La storia di Bisos è una storia di rinascita, di gente che non si è mai arresa e ha lottato per ridare vita al piccolo paesino di Paulilatino, nel cuore della Sardegna centrale. Partiamo alla scoperta di questo luogo magico.
Bisos, in lingua sarda, significa sogni. Ed è proprio questa la storia dell’antica dimora dell’800 di cui vi vogliamo parlare: un sogno diventato realtà, un sogno a cui gli abitanti del luogo non hanno mai smesso di credere.
Siamo a Paulilatino, nel centro della Sardegna, lontani dal turismo di massa della Costa Smeralda e immersi nella natura selvaggia dell’entroterra sardo.
Paulilatino, alla scoperta di un piccolo borgo con tanto da raccontare
La storia di Bisos nasce a Paulilatino, un piccolo borgo di 2300 abitanti in provincia di Oristano. Circondato da sugherete, macchia mediterranea, oliveti e vigneti, Paulilatino occupa la parte meridionale dell’altopiano basaltico di Abbasanta. Nel Medioevo, il piccolo paesino era il centro principale dell’antica regione del Guilcer.
Paulilatino offre scorci incontaminati e preziose testimonianze preistoriche: tra queste vi sono ben 110 siti nuragici tra cui spicca, a 4 km dal paese, il Santuario di santa Cristina (XII-VIII secolo a.C.), uno dei più prestigiosi esempi di architettura nuragica sacra. Il Santuario sorge in un parco con ulivi secolari, che prende nome dalla chiesetta campestre di santa Cristina, risalente all’XI secolo.
È in questo museo a cielo aperto che sorge Bisos, un posto magico pieno di storie raccontate intorno a un camino, di profumi di torte, dei suoni delle campanelle dei cavalli nei giorni di festa, all’ombra del grande olmo.
Scopriamo assieme l’incredibile storia di Bisos e il suo modello di accoglienza di ospitalità diffusa.
Bisos, un’antica dimora dell’800 ristrutturata per ridare vita al borgo
In questo ambiente rigoglioso sorge Bisos, un’antica dimora ottocentesca che appartiene alla famiglia Urgu da quasi 200 anni. È stata recentemente recuperata con le più avanzate tecniche della bioedilizia, in maniera ecologica e sostenibile. Tecniche e materiali ecologici hanno reso l’edificio funzionale e con buone prestazioni di comfort, pur conservando le testimonianze storiche e architettoniche. Bisos mantiene l’architettura di una casa signorile tradizionale, sia nella struttura che nella scelta degli arredi e delle suppellettili, la cui realizzazione ha coinvolto numerosi artigiani locali.
Le stanze, sei in totale (più una per i disabili), identificate con i nomi dei colori in lingua sarda, sono impreziosite da soffitti con volte a tela o affrescati e pavimenti particolarissimi che risalgono ai primi decenni del ‘900. All’interno di una camera sono stati lasciati a vista i mattoncini del 1860, i primi prodotti industriali in arrivo da Marsiglia.
Gli arredi si ispirano alla cultura sarda e ne esaltano i materiali, come le lane con colori naturali che avvolgono le testate dei letti o i tendaggi artigianali. I copriletto sono in lana di orbace, così come le coperte, che ancora vengono usate per mantenere la temperatura durante la lievitazione del pane fatto in casa prima della cottura. Le tende, poi, sono di un tessuto leggero, che richiama quello usato un tempo per coprire il pane già cotto.
Qui capirete cosa significa vivere la Sardegna più autentica e vi immergerete in un ambiente ricco di tradizioni secolari e storie da raccontare.
Una struttura eco-friendly
Se siete dei viaggiatori green e volete ridurre l’impronta ecologica durante le vostre vacanze, Bisos è il posto giusto per voi!
- La struttura dispone di coibentazione con fibra di legno, intonaci in calce, finestre in legno provviste di vetri che impediscono il surriscaldamento, impianto termico che trasmette il caldo e il freddo attraverso il pavimento, il soffitto e le pareti. L’aria interna è ricambiata 24 ore su 24 con il controllo dell’umidità relativa.
- I bagni hanno rubinetti a risparmio idrico.
- Le pulizie vengono fatte con l’uso di detersivi naturali.
- Inoltre, per l’illuminazione si utilizzano esclusivamente lampadine a led e l’impianto è dotato di sensori per lo spegnimento automatico.
- A breve quasi tutta l’energia necessaria sarà prodotta da un impianto fotovoltaico sul tetto.
Il modello di Ospitalità Diffusa per rilanciare l’economia locale
Bisos utilizza un modello di accoglienza sempre più in voga sul mercato turistico: quello dell’ospitalità diffusa. Francesco Urgu, bioarchitetto e ideatore del progetto Bisos, si è posto l’obiettivo di fare rete e coinvolgere tutta la comunità e il territorio. Infatti, Paulilatino e i suoi dintorni sono ricchi di risorse archeologiche, culturali e naturalistiche che hanno molto da offrire ai viaggiatori green.
Quella che propone Bisos è un’idea di ricettività che coinvolge l’intero borgo e i suoi abitanti, facendo sì che i turisti riescano ad immergersi completamente nella realtà quotidiana del luogo entrando a contatto con lo stile di vita dei residenti.
Per realizzare il progetto Bisos, Francesco Urgu si è ispirato alla filosofia di un turismo sostenibile. Il primo passo per coinvolgere la comunità ha riguardato la ristorazione diffusa. La struttura non dispone di un ristorante, perciò gli ospiti possono andare a pranzo e cena dalle famiglie che vorranno accoglierli e mangiare con loro. Questo è un modo amichevole per conoscere i piatti tipici sardi ed entrare in contatto con la storia e le tradizioni locali.
Francesco afferma che, per incentivare l’economia locale, dovrebbero nascere altre realtà come Bisos in paese. Paulilatino ha già visto un forte aumento di turisti, che accorrono numerosi per visitare il paese e le sue importanti attrazioni come il Santuario di Santa Cristina, con il suo pozzo sacro e l’affascinante culto delle acque diffusissimo nella Sardegna antica, o la Cascata di Sos Molinos, a una quindicina di km da Bisos.
Un soggiorno indimenticabile nel centro della Sardegna
La storia di Bisos è un grosso esempio per tutte quelle piccole località che non perdono la speranza di poter rinascere e riacquistare importanza turistica.
Vi è piaciuta la storia di Bisos e del piccolo paesino di Paulilatino? Siamo curiosi di sentire la vostra opinione!
Immagine di copertina: Monte Arci, foto di Maurizio Littera via flickr