Tra spiagge colorate e panorami suggestivi, partiamo per un viaggio sostenibile attraverso le sfumature del rosso, verde e infine del nero delle isole Hawaii.

In tempi di corona virus siamo impossibilitati a prendere un aereo per andare dall’altra parte del mondo. Quindi, perché non farlo leggendo? Così da mettere in moto il nostro spirito avventuriero per quel tempo in cui viaggiare sarà di nuovo un’attività praticabile. Occasione anche per riorganizzarsi e mettere in atto viaggi responsabili e sostenibili, vantaggiosi per noi e per il futuro del nostro pianeta.

Le Isole Hawaii, situate nell’Oceano Pacifico a chilometri di distanza dalle coste degli Stati Uniti, di cui fanno parte, sono l’arcipelago più lontano dalla terra continentale, con un paesaggio in continua trasformazione. Proprio in queste Isole da qualche anno la sfida ambientale e gli sforzi per preservare la cultura autoctona si stanno facendo strada. In questi anni si sta sostenendo uno sviluppo su larga scala a sostegno di sforzi a livello locale per spingere lo Stato verso la sostenibilità.  La millenaria cultura hawaiana è conservata al pari della sua natura possente e vulcanica. Strati di lava accumulatisi in oltre 25 milioni di anni di eruzioni sottomarine hanno dato vita ad un arcipelago costituito da otto isole principali attraversate da scogliere e profondissimi canyon alti centinaia di metri.

Mappa Hawaii

Tra le molteplici curiosità che interessano questo arcipelago spiccano sicuramente le diverse spiagge caratterizzate da sabbia che potremmo definire anomala. Infatti sono contraddistinte da colori fuori dall’ordinario o almeno diversi da quei colori che normalmente siamo abituati a vedere in una spiaggia. Proprio per questo sveleremo la loro meravigliosa natura addentrandoci in un viaggio fatto di colori attraverso le sfumature del rosso, verde e infine del nero. Partiamo alla scoperta delle Hawaii attraverso tre delle spiagge colorate più incredibili al mondo. Tenendo sempre presente che quando si visita un luogo è bene farlo consapevolmente, informandosi sulla storia e sulla cultura locale.

Prima tappa: spiaggia di Kaihalulu

spiaggia colore rosso hawaii
Sabbia colorata della spiaggia di Kaihalulu. Nell’arcipelago delle Hawaii è una delle spiagge colorate più suggestive. Foto di Slava via Unsplash

Partiamo dal primo colore di questo percorso: il rosso. La spiaggia protagonista è quella di Kaihalulu. Indubbiamente uno degli angoli più affascinanti e spettacolari delle Isole Hawaii, in cui il contrasto tra il rosso della sabbia, il verde acceso della vegetazione e il colore blu dell’oceano rendono il paesaggio ancora più suggestivo. Si trova sulla bellissima isola di Maui, sulla costa orientale. Non è facilissimo raggiungerla: si arriva solamente a piedi seguendo un percorso che languisce il profilo della scogliera, a tratti scosceso e sabbioso ma non particolarmente impegnativo. È comunque consigliato raggiungerla con l’ausilio di guide locali, per evitare inconvenienti sul percorso. Il panorama spettacolare che offre e la sua bellezza incontaminata ne valgono la fatica. La baia è protetta sul lato dell’oceano da un muro di roccia lavica nera frastagliata e da una ricca vegetazione, che contribuiscono a rendere lo scenario quasi ultraterreno.

Nel corso dei secoli il deposito dei residui di cenere lavica e i detriti ricchi di ferro del monte che domina la spiaggia hanno conferito questo colore alla sabbia.Da un punto di vista mitologico, secondo la leggenda più nota, la creazione di questo colore fu dato dalla battaglia che avvenne tra la dea del fuoco (Pele) e la sorella maggiore (Dea del Mare). Pele venne uccisa e il suo corpo si depositò sulla spiaggia e proprio dalle sue ceneri la sabbia prese questo colore nero-rossastro. La natura viene svelata nella sua totale bellezza. Visitare questa spiaggia è un’esperienza che non bisogna precludersi, scoprendo uno dei luoghi più incantati e surreali del pianeta nel rispetto dell’ambiente naturale circostante.

