Il lavoro da remoto è diventato un’abitudine e le opportunità di lavorare in questo modo sono aumentate del 265% dal 2005 ad oggi. Ma lo smart working è davvero più sostenibile? Scopriamolo insieme!

Lo smart working è ciò che la maggior parte dei lavoratori desidera: l’80% delle persone è infatti favorevole al lavoro da remoto, e addirittura il 35% delle persone sarebbe disposta a cabiare lavoro per farlo in questa modalità. In più, da un terzo dei lavoratori lo smart working è addirittura considerato più attrattivo rispetto a un aumento dello stipendio. Con la preoccupazione per i problemi ambientali che cresce ogni giorno di più, è fondamentale comprendere come questi nuovi orizzonti lavorativi influenzino il nostro mondo. Perciò, lo smart working è più sostenibile?

Spostamenti

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Foto di Raybay su Unsplash

Negli Stati Uniti il 90% delle persone va al lavoro in automobile e la maggior parte viaggia da sola. Questi spostamenti rappresentano il 30% degli spostamenti totali compiuti in un anno e in generale i trasporti sono responsabili del 29% del consumo totale di energia negli Stati Uniti.

Nel Regno Unito le emissioni di anidride carbonica sono state ridotte del 15% grazie al lavoro da remoto. A Londra, ad esempio, le emissioni di gas serra hanno subito un calo del 25% durante gli spostamenti mattutini e del 34% durante quelli serali.

Quindi possiamo chiaramente concludere che, per quanto riguarda gli spostamenti, lo smart working è più sostenibile.

Carta

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Foto di Wesley Tingey su Unsplash

È possibile affermare che gli uffici stiano ovunque diventando più sostenibili nell’utilizzo della carta grazie a strumenti online, come Google Docs. Lavorare senza carta è un trend che sta prendendo sempre più piede. Riuscire a lavorare senza carta è un obiettivo di diverse aziende. È un piccolo gesto, certo, ma queste piccole azioni sommate tra loro e possono avere impatti rilevanti.

In effetti, le statistiche preoccupanti pubblicate dall’University of Southern Indiana e dall’American Forest and Paper Association mostrano che gli Statunitensi usano 85 milioni di tonnellate di carta ogni anno, equivalenti a circa 308 chili a persona. Un cittadino medio degli Stati Uniti utilizza l’equivalente di sette alberi in fogli di carta ogni anno.

Per riassumere, lavorare senza carta da casa farebbe la differenza nella lotta per salvare il Pianeta. Un solo albero salvato può infatti ridurre di circa 6,6 chili l’anidride carbonica presente in atmosfera.

Quindi, usare meno carta (o non usarla proprio) può davvero aiutare l’ambiente. Chiarito questo, la domanda è: lo smart working richiede di per sé meno carta? La risposta è molto soggettiva: alcune persone fanno volentieri a meno della carta, mentre altre ne hanno bisogno per lavorare in modo efficace. In breve, questa è una questione di responsabilità personale!

Corrente Elettrica

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Durante il lockdown, il consumo medio di energia elettrica a casa è aumentato del 20% durante i giorni feriali. Perciò si potrebbe facilmente pensare che il consumo di elettricità non necessariamente aumenta o diminuisce con lo smart working; semplicemente si sposta solo in un luogo diverso.

Comunque, possiamo dedurre che il consumo di energia elettrica diminuirà durante le ore di lavoro. Perché? Perché se sei la persona che paga le bollette, sarai più propensa a stare attenta alle cose di cui sei direttamente responsabile. Questo vale per tutti gli ambiti della vita, quando si è al ristorante, al bar o quando si sta consumando l’elettricità.

Ciò non significa però che chi lavora in ufficio lasci senza ritegno la luce accesa e tenga gli apparecchi elettronici in carica per dispetto. D’altra parte, se pagasse le bollette di tasca propria, probabilmente si ricorderebbe più spesso di spegnere e scollegare i vari apparecchi.

Il Problema del Lavoro Ibrido

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Foto di Scott Graham su Unsplash

Ora dobbiamo prendere in considerazione il lavoro ibrido, che non è tutto rose e fiori. Alcuni esperti infatti sostengono che il lavoro ibrido potrebbe essere il modello peggiore in termini di sostenibilità.

Un recente studio del Carbon Trust and Vodafone Institute for Society and Communications ha concluso che: “questa suddivisione potrebbe causare un maggior consumo di elettricità e una maggior produzione di emissioni, poiché sia la casa che l’ufficio operano a pieno regime per far sì che i lavoratori svolgano le loro mansioni da remoto e in ufficio.”

Una ricerca di Watershed è giunta alla stessa conclusione: “Questo modello di lavoro ibrido non è così efficiente come molte persone credono. Molte aziende stanno involontariamente creando un luogo di lavoro con più emissioni di anidride carbonica rispetto al periodo pre-Covid.”

Questa prospettiva è preoccupante, dal momento che il lavoro ibrido è ben visto sia dagli impiegati che dalle aziende. L’83% delle persone ritiene infatti che sia il modello di lavoro ottimale del futuro.

Conclusioni

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Possiamo quindi giungere alla conclusione che lo smart working sia generalmente più sostenibile. La situazione però diventa più complicata quando si parla di lavoro ibrido.

Il fatto comunque è questo: le cose diventano tanto più sostenibili quanto più si è disposti a essere sostenibili. Perciò, sei pronto/a per la sfida?


Autore: Martina Manzotti

Ciao! Mi chiamo Martina e vivo a Pergolese, un piccolo paesino in provincia di Trento. Frequento l'ultimo anno di Lingue per il Turismo e l'Impresa presso l'Università di Trento. Durante il mio percorso universitario ho scelto di approfondire l'inglese e lo spagnolo. Nel tempo libero mi piace soprattutto fare camminate, ascoltare musica, giocare a carte, passare del tempo con i miei tre gatti e informarmi di attualità. Inoltre mi interessano molto le tematiche riguardanti la sostenibilità ambientale e l'inclusività.
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