Sicuramente ci sono davvero tanti meravigliosi musei etnografici ed ecologici nella bergamasca, uno più bello dell’altro! Oggi vi parlerò esclusivamente di quei musei etnografici ed ecologici della provincia di Bergamo che ho avuto modo di visitare personalmente nel corso degli anni.
Ecco un piccolo elenco dei 4 migliori Musei Etnografici e ecologici nella bergamasca:
1. MEAT, Museo Etnografico Alta Valle Seriana ad Ardesio
Il Museo Etnografico Alta Valle Seriana si trova ad Ardesio. Ardesio è un borgo di oltre 3.300 abitanti che si trova in valle Seriana sulle sponde del fiume Serio.
La storia del museo
Il museo nasce nel 1982 e si articola in tre sezioni. Ogni sezione analizza il rapporto che c’è tra la popolazione locale e il lavoro di filatura, tessitura, il mestiere del boscaiolo o del carbonaio. Il museo esiste grazie alle donazioni di oggetti da parte dei locali con lo scopo di far conoscere com’era la vita passata alle generazioni che verranno.
Quello che a me personalmente è piaciuto molto è stata la casa che risale al Quattrocento. La casa è a fianco del museo e al cui interno c’è una bella e assai particolare ambientazione di vita domestica, artigianato e agricoltura montana.
Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito internet dedicato
2. Museo Etnografico di Schilpario
Il principale scopo del Museo Etnografico che si trova a Schilpario, un borgo nella Val di Scalve, a circa 65 chilometri da Bergamo, è quello di preservare il grandissimo patrimonio culturale e storico che caratterizza sia Schilpario sia, più in generale, la Valle di Scalve.
Ma allo stesso tempo si vuole anche lasciare alla popolazione futura una memoria di quello che è stato e che ha caratterizzato questa realtà locale nel corso dei secoli.
La storia del Museo
Il museo nasce ufficialmente nel 1986 tuttavia già negli anni Settanta dello scorso secolo c’era la volontà da parte del Comune di fare propria la struttura dove poi sarebbe nato il Museo per allestirlo nel migliore dei modi possibili. Tutto il materiale è stato raccolto sotto forma volontaria e riguardano gli anni ’50 e ’60 del XX secolo.
Il museo si suddivide, per lo più, in quattro categorie: mineraria, artigianale, agricola e allevamento e silvicoltura (con questo termine si intende quella branchia delle scienze forestali che si occupa della conservazione dei boschi) senza dimenticare i riferimenti all’immigrazione che qui negli anni che vanno dal 1890 al 1920 era molto frequente.
Anche qui sono presenti degli oggetti che fanno riferimento alla vita quotidiana. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito internet.
3. Museo Storico Etnologico di Cavaglia
Il Museo Storico Etnologico si trova a Cavaglia, frazione del comune di Val Brembilla. E’ facilmente raggiungibile in circa una decina di minuti d’auto tramite una strada che parte dal nucleo centrale del paese.
La storia del Museo
L’apertura del museo storico-etnologico di Cavaglia è cosa recente ed è proprio vicino alla piccola chiesa dedicata a Nostra Signora delle Salette. L’idea di fare un museo proprio qua è recente, difatti, risale al 1991 quando le signore Irma Carminati e Angela Busi raccolsero oggetti della vita di tutti i giorni della valle e li lasciarono in una stanza della casa parrocchiale locale. Poi ne venne a conoscenza il Cavaliere Dottor Dario Busi e così dopo aver visionato gli oggetti egli decise di diventare il mecenate per quest’iniziativa.
Dopo tanto lavoro di sistemazione e organizzazione finalmente il museo è diventato da poco una realtà e, quindi, pienamente operativo. Il museo è curato da volontari perciò contattarli tramite una mail dariobusi2@gmail.com oppure busi.angela59@virgilio.it o anna.pesenti@alice.it e irma.carminati@gmail.com per concordare la visita.
L’ingresso è gratuito però è ben gradita un’offerta per i fiori della piccola chiesa di Cavaglia. Per ulteriori informazioni circa il museo, questo è il sito internet di riferimento.
4. Museo all’Aperto all’Alboreto Alpino Gleno di Vilminore
Il Museo all’Aperto all’Alboreto Alpino Gleno si trova in Val di Scalve e per arrivarci ci sono due opzioni. La prima è andare dalla Valle Camonica attraverso la suggestiva Via Mala. In alternativa, si può passare dal Passo della Presolana. Quando si parla di Gleno, forse, torna alla mente la Diga crollata tuttavia questa zona non è solo quello e il museo ne è una valida dimostrazione.
La storia del Museo
Il museo recentemente è stato anche premiato da un noto sito internazionale di turismo con cinque stelle e più di così non poteva davvero ottenere.
Sono circa seimila metri quadrati con percorso didattico in cui crescono 120 specie arboree e di cui una novantina sono autoctone. Si tratta, quindi, originarie della Val di Scalve mentre per quanto riguardo le altre trenta si può dire che provengano da ogni parte del mondo. Ogni pianta è numerata e ben catalogata e corrisponde a una più che dettagliata scheda fotografica con una descrizione botanica.
Il cuore pulsante dell’Alboreto è il Museo del Legno che è un edificio quadrangolare opera dell’Architetto Mancini in chiaro stile orientale. È qui si svolgono i laboratori didattici, le proiezioni, gli incontri, le proiezioni ed è anche il luogo in chi si leggono le schede fotografiche.
All’esterno è possibile soffermarsi per fare dei picnic dato che per i visitatori ci sono dei tavoli sotto a un pergolato e volendo si fare anche il barbecue. Segnalo che solo le visite guidate sono a pagamento (o per lo meno così era quando ci sono stata io) mentre l’utilizzo dei summenzionati spazi comuni no.
Per maggiori dettagli c’è il sito internet del museo.
Che dire?? Beh che i musei etnografici e ecologici nella bergamasca sarebbero davvero tutti quanti da visitare perché sono certamente uno più bello dell’altro!!
Immagine di copertina: foto via Canva PRO