Montemor O Novo è una pittoresca città nel cuore dell’Alentejo, ovvero la regione con maggior superficie del Portogallo e quella di gran lunga meno abitata. Il suo nome significa letteralmente “Oltre Tejo“, a indicare cosa c’è sotto il territorio del fiume Tago, in portoghese Tejo. Questa città è facilmente raggiungibile dal centro di Lisbona, in automobile o anche in autobus.
Difficilmente chi si imbatte in una vacanza portoghese è a conoscenza di questa città, per questo mi piacerebbe parlarne e farvela scoprire. Per il vostro prossimo viaggio sostenibile e consapevole che farete in Portogallo potrebbe essere una delle vostre tappe.
Alentejo: Un Territorio di Contrasti e Bellezza Naturale

La regione in cui si trova Montemor O Novo si caratterizza per l’estensione e la grande varietà del suo paesaggio: presenta una lunghissima costa marittima e nell’entroterra grandi latifondi, dai vigneti ai sughereti. È quindi un bellissimo e vasto territorio da scoprire e, per chi ha visitato la Sardegna, il panorama tutt’intorno ricorderà a tratti quello sardo.
Capoluogo di questa regione è la città di Évora, la più grande della regione e famosa per la sua università e per la presenza di strutture architettoniche risalenti all’epoca dei romani. Particolarità di questa città è la presenza di un lunghissimo acquedotto che circonda la città. Inoltre, tra le vie della città, potrete ammirare tutte le case imbiancate a calce e decorate con delle linee color ocra. La città è stata classificata patrimonio dell’UNESCO ed è per questo che le case nel centro storico sono simili tra loro e devono rispettare determinati parametri architettonici ed estetici.
Un’altra peculiarità presente in questa cittadina portoghese è sicuramente la Cappella delle Ossa costruita dai francescani nel XVII secolo, conosciuta come Capela dos Ossos di Evora, un monumento unico nel suo genere poiché costituito da pareti ricoperte da ossa umane.

Nonostante la ricchezza, dal punto di vista naturalistico ma anche artistico, questa regione è stata a lungo al centro di importanti flussi migratori che l’hanno portata ad avere la densità di abitanti tra le più basse d’Europa.
Da Évora, con l’auto o con l’autobus, si può raggiungere comodamente in poco tempo Montemor O Novo (attenti a non confonderlo con Montemor O Velho). Questa città è meno conosciuta rispetto ad Évora, ma è una città altrettanto antica quanto bella e suggestiva.
L’economia del luogo si basa principalmente sull’agricoltura e l’allevamento di bestiame, su cui si basa anche la cucina locale caratterizzata da piatti principalmente a base di carne. Quando girerete tra le vie del centro vi potreste imbattere in greggi di pecore, presenti molto spesso nelle zone verdi della città, oppure in fiere o mercati di bestiame.
La città è stata costruita su tre colline: la più grande quella del Castello di Montemor O Novo, quella della chiesa di Nossa Senhora da Visitação e quella della chiesa di Nossa Senhora da Conceição. Il castello della città fu costruito sul sito di un possibile fortilizio romano, probabilmente distrutto durante l’invasione del califfato almohade, ed è indubbiamente un importante luogo che attrae ogni anno moltissimi turisti principalmente dal Portogallo e dalla confinante Spagna.

Il Castello di Montemor-o-Novo è un sito archeologico che consiglio di visitare una volta arrivati in città, giunti in cima varrà la pena restarci per vedere un magnifico tramonto. Il castello ha una grande importanza storica ed offre una fantastica vista sulla zona circostante. Inoltre, alcuni documenti storici, riportano la storia per cui Vasco da Gama ci abbia alloggiato mentre preparava la spedizione verso l’India.
Quando arrivai a Montemor O novo scoprì un’altra faccia del Portogallo, che non era fatta solo di onde o infinite spiagge, ma anche e soprattutto di paesaggi rurali, qualche trattore e pastori che badano a delle pecore.
La città è circondata da un’abbondante vegetazione e la protagonista indiscussa è sicuramente la quercia. Il Quercus Suber, nome botanico per indicare la tipologia dell’albero, è la quercia da sughero che rappresenta per la città un elemento economico fondamentale. Infatti, sul territorio sono presenti numerose aziende di trasformazione che danno vita a numerosi prodotti derivati proprio da questo tipo di bosco.

Le Tradizioni Culinarie dell’Alentejo: Piatti da Non Perdere
In passato, l’Alentejo era una regione dove si coltivava il grano e nelle grandi pianure branchi di maiali pascolavano liberi fra gli ulivi e le querce da sughero. Per questo motivo, il pane, la carne di maiale e l’olio d’oliva sono diventati la base della cucina di questa regione, grazie anche alla combinazione di diverse erbe aromatiche.

Una delle specialità regionali sono i piattini di assaggi. Sia come antipasto che come stuzzichino, le uova strapazzate con asparagi selvaggi, i ciccioli o le migas (briciole di pane) con vari ingredienti sono una vera e propria tentazione.
Vi consiglio di visitare il bar “Carlista” (Sociedade Antiga Filarmónica Montemorense) per immergervi in uno spaccato di vita quotidiana della cittadina. Qui potrete incontrare persone locali durante momenti di convivialità mentre sorseggiano una birra, giocano alla “Sueca”(gioco di carte tipico di questa regione) o intonano un canto Alentejano (canto tipico di queste zone).

Un altro piatto d’obbligo se visitate questo luogo è la sopa, ossia la zuppa o minestra. Ogni anno, a novembre, si tiene in città un festival della zuppa dove è possibile degustare diverse tipologie di zuppa cucinate con ingredienti diversi tra loro.
La scelta varia fra il gaspacho, che si mangia freddo, o una zuppa di baccalà o di pomodori con salsiccia. Sarebbe un peccato non provare quella più semplice: l’açorda alentejana, che si prepara con acqua, olio d’oliva, aglio, uovo in camicia, pane e coriandolo. Le migas, fatte con il pane, servono di contorno alla carne di maiale fritta o al baccalà sfilacciato
Infine, in città, sono presenti numerosi realtà associative che operano in diversi campi. Se, ad esempio, siete amanti delle piante vi consiglio di passare da MARCA, ONG che opera in ambito naturalistico e sociale, chiedendo di visitare il loro bellissimo vivaio. Magari vi innamorerete di alcune piante e ne vorrete comprare alcune da portare a casa come ricordo.
C’è poi Officina do Convento, un luogo in cui vengono allestite spesso mostre o concerti di musica sperimentale di artisti provenienti da tutto il mondo. Se invece siete appassionati di ceramica esiste anche un luogo, Oficina da Cerâmica, dove poter toccare con mano l’argilla e fare dei corsi o workshop (a seconda del periodo) sperimentando diversi materiali e colori. Mentre per una spesa sostenibile e responsabile, che supporti i produttori locali, vi consiglio di fare un salto nel fantastico negozio chiamato “Minga” o nel bellissimo mercato coperto in Praça Professor Bento Jesus Caraça.

Insomma, quando si parla di viaggio sostenibile non si ha sempre ben chiaro che cosa si intenda. Sicuramente un viaggio responsabile ed in linea con l’ambiente deve sempre tener conto del nostro impatto sociale, economico e ambientale nel luogo che visitiamo. Secondo me significa, anche e soprattutto, cercare di visitare e conoscere, sempre responsabilmente, luoghi e città meno conosciuti ma non per questo meno importanti e rappresentativi della cultura e dei valori di un paese.
Immagine di copertina: foto di Chiara Grottola