Il turismo del futuro? Parte dai cittadini residenti, dalla loro qualità della vita, dalla capacità di essere felici, dalla loro cura verso la terra che abitano. I turisti arriveranno di conseguenza. (Carlin Petrini)
C’è un legame profondo tra Felicità e Turismo. A dirlo è Carlo Petrini, fondatore di Slowfood, e – secondo The Guardian – una delle 50 persone che possono cambiare le sorti del nostro Paese.
Lo incontro in occasione di un’interessante conferenza a BTO Firenze, il cui tema è proprio questo: turismo e felicità. Il suo discorso si rivolge sopratutto a chi sta cercando percorsi per promuovere a livello turistico i propri territori. Spesso ci si chiede: Come attrarre nuovi turisti? Quali strategie mettere in campo per rendere il proprio territorio piu attrattivo? La risposta di Carlin Petrini è tanto semplice quanto geniale. Alle istituzioni che vogliono investire nel turismo, lui raccomanda di investire nella felicità dei propri abitanti.
Le città, i paesi, i piccoli borghi, le vallate alpine, le campagne vincono a livello turistico se i loro abitanti sono felici, se è stata difesa e rafforzata la socialità, se si è curato il territorio per il bene di chi lo abita. “Perdere un’osteria è come fare uno sfregio ad un monumento. Perdere una bottega per aprire un supermercato, equivale a togliere il profumo di pane, una dimensione umana e sociale, che anche i turisti amano.” – dice Carlo Petrini, per spiegare meglio questo concetto di felicità per chi abita i luoghi.
Come fare per investire sulla felicità dei luoghi? La strada verso il benessere, la bellezza e la socialità, che incentivano anche il turismo, è – secondo il fondatore di Slowfood – un percorso in 3 passi principali.
1. Ritornare alla Terra
L’Italia era un paese di contadini: il 50% degli abitanti erano agricoltori; ma oggi sono meno del 3% e hanno più di 60 anni. Il ritorno alla terra è un paradigma possibile: ci sono giovani, perlopiù colti e intraprendenti, che decidono di ritornare alla terra.
Facendo lezione all’Università di Siena, Petrini ha chiesto ai 400 studenti in sala chi volesse fare il contadino, e solo in 2 avevano alzato la mano. La stessa domanda durante una Lection Magistralis all’Università prestigiosa di Harvard, e gli studenti interessati a diventare farmers erano oltre 40 su 600 studenti in sala.
Il paradigma sta cambiando. Oggi il contadino 2.0 è una persona che ha un rapporto diretto con i consumatori, che organizza mercati, che utilizza il web e le nuove tecnologie, che sperimenta la coesione sociale.
2. Investire sulla felicità dei luoghi
Dobbiamo tutti diventare parte del cambiamento: acquistare nei mercati contadini, privilegiare l’economia locale invece che l’economia globalizzata. Questo è un principio di socialità.
Investire sulla felicità di chi abita i territori è la cosa più importante che può e deve fare il turismo oggi. I mercati contadini negli Stati Uniti sono 12.000. I farmer market sono luoghi affascinanti, spazi di incontro e di coesione sociale, luoghi di cultura e di scambio.
3. Puntare su una gastronomia radicata nel territorio
La gastronomia non sono gli chef stellati e i programmi di cucina in tv. La gastonomia è una scienza complessa che include agricoltura, biologia, zootecnia, economia, storia, conoscenza del paesagggio. La gastronomia è uno strumento utile per la conoscenza del territorio e capace di promuovere il turismo.
Un grande chef non basta. Per rendere un territorio attraente dal punto di vista gastronomico occorrono forti connessioni tra i ristoranti e la rete di contadini, pescatori, allevatori, e artigiani del cibo. Servono buoni mercati e ottime osterie. È fondamentale conservare e promuovere il legame con le tradizioni.
L’Economia della Felicità
Esiste una relazione tra felicità, ricchezza e bellezza? Petrini ritorna a parlare dei farmer market, tanto diffusi e amati negli Stati Uniti: luoghi colorati, ricchi di profumi e di bellezza. I mercati dei contadini sembrano capaci di riportare una dimensione più umana e bella anche nei luoghi brutti e nelle periferie piu degradate.
L’economia della felicità è la stessa che può promuovere il turismo sostenibile. Facendo crescere il benessere e la bellezza dei luoghi, oltre che la felicità di chi li abita, i turisti arriveranno di conseguenza.
Ritornando alla terra, rafforando l’economia di piccola scala, incentivando le piccole produzioni tipiche, i mercati contadini e la cultura enogastronomica dei luoghi, i territori saranno più belli, ricchi e piacevoli da vivere, sia per gli abitanti che per i turisti.