere una strada sterrata che regala splendidi panorami sulla val di Paglia, fino a Proceno.