Siena e la sua storia… Siena e le sue campagne ordinate e confortanti: un pezzo di Italia “bella”, da riscoprire in sella a una due ruote; dall’interno delle mura sino ai più reconditi angoli della provincia… Eccovi servita un’idea di weekend tra storia, natura e ottimo cibo, alla scoperta di un angolo di toscana più intimo e sconosciuto, dove sentire il respiro della Natura.

Salta in sella con noi!

Siena, panorama, foto di Francesca Pelagatti
Siena, panorama, foto di Francesca Pelagatti

 

Weekend in Val di Merse

Si può iniziare il weekend con una cena di benvenuto presso la bottega di Stigliano, che accoglie i visitatori all’interno di un progetto di cittadinanza attiva e di partecipazione diretta in cui lo scambio e l’arricchimento reciproco attraverso le esperienze che ognuno degli avventori può portare, sono importanti per creare una rete di relazioni e conoscenze nel territorio.

Ci si è concentrati, in questi luoghi, sulla sostenibilità: l’utilizzo dei prodotti locali, la creazione di una rete per le vendite responsabile e coerente, una accurata selezione di cibi biologici, tutti provenienti dalle zone circostanti e la presenza di uno spaccio dove si possono comprare gli ingredienti appena assaporati. La prima giornata si  può concludere tra riflessi di calici e chiacchierate informali sulle future geometrie del turismo responsabile intrattenute a tavola, trascinati da un coinvolgente spirito positivo.

In un batter d’occhio è già mattino e ci si sveglia in una landa quasi incantata, Borgo Barigianino è il “quartier generale” per i veri amanti del green: una serie di appartamenti in sasso, costruiti secondo crismi ad impatto zero, quasi a creare un girotondo danzante di reminescenze d’altri tempi. Dal “villaggio” si parte alla volta della bellissima Siena, dentro le mura della città antica.

Ad accogliere i neofiti viandanti (o meglio, ciclo andanti) una dozzina di due ruote, altrettanti caschetti pronti all’uso e due eccezionali guide senesi.

I primi passi si possono muovere dalla Chiesa di San Domenico: una meraviglia tipicamente romanica, ampliata nel 1300 nella classica foggia gotica che tutt’oggi possiamo ammirare. Lo slancio verticale non sarà abbandonato nemmeno a seguito della ricostruzione avvenuta nel tardo 1800, a seguito della quale cambierà drasticamente l’aspetto interno.

La chiesa è famosa, tra l’altro, per la piccola cappella riservata a Santa Caterina da Siena, che contiene le sue reliquie, da secoli meta di pellegrinaggi e fanatismo religioso. Una Siena devota e quasi superstiziosa, quella che racchiude nell’unica navata (come d’obbligo per gli ordini mendicanti) altari, urne e antiche memorie eucaristiche insieme alle profane bandiere delle 17 contrade in cui è severamente diviso il comune.

Basilica di San Domenico, Siena, foto di francesca Pelagatti
Basilica di San Domenico, Siena, foto di francesca Pelagatti

 

Il Duomo, seconda tappa, si intravede dagli scorci mozzafiato che questo incrocio di strade e muretti cela gelosamente. In poche pedalate, avviluppati negli stretti e ombrosi viottoli della bellissima Siena, si giunge al magnifico Duomo. Incastonato nell’omonima piazza, di fattura squisitamente romanico-gotica, strizza l’occhio al suo “gemello” pisano. La composizione e la struttura delle cattedrali toscane ha risentito, infatti, dell’ovvia influenza dei materiali del luogo (marmi colorati).

Piazza del Campo, scorcio, foto di Francesca Pelagatti
Piazza del Campo, scorcio, foto di Francesca Pelagatti

 

Ancora alcuni metri di ciottolato e sanpietrini in dislivello ci separano dal cuore pulsante della città: Piazza del Campo, l’enorme conchiglia architettonica in cui tutti gli anni si svolge il tanto discusso Palio di Siena. Racchiude e incanala i così detti Terzi senesi, partizioni ideali della cittadina che a loro volta raccolgono le contrade. La singolare forma consentiva il deflusso delle acque piovane della zona, bonificata, originariamente adibita a Piazza. Una curiosità interessante: il tufo utilizzato per attutire le cadute durante il Palio dà il nome alla famosissima “terra di Siena”, gradazione del pigmento marrone utilizzatissima dagli artisti di tutti i tempi.

