Le Maldive sono un vero e proprio paradiso terrestre da salvaguardare. Questo è possibile anche grazie al progetto dell’Università Bicocca di Milano
L’arcipelago delle Maldive si sviluppa su una dorsale di origine vulcanica. E’ un asse nord-sud che è a quasi 800 km sud – ovest dallo Sri Lanka ed è ubicato tra il Mare Arabico e l’Oceano Indiano.
Qui si possono trovare tre gruppi di isole, maggiori, una a nord poi una al centro e una a meridione. La capitale è Malè e si trova sull’isola Ari che è nel centro.
L’arcipelago delle Maldive si compone di 26 atolli che comprendono tra 990 e 1292 isole coralline su di una superficie di oltre 90.000 km2.
Ma che cosa sono esattamente gli atolli?!
Gli atolli sono isole coralline basse e sottili che sono disposte ad anello tutte intorno ad una laguna.
Si formano quando delle colonie madreporiche si insediano intorno a un’isola che si inabissa per dei fenomeni di abbassamento del suolo.
A seguito dell’accumularsi delle madrepore poi esse emergono dal mare e permettono così la crescita della vegetazione stessa.
Altresì va detto che proprio all’interno degli atolli emergono delle isole che normalmente non superano i 2 chilometri quadrati e gli 8 di lunghezza con poi un’altezza massima di 1.5 metri sopra il livello del mare e lingue di sabbia.
Qui le isole non abitate sono circa 20/60 per atollo.
Esattamente in quest’area si è formata una grande laguna che è protetta dalla barriera corallina.
La temperatura delle acque è costate tra i 23 e i 28 gradi °C.
E in questo modo si è dato vita a uno degli ecosistemi più ricchi del mondo con una biodiversità seconda solo a quella delle foreste tropicali.
Qualche dato interessante sul tipo di turismo delle Maldive
Annualmente le Maldive attraggono oltre mezzo milione di turisti che vengono prevalentemente dalla nostra nazione poi ci sono tedeschi, giapponesi e discreti gli arrivi anche dalla Gran Bretagna. Il resto si suddivide per lo più tra svedesi, svizzeri e francesi.
L’industria turistica incide fino al 44% sul PIL (Prodotto Interno Lordo) delle Maldive e questo grande flusso turistico ha permesso loro di avere maggiori ricchezza.
Più sviluppo e crescita ma sicuramente ha anche cambiato (e non è detto che sia in meglio) gli stili di vita dei locali e l’organizzazione del territorio. Si tenga presente che molti dei lavoratori stagionali provengono sia dall’Europa sia dal vicino Sri Lanka.
Cos’è il Maldives Tourism Act
Nel 1996 il Governo delle Maldive ha sancito con il “Maldives Tourism Act” alcune regole per evitare, o quanto meno limitare, l’impatto ambientale e culturale.
Ad esempio, su ogni isola può essere costruito un solo resort ed inoltre le costruzioni non possono coprire più del 20% della superficie dell’isola.
Inoltre, gli edifici non devono superare in altezza le piante. E ancora l’affitto delle isole ai tour operator è concesso tramite delle gare d’appalto per un periodo non superiore ai 35 anni.
Ed infine, il territorio destinato alle strutture ricettive deve essere, al massimo, il 20% del totale.
Il Governo regola poi anche gli scambi di tipo culturale.
I resort si trovano, per lo più, su delle isole prevalentemente disabitate per evitare il più possibile dei contatti stretti tra locali e turisti.
Eccetto Malè e alcune altre isole turisticamente sviluppate è possibile restare su alcune isole solo fino a quando non tramonta il sole e in altri casi la visita a determinate isole è permessa solo se si ha un visto “speciale”.
Che tipo è il turista che va alle Maldive?
Il turista che va alle Maldive è una persona che vuole tranquillità e che ama la pace e il relax.
Ma è un grande appassionato di attività connesse al mare come, ad esempio, le uscite in barca per ammirare la barriera corallina così come fare le immersioni.
Il Centro di Ricerca alle Maldive e l’Università Bicocca di Milano
Il 29 gennaio 2011 la Repubblica delle Maldive con l’Università Bicocca di Milano hanno sottoscritto un accordo di collaborazione per la salvaguardia della barriera corallina.
Questa collaborazione che nasce da un patto siglato nel febbraio 2009 mira ad attività di ricerca sugli ecosistemi tropicali, le barriere coralline e l’impatto che il cambiamento del clima ha sull’ambiente marino delle Maldive.
Oltre a questi studi ve ne sono anche altri sulla biologia marina, il management del turismo e lo sviluppo sostenibile.
Questo centro si trova sull’isola di Magoodhoo che si trova a oltre 130 chilometri a sud ovest da Malè ed è all’interno dell’atollo di Faafu.
Va segnalato che sia i docenti sia gli studenti possono trascorrere dei periodi alle Maldive per poter studiare e confrontarsi direttamente sul campo con i ricercatori locali dato che l’obiettivo comune è quello, ovviamente, di salvaguardare la barriera corallina e come non farlo ancora meglio sul posto?!
Per maggiori informazioni è possibile consultare questo sito internet dedicat al progetto Maldive oppure leggere questo articolo dell’Università Bicocca di Milano.
Immagine di copertina: Foto via Canva PRO