Quali erbe selvatiche raccogliere e cucinare? Scoprilo in questa guida alla raccolta e all’uso delle erbe selvatiche in primavera o estate
In primavera e in estate le giornate di sole abbondano. Quale occasione migliore per avventurarsi tra i boschi, o anche in un semplice parco, per raccogliere un po’ di erbe selvatiche?
Approfittiamo della bella stagione ed usciamo di casa armati di cestini alla ricerca di qualche fiorellino o fogliolina da utilizzare per qualche gustosa ricetta. Raccogliere erbe selvatiche significa riappropriarci del rapporto con la natura, e ricordarci che scegliere cibi di stagione è la scelta ottimale per la nostra salute.
Ma come riconoscere una pianta commestibile da una non commestibile? Se sorgono dei dubbi è sempre meglio portarsi dietro un piccolo manuale di botanica, specie per i più inesperti, elettronico o cartaceo che possa dirci in tempo reale quali piante fanno bene per la nostra salute, è vero infatti che molte piante, specie quando non hanno ancora il fiore, si somigliano ed è meglio quindi avvalersi di qualche indicazione per non avere spiacevoli sorprese in futuro. Una volta che ci siamo assicurati della non tossicità della pianta possiamo procedere alla sua raccolta ricordandoci di rispettare la biodiversità e magari facendo scorte maggiori di piante che crescono tutto l’anno piuttosto che estirparne alcune che spuntano meno frequentemente e magari possono essere a rischio.
Le erbe spontanee e alcuni fiori di campo possono essere ottimi ingredienti per le nostre insalate, possono essere cotte a vapore o aggiunte a frittate, zuppe o farinate. Possiamo anche decidere di essiccarle per farne squisiti infusi e tisane per l’inverno.
Ecco una lista di erbe selvatiche che è possibile raccogliere tra la primavera e l’estate e con cui realizzare appetitose zuppe, insalate o semplici condimenti:
1. La Melissa: l’erba spontanea del buonumore
Pianta spontanea perenne di cui sono ghiotte le api, è conosciuta sin dall’antichità per le sue proprietà calmanti e benefiche sull’umore.
Cresce nei pascoli e nei prati. Ottima per preparare insalate, frittate, per arricchire macedonie e nelle preparazioni salate a base di funghi.
Si può utilizzare come infuso, similmente alla camomilla, per le sue ottime proprietà calmanti e sedative. Una tisana di melissa con un cucchiaio di miele è anche un utile rimedio per prevenire il raffreddore.
2. La Robinia: i suoi fiori sono squisiti in insalata
La robinia un arbusto amante dell’umidità che si sviluppa molto velocemente fino a diventare quasi infestante. La robinia fiorisce in primavera regalando grappoli di splendidi fiori bianchissimi e profumati su cui si posano con le api che producono un delizioso miele d’acacia.
Proprio i fiori sono ottimi consumati freschi nelle insalate, pastellati e fritti o nelle frittate. Attenzione alle altre parti della pianta: semi, corteccia e radici sono tossici!
3. Il rovo: una pianta selvatica dai frutti prelibati
I germogli e i frutti di questa pianta spontanea perenne sono prelibatissimi e dolcissimi.
I primi si raccolgono in maggio e sono ottimi crudi in insalata, mentre le more raggiungono la piena maturazione tra agosto e settembre.
Il rovo cresce spontaneamente nei terreni incolti e nei boschi ma è facile trovarlo anche lungo i sentieri di campagna.
4. Il sambuco: l’erba selvatica dalle proprietà diuretiche
Il sambuco cresce prevalentemente nei luoghi freschi, vicino ai torrenti o ai fiumi, ma è facile scorgerlo anche nei prati e sui cigli delle strade.
è conosciuto soprattutto per le sue proprietà diuretiche, ma è adatto anche per essere incorporato in svariate preparazioni gastronomiche.
Con la fioritura di maggio, infatti, è possibile preparare il succo di fiori sambuco, una bevanda zuccherina e aromatica davvero indicata per i primi caldi o per accompagnare dessert e frutta fresca.
5. Lo spinacio selvatico: l’erba benefica contro l’anemia
Prima che fiorisca, lo spinacio selvatico può essere raccolto durante tutto il periodo primaverile per utilizzarne i germogli più teneri.
Lo si trova più facilmente vicino ai pascoli e in generale nei terreni e nei prati che abbondano di sostanze nutritive. Può essere consumato fresco a crudo, soffritto in padella o lessato. Contiene molto ferro, per questo è consigliato contro l’anemia.
6. L’ortica: mille ricette per quest’erba selvatica
Protagonista assoluta della cucina naturale basata sull’uso delle erbe selvatiche commestibili, l’ortica si presta a mille piatti e ricette ed il periodo migliore per raccoglierla è proprio quello primaverile. Se ne può utilizzare praticamente ogni parte, ma in cucina è preferibile servirsi delle cime più fresche e tenere. Essendo un’infestante, la si trova praticamente ovunque, specie nei terreni incolti e umidi e lungo i sentieri. Dai risotti, alle zuppe, fino ad arrivare agli sformati, l’ortica vi stupirà per il suo sapore ricco e aromatico. Unica raccomandazione per la raccolta: munirsi di guanti e secchiello per evitare spiacevoli incidenti.
7. L’erba alliaria: l’erba spontanea con l’aroma dell’aglio
Predilige i terreni boschivi e, come si intuisce dal nome, il suo aroma e sapore ricordano vagamente quello dell’aglio. L’erba alliaria è una pianta spontanea perenne che si raccoglie prevalentemente da maggio in avanti, estremamente digeribile, delicata e utilizzabile in mille modi diversi.
In cucina, infatti, l’alliaria è utilizzabile in tutte le sue parti: i fiori bianchi si possono gustare a crudo nelle insalate; i semi per aromatizzare zuppe e minestre visto che il loro profumo ricorda quello speziato della senape; le foglie arricchiscono i sandwich e gli infusi, succhi, pesti a crudo, zuppe, minestre o per insaporire torte salate e piadine.
8. La cicoria: erba selvatica ricca di vitamina C
E’ una pianta comunissima in pianura, di essa si mangiano sia le foglie (crude o cotte) che i giovani germogli.
Le foglie della cicoria sono ottime in insalata, sopratutto se amate il loro sapore amaro. Sono anche molto utilizzate in alcuni piatti di cucina tradizionale, ad esempio le “nfcate”, ricetta tipica della Puglia.
9. Il dente di leone o Tarassaco: depurativo e ricco di vitamine
Le sue foglie amare e con alto contenuto di ferro sono commestibili e ottime. Le rosette delle foglie basali si mangiano cotte condite con un filo di olio.
I petali gialli dei fiori di Tarassaco possono essere aggiunti in insalate e frittate, o anche cucinati in risotto.
10. La piantaggine: l’erba selvatica che previene il raffreddore
Diffusissima ai bordi dei sentieri, nei prati di montagna e nelle zone incolte; è ottima mangiata cotta in associazione ad altre erbe o usando le sue foglie più giovani crude raccogliendo le rosette più tenere da fare in insalata oppure in farinate o frittate. O ancora in ravioli e torte salate, ad esempio nella cucina tipica Ligure.
Essendo una perenne è possibile raccoglierla tutto l’anno e data la sua diffusione non c’è timore di raccoglierne in quantità tale da comprometterne la sopravvivenza.
La piantaggine ha proprietà antinfiammatorie, è utile ad esempio per prevenire il raffreddore, ed è ricca di ferro.
Quali erbe selvatiche raccogli e come preferisci utilizzarle? Raccontacelo commentando l’articolo!