La salute del nostro ambiente è nelle nostre mani. L’ultimo report SOER 2020 ci dice che l’Europa è in una situazione di urgenza senza precedenti e il turismo è uno dei 5 settori economici più impattanti sull’ambiente.
L’attuale stato di salute del nostro ambiente è nelle nostre mani. Lo spiega il report europeo sul clima e sull’ambiente più completo. Si tratta del SOER 2020, il sesto studio della salute del pianeta dal 1995. Ciò che ci rassicura è che la prospettiva è positiva, ma l’impegno per rimediare ai danni dovrà essere notevole. Scopriamo meglio cosa dice questo studio.
Dalla Stabilità alla Grande Accelerazione
Gli anni ’50 fungono da punto di svolta nella storia della salute del nostro ambiente.
- Prima eravamo in un’era cosiddetta Olocene. Ovvero la nostra evoluzione e l’ambiente circostante andavano a pari passo. Si parla di stabilità del sistema della Terra di autoregolazione.
- Ora siamo nell’era chiamata Antropocene. Ciò significa che lo sviluppo dell’uomo è cresciuto in modo esponenziale, tanto da slittare dai binari del percorso della Terra.
Questa Grande Accelerazione da un lato ha generato enormi danni ambientali e dall’altro non ha dato alla Terra il tempo e la possibilità di autoregolarsi come in passato.
L’agenda 2030 e Obiettivi Sostenibili
Per sopperire ai problemi del passato e per minimizzare i danni nel presente, i leader europei hanno firmato l’agenda 2030. Questa racchiude tutte le politiche applicate in vari settori, così da concentrare gli impegni e le leggi nel modo migliore.
L’Europa vive un momento cruciale: deve decire ora gli investimenti più adatti per ripristinare la salute dell’ambiente. Tra i settori target spunta in prima linea quello del turismo sostenibile.
Il turismo internazionale
La nostra attenzione cade inevitabilmente sul turismo nel report. La grande crescita economica ha portato come unico vantaggio la prosperità e il welfare ai cittadini. Da questo e dalla conseguente globalizzazione il turismo da locale si è espanso su scala internazionale: il grafico mostra l’impennata che ha ricevuto il settore negli ultimi anni.
Purtroppo, dobbiamo constatare che il turismo è tra i 5 settori che più hanno causato danni all’ambiente dal 1950 ad oggi.
L’ascesa del turismo è continua. Dal 2006 al 2016 si stima che gli arrivi siano aumentati del 60% (Eurostat, 2017) e che nel 2014 il turismo costiero rappresentava il 24% della totale economia marittima. In quell’anno il turismo è stato una macchina economica in grado di generare più di 80milioni di euro (COGEA, 2017).
Il turismo dipende dalla salute dell’ambiente e dei nostri mari
Le nostre acque sono altamente danneggiate dal cattivo smaltimento dei rifiuti, e dall’inquinamento stesso. La salute idrica è altamente contaminata.
Da ciò l’Europa prenderà provvedimenti decisivi, come la designazione di zone marittime protette.
In tutto ciò, però, fortunatamente negli ultimi anni il miglioramento delle acque balneari è notevole: il 95% dei siti di balneazione europea ha ricevuto una certificazione di Buona e Ottima qualità.
Questo ha sicuramente aiutato lo sviluppo del turismo marittimo, grazie alla sanificazione delle spiagge, degli ambienti limitrofi e delle stesse acque.
L’ecosistema della foresta e la sostenibilità turistica
Ad oggi, come ci spiega il report, le foreste vengono guardate con occhi diversi: si cercano nuovi prodotti in grado di valorizzare i boschi sfruttandone un volume molto ridotto. Questi possono essere bioplastiche, biomateriali, tessuti dalle fibre del legno. Il focus sulla multifunzionalità delle foreste segue una bioeconomia che supporta quindi anche la biodiversità. Quest’ultima sta vivendo una perdita non indifferente, che l’Europa si prefigge di contrastare con urgenza.
Questa riscoperta delle foreste come luoghi nuovi, innovativi, richiama l’attenzione di chi ha a cuore la biodiversità e la naturalità: viene così altamente incentivato il turismo sostenibile, per i più appassionati del contatto con la natura, nel suo rispetto.
Inquinamento dell’aria, mobilità e turismo
Con l’avvento della globalizzazione, come già detto, il turismo locale è stato ampiamente sostituito da quello internazionale. È questo uno dei fattori che spinge il turismo in alto tra i settori più inquinanti. La riduzione delle emissioni deve essere regolata da ogni stato o continente, ma la difficoltà di trovare accordi internazionali è alta.
La mobilità è al centro del tema: ad esempio da e per l’aeroporto, l’aereo stesso, veicoli, trasporti. Insomma, la mobilità è ovunque.
Il report suggerisce così l’implementazione di veicoli elettrici. Si stima che entro il 2030 il 13% delle automobili registrate avrà motore elettrico.
Cosa succederà da ora?
L’Europa si trova in una situazione di urgenza senza precedenti. Si possono comunque notare grandi miglioramenti in tanti settori, che sono però largamente insufficienti per rispettare gli obiettivi del lungo periodo.
Ciò che è positivamente cambiato è la consapevolezza dei cittadini. Ci stiamo rendendo conto del problema, stiamo cercando continue soluzioni più sostenibili nei nostri modi di vivere, di lavorare.
La prospettiva è positiva. Possiamo raggiungere grandi conquiste e miglioramenti. È un momento di “ora o mai più”. L’Europa riuscirà a fare del suo meglio per la salute del nostro Pianeta?