spiaggia rossa sassi cuore
Sabbia rossa vista da piú vicino, foto di Scott Smorra

Seconda tappa: spiaggia di Papakolea

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Spiaggia di Papakolea, una delle spiagge colorate delle Isole Hawaii. Foto di Thomas via Flickr

Proseguiamo con il secondo colore: il verde. Qui ci troviamo nella spiaggia di Papakolea. La primissima particolarità di questa spiaggia, oltre al suo colore verde, è il fatto di essere una delle sole quattro spiagge con sabbia di questo colore in tutto il mondo. Le altre si trovano in Norvegia, isole Galapagos e Guam. Il colore verde di questa spiaggia è dato dal vulcano Pu’u Mahana, che non erutta più da ben 49 mila anni e si trova proprio di fronte alla spiaggia hawaiana.

La spiaggia si trova vicino a South Point (situato nell’isola di Hawaii) ed è raggiungibile attraverso un trekking, lungo più o meno 3 chilometri, che percorre un sentiero costiero per poi arrivare fino alla spiaggia. Percorribile pagando un dazio è consigliabile comunque effettuarlo con delle guide locali. Anche in questo caso i panorami incredibili e la destinazione unica compensano lo sforzo. Questa bellissima spiaggia è racchiusa in una baia protetta da un cono vulcanico parzialmente crollato, eroso dalla forza del mare.

Proprio questo cono di cenere vulcanica è ricco di un minerale chiamato Olivina, che contiene magnesio e ferro, molto presente nella lava delle Hawaii poiché è uno dei primi cristalli che si formano quando il magma si raffredda. Conosciuta anche come Peridoto: quando è in forma cristallina infatti costituisce questa gemma preziosa. L’olivina è conosciuta anche per la sua azione disintossicante e rivitalizzante, soprattutto sulla pelle. A estrarre questo minerale è la forza erosiva dell’oceano. La forza dell’acqua erode il cono di cenere vulcanica e trascina i cristalli di olivina sulla spiaggia. Poiché questi cristalli sono più pesanti e più densi dei frammenti di cenere e di altri materiali rocciosi rilasciati dall’acqua, si accumulano sulla spiaggia nel punto in cui i la sabbia vulcanica tocca l’acqua. Questi cristalli vanno e vengono, poiché l’erosione è costante, ed è per questo che sono sempre presenti.

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Sabbia verde vista da piú vicino, foto di J Gates via Flickr

Terza e ultima tappa: spiaggia di Punalu’u

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Sabbia nera della spiaggia di Punalu’u, una delle spiagge più incredibilmente colorate delle isole Hawaii. Foto di Geoff Sills via Flickr

Infine vi è il nero, con la spiaggia di Punalu’u. Un’altra meravigliosa spiaggia presente nell’arcipelago delle Hawaii, formata da lava vulcanica che le conferisce questo colore scuro. Quando la lava del vulcano ha raggiunto il mare si è raffreddata così velocemente che si è frantumata in piccoli pezzi, conferendo questo bellissimo colore. La sabbia nera della spiaggia è resa ancora più lucida dall’acqua del mare che penetra per molti metri all’interno della battima scivolando tra i piccolissimi sassi che formano la spiaggia. Caratterizzata da un’immensa distesa di sabbia nera questa spiaggia si trova sulla costa sud orientale dell’isola di Hawaii. Il componente principale della sabbia è il basalto polverizzato, proveniente dalle eruzioni del vulcano Mauna Loa. La baia è circondata da una distesa di alberi di palma che rendono il panorama ancora più suggestivo.

Questa zona è conosciuta anche per la presenza di sorgenti d’acqua dolce, molto più fredda dell’acqua dell’oceano che scorre sopra l’acqua salata: si dice che gli antichi si tuffassero con delle brocche per riempirle dell’acqua da queste sorgenti. Infatti nella lingua hawaiana lui pena ‘ u, da cui prende il nome la spiaggia, significa “immersioni coralline per” o “immersioni primaverili per”.

