La strada verso la neutralità climatica entro il 2050 non sarà facile. Secondo Bill Gates, sarebbe la più grande impresa svolta dall’umanità. Scopriamo insieme perché.
Attualmente rilasciamo nell’atmosfera 51 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno; l’obiettivo è arrivare a zero emissioni entro il 2050.
Nel suo libro “Clima: come evitare un disastro” il fondatore di Microsoft prova a delineare la strada verso questo ambizioso obiettivo, ritenuto dall’autore decisamente più arduo rispetto a quello di debellare il
COVID-19, con in quale trova alcuni punti in comune: entrambi gli obiettivi richiedono la cooperazione internazionale e il contributo della scienza. A differenza del virus, però, i cambiamenti climatici
dipendono da molteplici cause e non basterà la scoperta di un vaccino per azzerare le emissioni.
I cinque settori maggiormente responsabili delle emissioni di gas serra sono:
- produzione industriale (cemento, acciaio, materie plastiche – causa del 31% delle emissioni globali),
- produzione di energia elettrica (27%),
- agricoltura e allevamento (19%),
- trasporti (16%),
- riscaldamento e condizionamento (7%).
Nel libro, per ognuno di questi settori, sono individuate delle alternative ecologiche attualmente in fase di sviluppo o comunque non ancora convenienti rispetto alle tecniche o ai materiali oggi utilizzati.
Gates introduce il concetto di Green Premium riferendosi al sovrapprezzo che bisogna pagare per attuare queste tecnologie non inquinanti, sottolineando che è necessario investire decisamente più nella ricerca e
sviluppo di queste innovazioni per poterle produrre in larga scala e far sì che, a fronte di una domanda consistente, siano in grado di colmare la differenza di prezzo con i sostituti inquinanti. Affinché ciò avvenga,
è fondamentale il ruolo delle politiche governative, che hanno la possibilità di introdurre una tassa per gli inquinanti ed incentivi per le alternative a emissioni zero.
Avere chiaro l’obiettivo
Attenzione, si parla di alternative non inquinanti e non meno inquinanti! L’obiettivo è azzerare le emissioni di gas serra e per raggiungerlo è necessario orientare i nostri sforzi verso tecnologie e prodotti ad
emissioni zero. Alcune fonti di energia alternative ai combustibili fossili, – come il gas naturale – seppur in grado di diminuire le emissioni, non possono azzerarle. Ciò potrebbe andare addirittura contro l’obiettivo
neutralità climatica: alcune tecnologie richiedono enormi impianti che hanno bisogno di decenni per ottenere il ritorno degli investimenti effettuati e perciò, se messi in piedi oggi, saranno ancora attivi al 2050.
Transizione energetica
Considerando il nostro attuale grado di dipendenza dai combustibili fossili, non è mai stata effettuata una transizione del genere in soli 30 anni. È storicamente noto, infatti, che l’adozione di nuove forme di energia
richieda molto tempo, com’è possibile osservare dal seguente grafico che mostra la percentuale di energia sul totale offerta nel corso degli anni rispettivamente da carbone, petrolio, gas naturale ed energie
rinnovabili.
In passato siamo passati da una fonte all’altra perché era più conveniente e potente, mentre ora la transizione è dettata da esigenze climatiche. Ciò vuol dire che se da un lato siamo guidati da ragioni
ambientali, etiche e sociali nel passaggio a fonti di energia a emissioni zero, dall’altro il mercato ostacola questa transizione.
Non lasciare nessuno indietro
I più penalizzati dal cambiamento climatico sono, ancora una volta, i paesi in via di sviluppo ed in particolare l’Africa e l’Asia meridionale; anche se ne sono assolutamente incolpevoli considerando le basse
emissioni che producono. Questi paesi si trovano a ridosso dell’equatore e sono più sensibili all’aumento delle temperature, considerando anche che la quasi totalità delle persone non ha a disposizione sistemi di
raffreddamento. Inoltre, le temperature estreme hanno grande impatto sul loro principale mezzo di sostentamento: i raccolti. In secondo luogo, per svilupparsi dal punto di vista economico e sociale dovranno
consumare una quantità maggiore di energia ed al momento le alternative più economiche sono fornite dai combustibili fossili. Sarà onere dei paesi più industrializzati guidare la transizione ecologica, affinché
questi paesi possano crescere utilizzando energia, tecniche e materiali ad emissioni zero senza dover pagare un sovrapprezzo.
L’obiettivo zero emissioni, considerando che i cinque settori prima nominati sono fondamentali nella nostra quotidianità, sembra essere addirittura pretenzioso, ma è l’unico modo per evitare il surriscaldamento
climatico che è influenzato da ogni singola emissione di gas serra. Se a ciò aggiungiamo la crescita della popolazione e l’aumento dei consumi generato dal progresso economico globale, possiamo realizzare la
grandezza della sfida che ci troviamo ad affrontare.
Come contribuire
La tecnologia, l’innovazione e le politiche governative dovranno essere i nostri migliori alleati in questa lotta. Cosa possiamo fare noi?
Nel libro di Gates non mancano elogi per la nuova generazione che, grazie al suo attivismo, è stata in grado di inserire finalmente il cambiamento climatico al centro del dibattito politico odierno. Bisogna anzitutto
riconoscere che il riscaldamento globale è un problema reale ed è grave, motivo per cui bisogna cominciare ad agire adesso.
Ridurre i consumi, indirizzare la domanda verso prodotti e tecnologie a impatto zero e sostenere politiche che abbiano a cuore il tema dei cambiamenti climatici può essere un ottimo punto di partenza, dando un
chiaro messaggio di sostegno alle attività tese al raggiungimento di questo obiettivo comune.
Immagine di copertina: foto di Appolinary Kalashnikova on Unsplash
Autore: Andrea Incarnato.
Sono un appassionato ammiratore della vita in tutte le sue forme, mi piace girare il mondo e conoscerlo in lungo e in largo; per questo, credo fortemente che si debba salvaguardare il nostro pianeta ed essere responsabili verso ogni forma di vita.