Giovani e agricoltura, un binomio che negli ultimi anni si sta facendo sempre forte in tutta Italia. C’è chi sceglie di coltivare biologico, chi di gestire l’agriturismo, chi si dedica all’allevamento e la produzione di formaggi. Tante storie, diverse e uniche, ma con un leitmotiv comune: l’amore per la terra.
Quasi quasi scelgo la campagna. E lo fanno davvero, giovani contadini ma anche giovanissime imprenditrici agricole. Nel 2015 sono aumentate del 76% le ragazze under 34 che hanno deciso di lavorare la terra, è il dato sorprendente di una statistica appena pubblicata da Coldiretti.
Ma quali sono le ragioni che spingono a questa scelta? I giovani si stanno confrontando con due grandi questioni: da un parte la diffusa disoccupazione, con tassi record nel 2014 e dall’altra la voglia di condurre una vita sana e all’aria aperta, recuperare il rapporto con la natura e con la terra, un desiderio condiviso da sempre più italiani. La risposta? Lavorare nell’agricoltura.
Secondo un sondaggio Coldiretti il 57 % dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (18 %) o fare l’impiegato in banca (18 %).
Le campagne, insomma, «possono offrire prospettive di lavoro sia per chi vuole intraprendere con idee innovative che per chi vuole trovare una occupazione anche temporanea – dice il presidente della Coldiretti – l’esperienza dimostra che molti giovani hanno saputo riconoscere ed incarnare le potenzialità del territorio trovando opportunità occupazionali, ma anche una migliore qualità della vita».
I dati Istat riferiti sempre all’anno scorso indicano che l’agricoltura ha fatto registrare un incremento record del 7,1 % nel numero di occupati, che è dieci volte superiore al valore medio totale di tutti i settori, con circa 57 mila nuovi lavoratori.
Sempre secondo le statistiche di Coldiretti, la crescita femminile è 3 volte superiore rispetto a quella dei coetanei maschi (che aumentano comunque del 27%, sulla base dei dati Istat relativi a primi nove mesi del 2015).
C’è così una nuova generazione di 60 mila contadini, allevatori e pastori che stanno prendendo in mano il settore agricolo, per anni considerato vecchio e inappropriato, portando innovazione e impegno verso la costruzione di un mondo migliore.
Ma chi sono questi giovani agricoltori che hanno deciso di investire nella terra? Ragazzi e ragazze pronti a rimboccarsi le maniche, alzarsi all’alba e lavorare fino a tardi, a rinunciare alle domeniche e alle ferie pagate, ma con la soddisfazione di stringere tra le mani i propri prodotti appena colti, di apprezzare la compagnia degli animali e infine sedersi la sera stanchi ma felici gustando pietanze dal sopore autentico.
Così è stato per Alessandro Boasso e Arianna Marengo, che poco più che trentenni hanno dato vita alla fattoria I Pascoli di Amaltea a Mombarcaro, nelle langhe piemontesi. La loro avventura è partita acquistando una cascina e dieci pecore delle Langhe, un animale autoctono un tempo molto diffuso, il cui numero si è ridotto a poco più di duemila esemplari. Questi splendidi animali, dalle gambe e orecchie lunghe e mantello bianco, hanno conquistato i cuori di Arianna e Alessandro che oggi ne contano 60 esemplari. Quattro anni fa hanno fondato un caseificio con cui producono diversi formaggi, tra cui la tuma della pecora delle Langhe, contribuendo a valorizzare la biodiversità animale e la ricchezza alimentare. Infine offrono diversi laboratori alla loro fattoria didattica per trasmettere l’amore e il rispetto verso la terra e gli animali, promuovendo uno stile di vita sostenibile.
Un percorso simile è quello di Alice Delmonego che, a poco più di 20 anni finita l’università, ha scelto di gestire la Malga Riondera situata vicino ad Ala in Trentino ai confini del Parco Regionale dei Monti Lessini e delle Piccole Dolomiti. Quella gestita da Alice non è solo un azienda agricola in cui poter acquistare prodotti freschi, ma è anche un bioagriturismo dove pernottare e una fattoria didattica che conta sull’aiuto di asini, pecore e galline.
Spesso in queste scelte i costi possono essere un freno per molti giovani che vorrebbero investire il loro futuro nell’agricoltura ma non hanno le risorse economiche per acquistare i terreni. A volte però l’amore per la terra infrange le regole di un’economia basata sul profitto, per promuovere invece progetti di sostenibilità. Questa è stata l’idea alla base dell’iniziativa di Lia Taddei e suo marito Franco Rabezzana che attraverso un bando pubblicato online (http://www.relaissandesiderio.com/anticheterre/) hanno ceduto gratuitamente le loro terre in Piemonte e Toscana a giovani volenterosi con progetti di agricoltura esclusivamente sostenibile.
Insomma la natura si sta rivelando non solo come opportunità lavorativa giovanile e di crescita economica sostenibile, ma come un’occasione di solidarietà e riscoperta di un amore comune.
Foto di Copertina: Campi coltivati di Djè Sartre, via Flickr