Un mix vincente di creatività, riciclo e sostenibilità. Tutto in un Eco-B&B che promuove il turismo lento nella Valle Imagna. Abbiamo intervistato Letizia Invernizzi, proprietaria dell’EcoBnB Botton d’Oro
Reciclare e ridare nuova vita agli oggetti. Questa è la filosofia del B&B Botton d’Oro e della sua proprietaria, Letizia Invernizzi. Dopo la sua tesi di laurea sul turismo slow nella Valle Imagna, Letizia ha deciso di creare un’ospitalità diversa e green nel suo territorio, facendo così la differenza.
Il desiderio di un cambiamento sostenibile e responsabile è ciò che ha ispirato Letizia Invernizzi, portandola a dare vita al suo eco B&B. Il suo progetto ha preso forma poco per volta, partendo da un appartamento sfitto che lei stessa, con l’aiuto dei suoi cari, ha deciso di reinventare. Quasi nulla o nulla è stato buttato, il riciclo creativo di mobili, decorazioni e piccoli oggetti è stato uno step fondamentale per la realizzazione del suo sogno.
Questa è l’intervista che abbiamo fatto a Letizia, per conoscere meglio lei, la sua attività e il suo territorio.
Come è nata l’idea del B&B Botton d’Oro Valle Imagna?
Il B&b Botton d’Oro Valle Imagna è frutto di un sogno e di una speranza, mia e del mio ragazzo, di ridare luce e vita alla piccola e sconosciuta valle in cui viviamo attraverso lo sviluppo di un turismo sostenibile e responsabile. La valle Imagna, a differenza delle valli limitrofe in cui vi è una forte urbanizzazione e un abbandono dei saperi funzionali, fortunatamente è riuscita a mantenere intatte molte risorse naturali e culturali. Tuttavia, oggi si sta osservando un grande esodo verso la città perché le persone, i giovani in particolare, non credono nelle potenzialità che possiede il luogo in cui sono nati. Di conseguenza partono e vanno alla ricerca di altro.
Anche io a 19 anni, terminate le scuole superiori, ho deciso di partire. Convinta di voler trovare il mio posto nel mondo, ho deciso di fare l’interrail un anno in giro per l’Europa. Alla fine del viaggio però mi sono accorta che quello che mi mancava veramente era il luogo in cui ero nata e cresciuta, e non chiedermi il perché, ma ho avuto come un’illuminazione e sono tornata. Mi sentivo un po’ come Heidi in città, mi mancavano le mie montagne, il Monte Resegone, i prati in estate e l’atmosfera di quiete e di vita che respiravo lì. Il viaggio però mi ha fatto capire che se fossi tornata a casa, avrei dovuto cambiare qualcosa. Volevo fare qualcosa di buono per il mio paese, non volevo sfruttare niente e nessuno, sentivo di voler contribuire ad un progetto innovativo che rispettasse e rispecchiasse il territorio e i suoi valori.
Come sei riuscita a concretizzare questo desiderio di cambiamento?
Sono tornata e mi sono iscritta all’università di lingue e letterature straniere (indirizzo turistico). Durante il terzo anno, in seguito a un corso di governance territoriale, mi sono resa conto che il territorio in cui vivo è veramente una miniera di risorse. Bisogna però crederci e lavorare sodo per farle emergere e valorizzarle in modo responsabile. E così ho fatto, mi sono laureata poco fa e l’anno scorso, dopo essermi trasferita da casa mia (Corna Imagna) con il mio ragazzo a Fuipiano e aver trascorso più di sei mesi a ristrutturare il b&b, siamo riusciti finalmente ad aprile a luglio.
È stata dura! Io, il mio ragazzo e suo padre abbiamo passato tutti i weekend e i momenti liberi a ristrutturare la piccola struttura. A lavori terminati, la soddisfazione era infinita. Sono felicissima di aver compiuto questo passo perché sento che sto contribuendo alla rigenerazione del mio territorio. In particolare, tema a noi caro è la sostenibilità ambientale e l’impatto che la mia attività ha sull’ambiente.
Quindi, tornando alla domanda principale, credo che una citazione dell’autore Marco Balzano calzi a pennello in questa situazione: “Se per te questo posto ha significato, se le strade e le montagne ti appartengono, non devi avere paura di restare”. Ci ho creduto e ci credo moltissimo in questo progetto. Nostante i problemi siano tanti, nonostante la mentalità delle persone non sia così facile da cambiare, nonostante la paura di sbagliare e di non farcela. Passo dopo passo, voglio contribuire a migliorare il mondo.
Quali buone pratiche di sostenibilità avete adottato?
Opto per un elenco, così da poter essere chiara ed esaustiva:
• Abbiamo scelto di ristrutturare un appartamento di proprietà sfitto anziché costruirne un altro, evitando così di sottrarre ulteriore spazio al verde.
• Ci siamo impegnati in un progetto di riciclo creativo della maggior parte dell’arredamento (porte, finestre, piccole decorazioni).
• è stata nostra premura usare il legno come materia prima certificato FSC.
