Le balenottere sono tornate nei mari australi. Dopo essere state decimate dalla caccia commerciale questi giganti del mare sono riapparse a dimostrazione che gli ecosistemi sono in grado di trovare un equilibrio sempre a patto che non siano troppo manomessi dagli umani.

In settanta anni sono state uccise ben più di 700 mila balenotte nelle acque dell’Antartico. E si segnala però, per fortuna, che dall’entrata in vigore della moratoria sulla caccia commerciale del 1986 la specie si sta riprendendo.

È passato mezzo secolo, ma finalmente le balenottere comuni sono tornate a ripopolare le acque dell’oceano Antartico dove erano solite vivere e cibarsi prima che la caccia commerciale le sterminasse quasi del tutto.

Questo fatto è dimostrato da una ricerca da poco pubblicata che è stata realizzata da alcuni biologi marini guidati da Helena Herr, Università di Amburgo in Germania, che ha documentato la presenza di questi animali al largo dell’Isola Elephant che si trova nella Terra del Fuoco (Cile). Si sono visti gruppi di circa 150 esemplari grazie a due spedizioni della rompighiaccio tedesca Polarstern nel 2008 e nel 2019.

Balenottere nel mare
Foto via Canva PRO

Perché la scoperta è così importante?

Perché era da decenni che non si vedevano più le balenottere a queste latitudini!

L’ultima volta che si sono avvistate è stato nel 1976 quando però la Commissione Internazionale dovette azzerare la quota prevista per la cattura di questa specie.

A inizio secolo scorso nell’emisfero australe c’erano più di 300 mila esemplari. Questi mammiferi marini (i cetacei si sono abituati alla vita in mare più di 50 milioni di anni fa e sono anche in grado di allattare i loro cuccioli in acqua) avevano il loro habitat ideale in alcune zone dell’oceano in cui le correnti calde dell’Atlantico meridionale si trovavano con quelle fredde dell’Antartico.

Questo mix di acqua calda e fredda e poi anche la presenza di sostanze nutritive dagli abissi ha reso queste acque assai fertili e ricche di fitoplancton. Le microalghe forniscono le condizioni necessarie alla vita alla maggioranza della fauna marina a iniziare dai piccoli crostacei che sono il cibo principale delle balenottere.

Si pensi che questi cetacei possono mangiare fino a quattro tonnellate al giorno, mangiano e sputano l’acqua di mare attraverso i loro denti che sono fitti come dei pettini per i capelli e le balenottere riescono a tenere in bocca solo questa specie di gamberetti.

Nel 1904 il capitano norvegese Carl Anton Larsen inaugurò la prima stazione baleneria nell’isola della Georgia del sud e da allora il centro del commercio delle balenotte si spostò perché fino ad allora ad avere il monopolio di questo mercato erano state la Norvegia e la Scozia ma venendo meno “la materia prima” nel Nord Atlantico la caccia dovette andare nell’Antartico.

Ma come mai le balene erano così importanti? Perché il loro grasso era una merce davvero molto ricercata in quanto con esso si faceva il sapone, le candele e anche la nitroglicerina. E fu quest’ultima, sicuramente, il motivo per cui quando iniziò la Prima Guerra Mondiale si ebbe una grande richiesta di olio di balena e conseguentemente a ciò iniziarono pure a sparire le balenottere un po’ dappertutto incluso alle latitudini più meridionali.

E questo fenomeno non cessò nemmeno quando a metà del Novecento il grasso di balena venne soppiantato dall’uso di oli vegetali e ciò in quanto in paesi come Giappone, Norvegia e Russia si mangiava la carne delle balenottere.

Meno male che vi furono le grandi e imponenti campagne di sensibilizzazione che disincentivarono questa pratica. Seppur, come già detto, un grande e importante freno sia stato, ne sono concordi quasi tutti i ricercatori, la moratoria sulla caccia commerciale anche se alcune nazioni ancora la pratichino!

Perché il ritorno delle balenotere è fondamentale?

Il ritorno delle balene nei mari australi dimostra la loro fedeltà a tornare a vivere in luoghi atavici, la cui conoscenza è avvenuta attraverso l’apprendimento materno, e ciò farebbe sperare che la specie possa non essere più in via di estinzione cosa che si temeva fino a pochissimo tempo fa.

Ma il fatto che stiamo tornando fa anche ben sperare dal punto di vista dell’ecosistema.

E un impatto positivo lo avrebbe anche il clima poiché si tenga presente che le balene con la loro presenza fertilizzano il mare e la grande presenza di fitoplacton può assorbire il 40% della anidride carbonica che si trova in atmosfera. Una cacca con davvero delle grandi doti e questo, da solo, sarebbe un ottimo motivo per far sperare che le balenottere possano continuare ad esistere!!


Autore: Monica Palazzi

Amo molto viaggiare (lavoro permettendo)... Sono diplomata come perito turistico e conosco bene l’inglese, il francese, il tedesco e un giorno vorrei imparare anche lo spagnolo. Adoro sia leggere (in modo particolare i cosiddetti libri gialli) sia scrivere. Mi piace molto cucinare e i miei piatti “forti” sono il risotto, in tutte le sue forme, e i dolci come la torta sia la paradiso sia la marmorizzata. Stravedo per gli animali soprattutto i cani. Vieni a trovarmi anche sul mio blog personale https://monicajollystella.wixsite.com/di-tutto-un-po
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