Viaggiare è di certo uno dei piaceri della vita. Che sia per lavoro o per vacanza, visitare nuovi luoghi, o semplicemente posti diversi da dove solitamente si vive, arricchisce sempre e, in molti casi, fa scoprire nuove parti di sé. Certo, ancora meglio se si viaggia per piacere e ci si tuffa a capofitto in arte, storia, cultura e paesaggi.
Oggi viaggiare è diventato accessibile a quasi tutti, grazie alle compagnie aeree low cost, a procedure burocratiche più rapide e digitali e a un’offerta sempre più ampia di mezzi di trasporto e strutture ricettive.
Negli ultimi anni, il mondo intero si è impegnato a rendere ogni luogo più accogliente e connesso, alimentando uno dei settori economici più redditizi di sempre: il turismo.
Viaggiare, viaggiare, viaggiare
La presenza di sempre più servizi a basso costo e una burocrazia sempre più digitale e semplice hanno permesso a milioni di persone di viaggiare ogni anno e di raggiungere qualsiasi meta loro desiderino.
E anche chi resta a casa può “viaggiare virtualmente”: basta avere un computer, una connessione a internet e una VPN economica per scoprire contenuti e offerte da ogni parte del mondo.

L’overtourism
Sebbene viaggiare sia diventato molto più semplice e alla portata di tutti, ciò ha comportato una problematica non indifferente: l’overtourism.
Si tratta di un fenomeno in cui l’afflusso eccessivo di turisti in un’area compromette la qualità dell’esperienza, l’ambiente e la vita dei residenti.
Basti pensare alle centinaia di persone che si accalcano di fronte a un quadro non permettendo a tutti di poterlo ammirare, magari nella sua completezza, ma soprattutto abbandonarsi all’opera ed empatizzare con l’artista. Oggi è tutto un: corri, trova, scatta, prossimo obiettivo.
Il turismo diventa spesso una corsa frenetica tra una foto e l’altra, perdendo il senso più profondo del viaggio: vivere un’esperienza autentica.

Le conseguenze dell’over tourism
L’overtourism non è solo un fastidio per i visitatori, ma ha impatti concreti sull’economia, sull’ambiente e sulla società locale.
Ecco alcuni degli effetti più rilevanti:
- Prezzi degli affitti e delle case alle stelle: a causa della grande richiesta di case vacanze e B&B (Bed and Breakfast), molti proprietari di immobili preferiscono gli affitti brevi a quelli lunghi, rendendo difficile per i residenti trovare una casa a prezzi accessibili.
- Meno identità: questa problematica colpisce soprattutto il settore della ristorazione, ma in generale può affliggere qualsiasi attività commerciale. In poche parole si abbandona una propria identità e si preferisce servire e prestare servizi in base ai gusti dei turisti a prezzi proibitivi, a scapito della qualità e dell’autenticità;
- Non più una città ma un luna park: la vita per i reali residenti diventa impossibile. Servizi pubblici assaliti dai turisti, dagli autobus agli ospedali in alcuni casi, prezzi immobiliari altissimi, ristoranti e bar che erogano prodotti di bassa qualità solo per accontentare più persone, chiusura di attività commerciali che ai turisti non interessano.
Queste sono solo alcune delle più importanti problematiche, oltre a quelle ambientali, che l’over tourism porta ogni giorno in tutte le città del mondo. Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO), oltre 1,3 miliardi di persone hanno viaggiato nel mondo nel 2024, con un impatto crescente sulle grandi città d’arte come Venezia, Roma, Barcellona e Amsterdam.

Il turismo: una risorsa, da gestire con consapevolezza
Certo, il turismo è forse una delle migliori fonti economiche che un paese ha a disposizione. In Italia, ad esempio, rappresenta 237 miliardi sul Pil del 2025. Sono però necessari interventi mirati affinché i luoghi, tanto apprezzati dai turisti, non perdano la loro genuinità e autenticità.

Ognuno di noi può contribuire a ridurre l’impatto dell’overtourism con semplici scelte più responsabili:
- Viaggiare fuori stagione, per evitare il sovraffollamento e scoprire i luoghi in momenti più autentici.
- Scegliere destinazioni meno conosciute, come borghi, aree rurali o parchi naturali.
- Dormire in strutture eco-sostenibili, come quelle di Ecobnb, che rispettano l’ambiente e la comunità locale.
- Spostarsi con mezzi a basso impatto ambientale, come treni, autobus o biciclette.
- Vivere esperienze autentiche, partecipando ad attività locali e conoscendo le persone del posto.
Forse la vera essenza del viaggio non sta nel numero di luoghi visitati, ma nella qualità con cui li viviamo.
Viaggiare in modo sostenibile significa lasciare i luoghi un po’ migliori di come li abbiamo trovati, rispettando l’ambiente e chi lo abita.
Non si tratta di rinunciare a esplorare il mondo, ma di imparare a farlo con lentezza, rispetto e curiosità. Scattare meno foto e creare più connessioni. Solo così il turismo potrà tornare ad essere ciò che dovrebbe: un incontro tra persone, culture e natura.
Immagine di copertina: foto di Jacek Dylag via unsplash