• Abbiamo stipulato un contratto con E-on, il quale ci fornisce di elettricità certificata proveniente da fonti rinnovabili. Inoltre, speriamo, nel giro di pochi anni, di istallare pannelli fotovoltaici per gestire il fabbisogno di energia elettrica e acqua calda.
• Ci siamo impegnati a ridurre drasticamente/eliminare l’utilizzo della plastica.
• Per le colazioni impieghiamo esclusivamente prodotti/ingredienti biologici, di stagione e km0 (ad esempio la nostra fattoria per le uova, i prodotti dell’orto per il pic-nic e il latte vaccino dell’azienda limitrofa) o provenienti da presidi Slow food.
• Utilizziamo materiale promozionale, carta igienica e tovaglioli ottenuti da carta reciclata.
• Facciamo accuratamente la raccolta differenziata, destinando l’umido ai nostri piccoli animali da cortile o alla compostiera domestica.
• Sostituiamo la biancheria ad ogni cambio ospite, impiegando detersivi ecologici “Amway”, utilizzando il programma Eco ed evitando profumi e ammorbidenti.
• Impieghiamo bagnoschiuma, sapone e shampoo ecologico del marchio “biolù”, anche se vorrei iniziare a produrmeli in casa.
• Utilizziamo lampadine a basso consumo (di questo se ne occupa il mio ragazzo che è elettricista).
Cosa viene apprezzato maggiormente dai vostri ospiti?
In primis la cura dei minimi dettagli, la sensibilità che possiedo nei confronti dell’ambiente e in particolare, del tema dell’ecologia. Amano l’accoglienza, la familiarità e la passione che metto nel prendermi cura di loro. In secondo luogo, offriamo un servizio di qualità, una qualità che è da un lato biologica e territoriale, dall’altro ambientale, etica e anche nutrizionale.
Quali sono gli itinerari verdi da non perdere nei dintorni?
Essendo ubicati in montagna, sono innumerevoli gli itinerari naturalistici e culturali presenti sul territorio. In particolare vorrei citarne due: La Via del Latte e della Pietra, che ripercorrono i sentieri un tempo attraversati dai bergamini con le loro mandrie di vacche in transumanza verso i pascoli estivi o verso la pianura nei mesi invernali.
Il paese in cui vivo possiede tuttora, anche se purtroppo si sta via via abbandonando, la cultura del latte e della pietra. Qui infatti è nato un particolare stracchino, chiamato oggi “stracchino all’antica delle valli orobiche”, fonte di sostentamento per le popolazioni locali prima del dopoguerra. Inoltre, questi luoghi pullulano di costruzioni e manufatti unici in pietra, ma una pietra particolare, locale, la “prida” e la “pioda”, utilizzate per la realizzazione di stalle e delle abitazioni. Grazie ad abili costruttori, a partire dal 1600 le contrade hanno preso vita, fulcro vitale per gli agricoltori e allevatori di quel tempo che vivevano di ciò che dava loro la terra.
Cosa ci si pùo aspettare da questo territorio che tanto ami?
Fortunatamente il nostro è un territorio in cui la natura prevale ancora e possiamo godere di paesaggi molto variegati. Si passa da fenomeni di carsismo diffuso (sono state trovate circa 250 grotte), boschi di faggi, castagni, betulle, tigli e querce, per arrivare in alto a boschi di abeti, pascoli e alpeggi dove pascolano liberi cavalli, asini e vacche.
Non solo la flora è variegata, bensì anche la fauna. Tra le diverse valli della bergamasca, la Valle Imagna rappresenta uno dei territori che non ha ancora subito alterazioni a causa del processo di territorializzazione da parte dell’uomo. Grazie alla presenza di numerose aree verdi e boschive intatte, è ancora presente una fauna ricca. Essa si concentra oprattutto nel versante orientale, dove gli insediamenti umani sono pochi a causa della morfologia del territorio.
Quali particolari specie popolano queste zone?
Nelle zone coltivate e nelle aree culminali in cui si esercita l’attività di pascolo sono presenti l’averla piccola, il codirossone, lo zigolo giallo, lo zigolo muciatto e in particolare il re di quaglie, rara specie nidificante in Italia.
Nelle faggete sono presenti specie di uccelli e mammiferi legati al bosco. Spiccano i picchi rosso e muratore, lo sparviere e il falco pecchiaiolo. Recente è l’insediamento del falco pellegrino, specie che aveva subito un importante declino durante i decenni passati. Non mancano popolazioni, non ancora particolarmente numerose, di ungulati: sono segnalati il cervo e il cinghiale.
Cosa consiglieresti ad altri ecobnb?
Non buttare via niente di ciò che avete in casa perché potrebbe sempre tornare utile nella vita!
Questo è il progetto di Letizia Invernizzi, che ha voluto fondare il suo B&B sui principi del riciclo creativo e del rispetto per l’ambiente.
Che dire, Letizia si è rimboccata le maniche e ha reso il suo sogno realtà.
Qual è invece la tua idea di cambiamento? Credi che il tuo territorio abbia delle potenzialità non ancora sfruttate al 100%?
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