Non è certo una novità: il settore del turismo è stato uno dei settori più colpiti dalla pandemia. Con l’arrivo del Covid-19 abbiamo infatti smesso di viaggiare: le occasioni per muoversi liberamente sono state poche e i limiti imposti per tutelare la salute di tutti erano sempre tanti, per non parlare poi della crisi economica che ha colpito gran parte dei cittadini.
Ma cosa succederà adesso? Come cambierà il mondo dell’ospitalità nei prossimi mesi e nei prossimi anni? Sulla base del report Future100 realizzato come ogni anno dalla Wunderman Thompson Intelligence proviamo a immaginare come sarà il turismo post-pandemia, fornendoti alcuni consigli su come preparare la tua struttura ricettiva non solo per accogliere in sicurezza, ma anche per venire incontro ai trend del momento e alle nuove esigenze dei viaggiatori. La pandemia infatti lascerà traccia in ognuno di noi e porterà dei cambiamenti destinati a durare nel tempo.
Viaggi più che sostenibili
Sono sempre di più i viaggiatori consapevoli di quanto sia importante ridurre l’impatto ambientale del turismo. La pandemia ci ha ricordato di come sia fondamentale rispettare la natura, e di quanto sia bello e sorprendente quando si riprende i suoi spazi. Ed è forse proprio per questo che il trend del turismo sostenibile si sta sviluppando in qualcosa di nuovo: non più volontà di ridurre le emissioni di CO2, ma addirittura di contribuire attivamente a un futuro green assorbendo più CO2 di quella che si produce. Di conseguenza, gli ospiti saranno sempre più attenti anche alla sostenibilità delle strutture: verranno privilegiate quelle che usufruiscono di energia pulita (e magari ne producono in eccesso) e quelle che portano avanti progetti mirati alla salvaguardia dell’ambiente.
Una nuova ospitalità nel turismo post-pandemia
È vero che torneremo presto ad abbracciarci, ma questo non significa che il distanziamento sociale a cui siamo stati obbligati sparirà da un giorno all’altro. Quindi anche l’ospitalità all’interno delle strutture dovrà necessariamente essere ripensata. Le strutture ricettive dovranno puntare già dalla prossima stagione turistica al check-in autonomo, così da evitare contatti ravvicinati, ma soprattutto dovranno ripensare gli spazi. L’esterno avrà un ruolo ancora più importante e le camere dovranno essere adatte a diversi tipi di attività: non saranno più un ambiente riservato al riposo, ma anche ufficio dove lavorare, luogo di ritrovo con la famiglia e spazio dove praticare esercizio fisico. Subito dopo la pandemia saranno richiesti molto più di prima i servizi in camera: gli ospiti non saranno soddisfatti da un semplice caffè, ma avranno il bisogno di pranzare e cenare all’interno di un ambiente privato e sicuro.
Hotel appena fuori dalla città
Le vacanze post-pandemia avranno una nuova dimensione. L’hotel ideale non sarà più quello dall’altra parte nel mondo, in una destinazione esotica, ma rappresenterà più che altro una fuga facilmente realizzabile, vicino e raggiungibile in qualsiasi momento. Le strutture dovranno quindi sfruttare al meglio i dintorni e l’ambiente esterno, permettendo agli ospiti di immergersi nella natura, staccare dalla vita quotidiana, disconnettersi dai social e dallo smart working. Anche se a pochi chilometri da casa gli hotel dovranno dare un senso di libertà ed essere in grado di stupire raccontando luoghi noti in modo nuovo.
Soggiorni lunghi nel turismo post-pandemia
Il turismo post-pandemia deve tener conto anche di come sta cambiando il mondo del lavoro. Grazie allo smart working infatti saranno sempre di più i nomadi digitali che vorranno trascorrere un soggiorno più o meno lungo in un posto diverso, usufruendo di servizi tipici delle vacanze ma continuando a lavorare, per quelle che in inglese si chiamano Staycations o Workations. La tua struttura dovrà quindi prevedere delle formule personalizzate in base alle esigenze di questo nuovo tipo di viaggiatori, con internet senza limiti, prezzi vantaggiosi, servizi su misura e, perché no, soggiorni in abbonamento.
Borghi e destinazioni remote, il trend del turismo post-pandemia
Con la pandemia cambiano anche le destinazioni dei nostri viaggi. Ci sarà un flusso minore nelle grandi città per ritornare a scoprire il fascino dei piccoli borghi, delle destinazioni più isolate. Dopo più di un anno di restrizioni il desiderio di stare nella natura, ma anche di avere un rapporto più autentico con i nostri vicini è sempre più grande.