Scorcio di piazza del Campo da un vicolo, Siena, foto di Francesca Pelagatti
Scorcio di piazza del Campo da un vicolo, Siena, foto di Francesca Pelagatti

Il cuore di Siena: le contrade e la buona cucina

Camminando le stradine battute dal sole pallido dell’incipiente autunno è possibile riscaldarsi tra le solide mura dei tipici ristorantini di contrada: uno per tutti “La Taverna di San Giuseppe”: siamo nella contrada dell’Onda, a due passi dal fonte battesimale “profano” in cui si riceve l’iniziazione contradaiola una volta venuti al mondo. Ambientata in un fondo del 1100 la taverna si presenta come un luogo caldo e informale nonostante l’esclusività e la ricercatezza dei piatti. Ingredienti tipicamente senesi e toscani, genuini e casarecci. Molto particolari i salumi, sempre speziati, gli abbinamenti con la frutta e la verdura di stagione.

Una domenica a pedali

Concludere il week end in sella, in questi luoghi, è d’obbligo.  Si può secegliere, per cominciare, una 30 km, il c.d. “Girotondo di Sovicille”.

Si parte da Stigliano, si attraversano Padule, San Rocco a Pilli, Sovicille e si arriva a Torri. Le strade sono di viabilità secondaria, in asfalto ma poco frequentate dagli automobilisti. La campagna circostante ricorda quasi la Scozia, le sfumature di verde, in ogni stagione, si confondono e sovrappongono all’orizzonte. Si può anche scegliere di allungare il percorso costeggiando il torrente Rosia, che dà il nome all’adiacente paesino. In questo caso, meraviglia per gli occhi, può sorprendervi lungo la via il Ponte della Pia.

Il Ponte della Pia in bici, foto di Francesca Pelagatti
Il Ponte della Pia in bici, foto di Francesca Pelagatti

La Pia in questione è quella de’ Tolomei, la nobildonna senese cantata da Dante nel purgatorio. Assassinata ingiustamente dal suo sposo e costretta all’esilio in Maremma, si racconta abbia l’abitudine di ripresentarsi agli occhi dei mortali ripercorrendo, sospesa, il ponticello sul Rosia.

Una misteriosa suggestione ci accompagna alla porta di una due giorni indimenticabile. Le terre di Siena, per vocazione green, rappresentano un patrimonio materiale e immateriale di vera sostenibilità: prodotti a filiera corta, natura intatta, costruzioni in pietra, sasso e legno. Un universo da scoprire, e perché non scoprirlo attraverso i raggi di una bicicletta?

Info:  “Val di Merse in bicicletta. Itinerari in provincia di Siena”, di Enrico Caracciolo, Andrea Rossi, Jacopo Ruotolo, Ediciclo editore

Visite guidate in bici: AlicedeGregorio@yahoo.it

Foto di copertina: Abazia di san Galgano, val di Merse, Siena, foto di candido33, via flickr

 


Autore: Angela Sebastianelli

Natali parmigiani, una Laurea in giurisprudenza, un impiego di chief editor presso una Casa Editrice e un MBA appena terminato. Poi, tre passioni quasi compulsive: la scrittura, la pittura e gli animali. Nel 2004 prende corpo un esempio della sua vena narrativa che infonde in un primissimo blog; a seguire, una cascata di collaborazioni con diversi siti e testate (PAIS, Total free Magazine ecc.). Pescare dalla Babele quotidiana e riordinarne i pezzi inventando una loro nuova prima volta: questa la sua vocazione, che insegue e persegue su http://mystreamoffecklessness.wordpress.com/. La natura è la sua bussola; il verde, i tramonti che si incendiano all’orizzonte, tutto filtrato dalle orecchie attente di un cavallo, suo compagno instancabile. Il blog di Viaggi Verdi è ora una finestra sul mondo del bello, del green; per pensare, scrivere e parlare di ecologia, sostenibilità e animalismo. Quello convinto, schietto e sincero. Quello di chi gli animali li vive davvero. Da sempre.
Altri articoli di Angela Sebastianelli →


Questo articolo è stato pubblicato il weekend green ed etichettato , , , , , , , , , , , , . Ecco il permalink.