Un altro motivo per cui una delle spiagge più stanamente colorate delle Hawaii è così famosa è la presenza delle tartarughe marine embricate e verdi. Sono una categoria in via d’estinzione poiché rappresentano le specie più rare tra le tartarughe presenti nell’Oceano Pacifico.

tartarughe marine hawaii spiaggia nera
Tartarughe marine sulla sabbia nera di , foto di jan lackie via Flickr

A questo proposito è interessante rilevare uno studio, svolto da ricercatori statunitensi e giapponesi, di qualche anno fa. Tale studio ha messo in luce l’oscuro mondo della pesca illegale non regolamentata di questi animali. Inizialmente mirava ad analizzare il comportamento delle tartarughe marine presenti sull’isola, a grave rischio di estinzione. La studio però posò l’attenzione, attraverso l’analisi dei vari dati dei registri doganali e un lavoro meticoloso di verifica di tali informazioni, sulle numerose attività illegali che ruotavano attorno a questi animali. La carne di queste tartarughe è velenosa, per cui la pesca avveniva e avviene anche oggi principalmente per ricavare e successivamente lavorare i gusci di queste tartarughe. Si è visto che le principali attività di esportazione di queste tartarughe sono avvenute maggiormente nel sud est asiatico, probabilmente per problemi di governance e relazioni commerciali di lunga data che hanno formato reti commerciali complesse e opache.

La presenza di queste bellissime tartarughe attira ogni anno un numero sempre maggiore di turisti. Quello che le persone possono fare, entrando in contatto con la cultura locale, è contribuire attivamente a disincentivare queste pratiche. Astenendosi, per esempio, dall’acquisto di prodotti di tartaruga da venditori illegali e privilegiando l’acquisto di prodotti ittici locali provenienti da fornitori controllati in tema di sostenibilità ambientale.

Queste sono solo alcune tra le spiagge più suggestive e affascinanti del nostro pianeta. In questo arcipelago il turismo è diventato ormai fonte principale di ricchezza per lo stato, ma il bisogno di attuare metodi sicuri e responsabili è necessario se si vuole promuovere e sostenere la cultura locale insieme al suo territorio

Anche noi, nel nostro piccolo, possiamo contribuire a sostenere il paesaggio e la natura che caratterizzano queste bellissime spiagge. Come? In vacanza facciamo spesso fatica a rinunciare alle nostre abitudini. Ma la cosa bella, quando si viaggia, non è proprio quella di trovare il giusto equilibrio tra ciò che più ci piace e la cultura che ci ospita?

Per esempio visitare queste spiagge in modo più ecologico e conveniente: a piedi. La visita diventa più lenta, ma anche più profonda e sostenibile. In alternativa i mezzi locali sono perfetti per spostarsi senza impattare troppo sull’ambiente e per conoscere usanze e consuetudini del posto.

Chiedere suggerimenti, specialmente agli abitanti del luogo, permette di entrare in sintonia con la cultura locale e con l’ambiente circostante. Tutto questo rende la vacanza una permanenza che permette di vivere per un po’ in un luogo e non semplicemente di visitarlo da turista.

Mi piace citare alcune strofe di una canzone che, secondo me, racchiude proprio questa idea di viaggiare:

“Paese significa storia
E storia significa lingua
Impara la tua direzione
Da gente che non ti somiglia
Il viaggiatore viaggia solo
E non lo fa per tornare contento
Lui viaggia perché di mestiere
Ha scelto il mestiere di vento”

Da “Il viaggiatore” di Mercanti di liquore”

Immagine di copertina: foto di Peter Vanosdall via Unsplash


Autore: Chiara Grottola

Ciao! Mi chiamo Chiara, sono cresciuta tra le terre del buon vino e della peará. Quando non sono impegnata ad interpretare qualche cavillo giuridico mi piace immaginarmi in qualche posto remoto in mezzo alla natura. Non ho un gran senso dell'orientamento, per questo mi perdo spesso, ma la maggior parte delle volte trovo strade alternative meravigliose. Mi piace avventurarmi e scoprire che il mondo è pieno di volti e luoghi familiari. Perché non cercarli facendo attenzione a preservare l'ambiente e ciò che ci circonda? Ne vale la pena, ve lo garantisco.
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