Dalla sommità di un’altura, come a voler sorvegliare tutto intorno, si staglia superbo il Santuario di Nostra Signora della Guardia. Chi arriva da Genova, all’altezza di San Quirico non può non fare caso a questo antico edificio mariano, che dall’alto dei suoi 770 metri, sulla vetta del monte Figogna, cattura tutti gli sguardi su di se.

La Guardia, luogo di apparizione della Madonna, nel lontano 1490, è dotata a quei tempi soltanto di un’unica via di accesso impraticabile. Meta fin dall’inizio di continui pellegrinaggi, necessita ben presto di una strada sterrata, che però non agevola di molto chi vuole recarsi in adorazione.

Allora come arrivare?…questo si deve essere chiesto chi da sempre bazzica da queste parti… finché un giorno, grazie ad un imprenditore piacentino e un tecnico delle ferrovie di Piacenza, si concretizza un magnifico progetto, che permette l’ascesa al monte, la guidovia della Guardia.

Ma andiamo per ordine!

Le difficoltà iniziali e il periodo d’oro

La storia di questa guidovia è costellata da non pochi episodi che ne hanno rallentato e più volte arrestato i lavori.
Il primo progetto di una ferrovia a dentiera, risale al 1883, ma abbandonato fin da subito per cause sconosciute. Un secondo tentativo ad opera della “Società Cooperativa per la costruzione ed esercizio della ferrovia elettrica al Santuario di N.S. della Guardia”, che prova nell’impresa, nel 1905, si deve fermare, a seguito di una serie di difficoltà. L’idea nel 1913 di realizzare una funivia, è abbandonata anch’essa, all’inizio dello scoppio della Grande Guerra. Gli unici mezzi disponibili restano, quindi, le carrozze trainate da muli o buoi.

Punto di riferimento dei fedeli Cristiani di Genova e dintorni, questo Santuario ha rappresentato da sempre un luogo difficilmente raggiungibile, fino a quando un giorno, a seguito delle preghiere alla Madonna della Guardia, Carlo Corazza, giovane imprenditore piacentino affetto da una malattia ai polmoni, che lo condannava, guarisce, invece, del tutto. Egli fa una promessa che, in caso di una totale guarigione, risolve di certo l’annoso problema del collegamento, e così avviene!

Alla fine del 1924, l’imprenditore costituisce la Società Anonima Ferrovia Santuario della Guardia, assumendo la carica di presidente. Nel 1929 l’impianto a seguito di una spesa di 7 milioni di lire, viene così completato.
Il progetto della guidovia viene affidato ad un tecnico di Piacenza, Alberto Laviosa, che in quegli anni aveva già costruito con successo altri modelli. Il modello doveva sopperire alla necessità di superare un’acclività del percorso intorno al 6 – 7% , quindi viene fornito di ruote gommate, che aderiscono meglio al cemento che si trova ai lati dei binari.

L’inaugurazione avviene il 28 luglio 1929, la cerimonia si celebra nella stazione di Serro da cui lo stesso giorno parte il primo convoglio. Solo nel giugno del 1934, però, l’autoguidovia raggiunge il Santuario.
La vettura realizzata, raggiunge una velocità massima di 15 km/h per la sicurezza dei viaggiatori e offre 18 posti a sedere e 40 in piedi.

Nel periodo di massimo splendore, diversi convogli si succedono durante la giornata e divertenti scene appaiono agli astanti, come quando per il sovraffollamento, la gente rimane all’esterno della vettura, in piedi sui predellini attaccati “a grappoli”, pur di non perdere la corsa. Nell’anno Santo 1950, durante le festività, viaggiano sulle carrozze oltre 3000 persone al giorno. Nel 1954 si registrano 173.000 viaggiatori in un anno. Numeri formidabili!

L’avvento delle autovetture su larga scala e la costruzione di una nuova strada, hanno condannato in breve tempo questo bellissimo e panoramico mezzo di trasporto, sempre meno utilizzato e diventato ormai antieconomico. L’ultima corsa avviene il 31 0ttobre 1967.

 

Oggi il percorso rinasce nel segno del viaggio lento

A distanza di quasi 50 anni, dall’ultima corsa della guidovia, quello che rimane di questa tratta non è sempre percettibile, se non fosse per le pensiline di fermata, che ne rammentano la storia. La maggior parte del percorso è stato attraversato, se non totalmente ingoiato dalla nuova strada asfaltata, per le autovetture.

Anche se gran parte dell’itinerario, è visibilmente straziato, a modo suo conserva ancora un gran fascino.

Il tratto più interessante e meglio conservato, probabilmente è quello che parte dalla piazzetta di Gaiazza, dove si può trovare anche una di queste storiche fermate, da dove si snoda il percorso della guidovia, lasciato come allora, dove il tempo e l’usura ne hanno, purtroppo, deformato i binari.

Attraversando a piedi i binari e seguendoli con lo sguardo, un po’ di malinconia ti prende, vedendoli andar via soli.
Ma tutto questo svanisce quando, lungo il sentiero, ciclisti, camminatori, podisti e anche qualche impronta di zoccolo di cavallo, d’un soffio gli ridanno vita, e così sembra tutto tranne che dimenticato.

Non è raro, inoltre, incontrare persone nel paese, che hanno viaggiato sulla guidovia, che con tenerezza e un pizzico di nostalgia, ricordano in modo vivo quei giorni. Un’altra epoca sicuramente in cui era utilizzata da lavoratori, pellegrini e durante la guerra anche dagli sfollati che, in fuga dalla città distrutta, cercavano rifugio nelle campagne.

Nonostante sia rimasto in funzione per circa 40 anni, oggi questo sistema di risalita non è più in funzione, ma è nel cuore di tutti.
Il bar focacceria, di Gaiazza, ricorda con orgoglio, quei giorni memorabili, con una rassegna sulle pareti di foto dell’epoca, che non si può fare a meno di ammirare con entusiasmo.

Partendo di qui, si avverte come la sensazione che lo spirito della guidovia non abbia mai lasciato veramente questo luogo.

A piedi lungo l'antico tracciato della Guidovia della Guardia, foto di Emanuele Benigni
A piedi, lungo l’antico tracciato della Guidovia della Guardia, foto di Emanuele Benigni

Info: 

Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate

Foto di copertina:  Santuario di Nostra Signora della Guardia, foto di Emanuele Benigni

 

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