I giardini zoologici, conosciuti anche come zoo, sono strutture nelle quali vengono esposti vari animali all’interno di recinti o gabbie. Sebbene numerosi zoo portino avanti attività educative e di ricerca, lo scopo espositivo fa sì che in tanti si chiedano quanto sia etico trattenere in cattività degli animali al fine di essere ammirati dai visitatori. Esiste un modo migliore per conservare la biodiversità e per educare al rispetto di essa? Scopriamolo in questo articolo!

zoo, caprioli, bambino
Foto di Daiga Ellaby su Unsplash

Benessere degli animali negli zoo

Lucrare sulla vita degli animali, mettendo da parte il loro benessere, è un rischio molto concreto all’interno degli zoo di tutto il mondo. La legislazione che governa i giardini zoologici non è infatti uguale in ogni Paese e, prima di vistare un qualsiasi zoo, bisogna quindi informarsi bene su quanto siano effettivamente tutelate le varie specie.

Può capitare infatti che gli animali si ritrovino in spazi troppo piccoli per i propri bisogni e ciò ovviamente provoca in loro un forte stress. Inoltre, non sempre gli animali ricevono le cure e gli stimoli necessari.

Per quanto riguarda l’Italia, sono presenti numerosi giardini zoologici che svolgono attività di ricerca, salvaguardia ed educazione. Tuttavia, nonostante la normativa europea non veda i parchi zoologici come luoghi di intrattenimento e/o spettacolo, nel nostro Paese ci sono varie strutture che affiancano agli zoo dei parchi divertimento, con spettacoli dove gli animali sono i protagonisti. Oltre all’aumento dello stress degli ospiti degli zoo, si ripropone chiaramente il problema già menzionato: usare gli animali a scopo espositivo e di intrattenimento è moralmente giusto ed educativo?

zoomarine, delfini, spettacolo
Foto da Wikimedia Commons

La Questione Etica

Il fatto è che gli zoo sono la perfetta rappresentazione della visione antropocentrica dell’essere umano. Gli animali esposti nei giardini zoologici sono infatti visti come oggetti da ammirare e come esemplari a nostra disposizione. Per quanto sia importante salvaguardare le specie a rischio e fare ricerca sul mondo animale, è davvero necessario creare degli spazi di pura esposizione ed intrattenimento? Noi crediamo di no.

In più, non riteniamo educativo indirizzare i bambini e le bambine verso delle visite agli zoo prive di contenuti che insegnino realmente il rispetto per gli animali. Non dobbiamo passare loro il messaggio che gli animali siano a nostra disposizione.

zoo, bambina, giraffa, pianta
Foto di Jackie Park su Unsplash

Ma, detto questo, esistono delle strutture più adatte per approcciarci al mondo animale?

Differenze tra zoo, bioparchi e santuari

Come già detto, gli zoo sono strutture espositive che racchiudono vari animali all’interno di recinti.

Sempre più spesso si parla però di bioparchi: si tratta di giardini zoologici che hanno lo scopo di preservare la conservazione delle specie ospitate e di svolgere attività di ricerca.

In Europa i bioparchi partecipano all’organizzazione EAZA, l’European Association of Zoos and Aquaria, che ha come obiettivo la cooperazione per preservare le specie e assicurarne la sopravvivenza il più a lungo possibile. All’interno dei bioparchi c’è quindi una costante ed intensa attività di ricerca, al fine di salvaguardare la vita degli animali e di recuperare le specie a rischio. Se da una parte è consigliabile visitare giardini zoologici facenti parte dell’EAZA, dall’altra rimane sempre la questione etica della cattività e dell’esposizione degli animali.

elefante, bioparco di Roma
Foto di Simone Ramella su Flickr

Un’altra soluzione, quella che riteniamo essere la più etica, è quella dei santuari per animali. Si tratta di strutture che accolgono animali che per cause di forza maggiore non possono vivere in natura, come ad esempio individui vissuti troppo a lungo in condizioni di cattività, salvati dai commerci illegali o dai circhi. I santuari si prendono cura di questi animali e prevedono aree naturali dove gli animali possano vivere in condizioni di semilibertà, spesso nei luoghi originari della specie. Nei santuari inoltre la presenza degli esseri umani è molto limitata, per evitare di stressare troppo gli animali.

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Santuario Kimana, Kenya – Foto di Wilmy van Ulft su Unsplash

Come distinguere i veri santuari da quelli falsi

Come detto, i santuari sono strutture etiche che salvaguardano la vita degli animali. Esistono tuttavia santuari “falsi”, che mettono al centro il profitto e non si curano realmente del benessere delle specie ospitate. Come distinguere quindi un santuario reale da uno falso? Ecco alcuni accorgimenti:

  • In un vero santuario non è permesso accarezzare o toccare gli animali, in quanto si tratta spesso di fauna selvatica. Nei santuari reali gli animali interagiscono tra di loro e hanno comportamenti naturali. Nel caso in cui invece sia possibile avere contatti ravvicinati con specie selvatiche, probabilmente si tratta di falsi santuari, dove gli animali vengono usati per attirare visitatori. In certi casi all’interno dei falsi santuari viene modificata persino la fisicità degli animali: ad esempio le tigri vengono private degli artigli, per non costituire un pericolo per le persone.
  • In un vero santuario sono presenti quasi esclusivamente esemplari adulti, che hanno trascorso gran parte della loro vita in cattività e che non possono pertanto essere rilasciati in natura. Nei falsi santuari invece ci sono numerosi cuccioli, che risultano molto più attrattivi.
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Parco Nazionale di Nagarahole, India – Foto da Wikimedia Commons

Conclusioni

Per concludere, per vivere un’esperienza etica e realmente educativa a contatto con gli animali selvatici consigliamo di sostenere i veri santuari, piuttosto che gli zoo. Gli animali non devono essere a disposizione degli esseri umani, ma devono avere il diritto di vivere nel modo più naturale possibile.

 

Foto di copertina: Irene Grace Tolentino su Unsplash


Autore: Martina Manzotti

Ciao! Mi chiamo Martina e vivo a Pergolese, un piccolo paesino in provincia di Trento. Frequento l'ultimo anno di Lingue per il Turismo e l'Impresa presso l'Università di Trento. Durante il mio percorso universitario ho scelto di approfondire l'inglese e lo spagnolo. Nel tempo libero mi piace soprattutto fare camminate, ascoltare musica, giocare a carte, passare del tempo con i miei tre gatti e informarmi di attualità. Inoltre mi interessano molto le tematiche riguardanti la sostenibilità ambientale e l'inclusività.
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