Con il vuoto a rendere l’innovazione arriva dal passato. Ecco come si possono ridurre significativamente i rifiuti, promuovere l’economia circolare e risparmiare 950.000 euro di petrolio al giorno!
Per alcuni l’espressione vuoto a rendere può rievocare ricordi del passato, mentre per le nuove generazioni risulta quasi del tutto sconosciuta. In realtà si tratta di un sistema intelligente ed innovativo che porta benefici all’ambiente e all’economia, e che funziona benissimo in numerosi paesi del mondo.
L’Italia è il paese che beve più acqua in bottiglia: secondo uno studio di report gli italiani consumano 11 miliardi di bottiglie all’anno. Sostituendo il vuoto a perdere attuale con il vuoto a rendere si potrebbero risparmiare circa 950.000 € di petrolio al giorno, solo nel nostro paese.
Vediamo meglio cos’è il vuoto a rendere, come funziona negli altri paesi del mondo e quali sono i suoi benefici per il pianeta e per l’economia.
Cos’è il vuoto a rendere?
L’espressione vuoto a rendere indica che un contenitore (tipicamente bottiglie di vetro, ma anche in plastica PET) una volta svuotato dev’essere reso al fornitore, così che possa essere riutilizzato. Si arriva fino a 20 riutilizzi per le bottiglie in PET, 40 per quelle in vetro. In genere, chi acquista il prodotto in vuoto a rendere paga una cauzione che viene resa al momento della restituzione.
Il vuoto a rendere nel mondo
ll meccanismo del vuoto a rendere esiste in 38 paesi del mondo, e ovunque funziona con ottimi risultati.
In Germania, come in tutti i paesi Scandinavi, grazie al compenso in denaro a chi restituisce lattine e bottiglie (plastica, vetro, alluminio) il riciclo di questi oggetti è attorno al 97 per cento.
In America, dove il nome del meccanismo è BottleBill, i rifiuti che derivano dai materiali di imbottigliamento sono crollati del 70 percento e in Australia siamo a una caduta di oltre l’85 per cento.
Nei Paesi del nord Europa il sistema del vuoto a rendere è oramai una buona abitudine consolidata da almeno un decennio.
È già pratica comune da anni in Germania, Danimarca, Estonia, Finlandia, Croazia, Norvegia, Svezia, Svizzera, Ungheria e Repubblica Ceca. Non solo il vuoto a rendere è obbligatorio, ma tutti gli esercizi che vendono una determinata bibita sono costretti ad accettarne i vuoti, anche se la specifica bottiglia non è stata acquistata da loro.
Prendiamo come esempio la Germania che dagli anni Novanta ha adottato il pfandsystem o vuoto a rendere.
Il sistema prevede che quando si compra una bibita in bottiglia d’acqua minerale o di birra, oltre al prezzo d’acquisto si paga il pfand, ossia un deposito il cui importo varia dagli 8 ai 25 centesimi a seconda delle dimensioni e del materiale di cui è composto il contenitore.
Una volta bevuto il contenuto, il consumatore può restituire al barista la bottiglia vuota, ottenendo in cambio la restituzione del deposito.
Quanta energia si risparmia con il vuoto a rendere
Il “vuoto” va reso pulito e l’utente dovrà fare attenzione a non danneggiare le bottiglie.
Qualora la bottiglia dovesse essere danneggiata non potrà più essere resa e dovrà essere smaltita con la raccolta differenziata.
Nel caso specifico del vetro, secondo studi condotti dall’Ufficio federale dell’ambiente della Germania il riuso per 20 volte di una bottiglia di vetro comporta anche un risparmio energetico del 76,91%.
Il vetro è un materiale riciclabile infinite volte al 100% e di gestione relativamente facile, pensate che riciclando 1 chilogrammo di vetro si riducono i consumi energetici rispetto alla lavorazione della materia prima di una quantità di energia pari a 1,37 kwh, l’equivalente di ciò che consuma un PC acceso per 24 ore.
Ma una cosa è il processo di trattamento del vetro vecchio (cernita, frantumazione, fusione, stampaggio/soffiatura), tutta un’altra è che ogni azienda possa riutilizzare le vecchie bottiglie, previo lavaggio e disinfezione per nuove bevande da mettere sul mercato!
Con il vuoto a rendere non è rigenerazione, ma riutilizzo!
Il vuoto a rendere in Italia
In Italia, così come nella gran parte dei paesi europei, il vuoto a rendere era molto diffuso fino all’inizio degli anni ’60, prima della massiccia diffusione della plastica.
Per tutti i prodotti commercializzati in bottiglie di vetro, si pagava una sorta di cauzione, un sovrapprezzo per portare a casa il contenitore oltre che il contenuto alimentare.
Dopo l’impiego, l’acquirente aveva la possibilità di restituire il contenitore e riscattare la cauzione oppure acquistare un nuovo prodotto pagando solamente il contenuto e non il contenitore di vetro (al netto della cauzione già versata).
In Italia dall’ottobre del 2017, si è tentato di reintrodurre il vuoto a rendere, su base volontaria, per un anno, per gli esercenti che hanno scelto di aderire alla fase sperimentale, circoscritto solo alle bottiglie di acqua e birra per bar, negozi e ristoranti.
Ma una sperimentazione sbagliata non può fermare il processo! ll vuoto a rendere va ripreso e ristabilito, è un tassello imprescindibile di un piano più generale per la riduzione dei rifiuti.
I benefici ambientali ed economici del vuoto a rendere
Il deposito su cauzione applicato alla gestione degli imballaggi è una prerogativa per un’economia più circolare nella quale materiali e prodotti vengono riutilizzati in cicli chiusi su grande scala, e quindi il rifiuto si elimina. Il cauzionamento è lo strumento che garantisce la circolarità del ciclo di vita di materiali pregiati come plastica, vetro e alluminio dei contenitori di bevande poiché evita che essi finiscano sprecati in discariche, inceneritori, o ancora peggio dispersi nell’ambiente. Le partite di imballaggi che provengono dai sistemi di cauzionamento garantiscono inoltre un approvvigionamento costante e di ottima qualità ai riciclatori.
Il deposito su cauzione per bottiglie e lattine, in vigore solamente in una minoranza di stati, si è dimostrato l’unico sistema in grado di garantire percentuali di riciclo che superano il 90% dell’immesso al consumo prevenendo allo stesso tempo l’abbandono degli imballaggi nell’ambiente.
Infine, è essenziale ricordare che per il successo di un modello di business circolare bisogna avere la completa collaborazione dei consumatori, pena la mancata chiusura del ciclo del consumo. Dobbiamo imparare ad allungare il più possibile il ciclo di vita di un prodotto o di un materiale, abbandonando quella cultura dello spreco che si è diffusa in particolare negli ultimi decenni.
L’uso efficiente e sostenibile delle risorse naturali e l’economia circolare sono fattori chiave nell’ottica di una crescita verde ed inclusiva.
Il vuoto a rendere è un sistema che permette il riutilizzo delle confezioni evitando, dunque, che finiscano in discarica. È una forma di riciclo dagli indiscussi molteplici vantaggi economici, ambientali e sociali.
Immagine di copertina: Photo by Roman Boed, via Flickr