La Strage di alberi provocata dal maltempo, ha sfigurato una parte consistente dei boschi delle Dolomiti. In poche ore, più 1,5 milioni di metri cubi di alberi sono stati spazzati via come foglie da raffiche di vento fino a 190 km/h. Prima che i boschi tornino all’antico splendore, bisognerà aspettare almeno 100 anni! Cambiamenti climatici permettendo. 

Una strage di alberi di queste proporzioni è forse paragonabile solo ai danni provocati dalla Grande Guerra. L’ingente perdita di patrimonio boschivo è una ferita profonda, soprattutto per i territori colpiti. Prima di tornare alla normalità ci vorrà tempo. Gli alberi spezzati dalla potenza inaudita della natura sono circa 3 mila. E Messner ricorda: sulle Dolomiti, un vento così è assolutamente fuori norma.

Strage di alberi dal Trentino al Veneto

Strage di alberi sulle Dolomiti
Strage di alberi sugli Altipiani Cimbri, in Trentino, foto di Umberto Marchi, via Facebook

Una potente quanto imprevista ondata di maltempo ha messo letteralmente in ginocchio buona parte del patrimonio boschivo di Trentino e Veneto. Dalla Val di Fiemme alla Val di Fassa, passando per la Val d’Assa fino all’Altopiano di Asiago e agli Altipiani Cimbri, i danni al territorio ancora non sono stati del tutto calcolati.

Strage di alberi sulle Dolomiti
Alberi abbattuti dal vento a fianco delle piste da sci di Lavarone, Trentino, foto di Umberto Marchi, via Facebook

In Veneto, specialmente nella provincia di Belluno, le raffiche di vento sono state talmente forti che circa il 40% dei boschi è stato raso al suolo. Le immagini che arrivano dalle zone colpite sono al limite del reale se si pensa che gli alberi sono stata spazzati via dalla furia della natura. A primo impatto, infatti, si potrebbe forse pensare agli effetti dell’esplosione di tante bombe. Invece si tratta della forza dirompente della natura, che di fronte all’accelerato mutamento delle condizioni climatiche, si dimena prepotentemente su sé stessa alla ricerca di un nuovo equilibrio.

Strage di alberi sulle Dolomiti
Strage di alberi sugli Altipiani Cimbri, Trentino, foto di Umberto Marchi, via Facebook

 

Come riportano i dati della Protezione Civile, in poche ore sono caduti fino a 1,5 milioni di metri cubi di alberi. Alcuni di questi raggiungevano anche i 10 metri di altezza. Una quantità di legna spropositata. Un numero veramente alto. Per comprendere le proporzioni della strage, basti pensare che, per abbattere tutti quegli alberi, i boscaioli delle zone colpite avrebbero impiegato minimo 3 anni.

Strage di alberi sulle Dolomiti
Strage di alberi sugli Altipiani Cimbri, Dolomiti, Trentino, foto di Umberto Marchi via Facebook

I sopralluoghi per effettuare una prima stima dei danni dove l’accesso era possibile sono stati eseguiti via terra. Invece, per arrivare nelle zone dove la viabilità risultava compromessa, sono stati utilizzati elicotteri e droni. Lo scenario che si è aperto agli occhi degli addetti è stato devastante: i segni delle raffiche di vento sui boschi saranno visibili per tanti anni. In alcune zone, ad esempio nella piana della Marcesina, il maltempo ha vanificato 100 anni di pianificazione forestale e ristrutturazione boschiva.

Oltre a quella del Veneto, anche la meraviglia dei boschi del Trentino è stata messa a dura prova. Basti pensare che tra le zone colpite c’è anche la “Foresta dei violini”, vicino a Paneveggio, un luogo magico in cui Stradivari sceglieva il legno migliore per costruire i suoi strumenti musicali.

Alla ricerca di nuovi equilibri: la furia della Natura

aditya-vyas-688312-unsplash

Il modo in cui il maltempo si è abbattuto sui boschi delle Dolomiti è qualcosa che va oltre le semplici condizioni climatiche tipiche dell’autunno. E per capirlo basta leggere le brutte notizie legate al clima che ci arrivano ogni giorno: alluvioni, inondazioni, grandinate epocali, uragani e tornado. Pure nelle fasce climatiche lontane dai tropici. L’allarme lanciato dalla comunità scientifica sembra rimanere inascoltato e così il tempo per agire forse ci è già sfuggito.

Strage di alberi, Furia della natura
Foto di Mahkeo, via Unsplash

Anche le testimonianze di Messner sul Corriere della Sera non lasciano spazio a molte interpretazioni: «Un vento così forte non arrivava da almeno 40 anni e proveniva da Sud, una direzione dalla quale non ci si aspettano intensità dei venti così forti, assolutamente fuori norma, visto che sono semmai i venti da nord a soffiare forte sulle Dolomiti».

Cambiamento climatico, fenomeni climatici estremi
Foto di John Fowler, via Unsplash

I cambiamenti climatici sono colpa dell’uomo. I danni fatti da noi alla Natura sono così enormi che diventa quasi impossibile prevedere la reazione del clima. Tutti questi fenomeni climatici estremi dovrebbero ricordarci che la Terra può spazzare via ogni cosa: è un modo per reagire alle azioni spregiudicate a cui l’umanità la sottopone. Gli equilibri su cui si regge il Pianeta sono quasi del tutto compromessi, ma fino a quando non saremo coinvolti personalmente in un evento catastrofico, forse non ci crederemo.

Inondazioni, cambiamento climatico
Foto di Al Nik, via Unsplash

Il cambiamento climatico è la realtà più pressante che stiamo vivendo. Ma le misure necessarie per contrastarlo non sono ancora sufficienti. Molti cittadini hanno capito l’urgenza della situazione, ma i provvedimenti politici stentano ad arrivare.

Dolomiti, Lago di Carezza
Lago di Carezza, foto di Luca Micheli

Fortunatamente, nonostante le dimensioni spropositate del maltempo che ha provocato la strage di alberi, in molte delle zone interessate non ci sono stati danni a persone. Questo però non può distogliere la nostra attenzione dal problema reale. Adesso che buona parte dell’area boschiva delle Dolomiti è andata distrutta, il pericolo di frane e inondazioni diventa ancora più minaccioso. Soprattutto se consideriamo che ci vorranno almeno 100 anni prima che i boschi infranti ritornino all’antico splendore.

Cover image: foto di Mika Matin, via Unsplash

Ti potrebbero interessare anche:

Leonardo Di Caprio: 3 cose essenziali da fare per combattere il cambiamento climatico

Venezia, un murales per raccontare i cambiamenti climatici

Pantelleria: 10.000 alberi per riforestare l’isola