Stiamo consumando più di quanto il pianeta terra può rigenerare. L’Earth Overshoot Day ci ricorda che è ora di agire. Scopri perché

Il pianeta terra è sofferente, stiamo utilizzando più risorse di quelle disponibili e rigenerabili. Secondo gli scienziati, un pianeta non basta più per soddisfare i nostri stili di vita insostenibili. Dal 22 agosto 2020 infatti viene superato il limite massimo con il quale le risorse naturali a disposizione sono state esaurite e il pianeta terran non basta più per soddisfare i nostri bisogni. Questo giorno è stato chiamato “Earth Overshoot Day 2020”.

The Global Footprint network ha sviluppato un sistema apposito per quantificare le risorse utilizzate e misurare il loro esaurimento. Con l’impronta ecologica si stimano le risorse naturali consumate da più di 200 paesi dal 1961 fino ad oggi. Nello specifico, questo indicatore ci dice quant’è la grandezza di terra necessaria per assorbire tutti i rifiuti, come per esempio le emissioni di carbonio, ma anche la superficie terrestre di cui abbiamo bisogno per produrre cibo e le altre risorse necessarie ai nostri stili di vita.

Pianeta terra
Photo by dlz design via Flick

I risultati sono allarmanti! Attualmente consumiamo molte più risorse naturali di quanto 1.7 terre possono produrre. I costi di questo superamento sono altissimi. Infatti come è evidente accadono continuamente fenomeni come: deforestazione, siccità, scarsità di acqua dolce, erosione del suolo, perdita di biodiversità e accumulo di anidride carbonica nell’atmosfera.

Il ruolo principale del superamento ecologico globale è svolto dalle persone e dalle loro società. Infatti il modo in cui produciamo e consumiamo e sprechiamo il cibo, contribuisce al 26% dell’impronta ecologica complessiva dell’umanità. L’impatto del cibo sull’impronta ecologica globale, sta salendo in maniera insostenibile. Continuando in questa direzione, con l’accrescimento della popolazione e con la stessa terra disponibile, ci sarà il rischio di superare le risorse disponibili fino al 700% entro il 2050.

Riequilibrare i modelli di consumo

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Come cambiare tutto questo? La scelta di una alimentazione sostenibile da sola non basta. Le scelte alimentari infatti devono evolversi, perché la produzione alimentare sostenibile non sarà comunque in grado di sostenere il consumo attuale di una popolazione mondiale in crescita. Fondamentalmente, i cambiamenti nelle pratiche di produzione sostenibile devono essere interconnessi con i cambiamenti nei modelli di consumo.

Non tutti i paesi hanno una eguale impronta ecologica. Per esempio, la sola regione mediterranea varia dal 13% dell’impronta ecologica della Slovenia, al 51% del Marocco. Non dobbiamo solo equilibrare i consumi, ma anche ridurli di molto!

Le principali cause del nostro impatto sul Pianeta Terra

Industrializzazione

Sulla scia della seconda guerra mondiale, una forte attenzione alla produttività è stata data sia dalle politiche pubbliche che dalle forze di mercato. Tuttavia questo ha provocato un grave impoverimento degli ecosistemi naturali, compreso il declino della biodiversità agricola e la compromissione della salute del suolo.

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Globalizzazione

La globalizzazione del sistema alimentare ha avuto e ha ancora un grande impatto sulla distribuzione, la trasformazione, le scelte e persino le abitudini alimentari.  Gli alimenti provenienti da tutto il mondo con il tempo hanno sostituito le abitudini alimentari tradizionali adattate al clima locale. Il cibo importato infatti, è più economico di quello locale, grazie alla forza lavoro a basso costo e ad altri fattori. Le merci importate a buon mercato hanno modificato le tendenze alimentari legate alle tradizioni, al clima locale, alla disponibilità e alla produzione di cibo.

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Un recente studio nella regione del Mediterraneo ha dimostrato che tutti i paesi del Mediterraneo (tranne la Francia) fanno affidamento sulla biocapacità dei paesi stranieri per soddisfare la loro domanda di cibo. Questo purtroppo accade anche laddove possono essere loro gli esportatori di determinate categorie alimentari.

Consumo di carne

Una delle principali conseguenze della globalizzazione del sistema alimentare e degli standard di vita in tutto il mondo è un rapido aumento del consumo di carne. La Cina in questo senso è il pianeta leader del cambiamento, infatti la produzione alimentare di carne richiede molte più risorse rispetto a quella vegetale. Lo sapevi che per produrre 1 tonnellata di carne di manzo è necessaria 14 volte più terra biologicamente produttiva di quella necessaria per produrre 1 tonnellata di cereali? A livello globale il bestiame è responsabile del 9% di emissioni di carbonio di origine antropica.

Pianeta terra
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Una dieta equilibrata con un minor consumo di carne è quindi una buona idea per ridurre la nostra impronta ecologica. Forse ad alcuni di voi sembra folle, ma ridurre il consumo di carne gioverà molto anche alla vostra salute. Un recente studio di Alessandro Galli ha collegato la globalizzazione al consumo di carne, dimostrando che i paesi del Mediterraneo hanno la tendenza ad allontanarsi dalla tipica dieta mediterranea e mangiare molte più calorie animali.

Ciò contribuisce ad aumentare la pressione sul nostro pianeta. Tanto che paesi come il Portogallo e Malta, hanno la più alta intensità di impronta alimentare di tutti i paesi mediterranei e sono infatti caratterizzati da diete ad alto contenuto proteico. Dall’altra parte del mondo, in Cina, il governo vuole modificare il proprio consumo animale. L’obiettivo di Pechino infatti, è di ridurre il consumo di carne della Cina del 50%  e si presume di raggiungere il risultato desiderato entro il 2030.

Spreco di cibo

Abbiamo già scritto dello spreco alimentare e del suo impatto sul nostro pianeta e su di noi. Lo spreco alimentare, tuttavia, equivale al 9% dell’impronta ecologica globale. Negli Stati Uniti, il 40% del cibo viene sprecato e questo è l’equivalente dell’impronta ecologica totale del Perù e del Belgio messi insieme.

Photo by Dan Gold on Unsplash
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“Se riduciamo lo spreco di cibo potremo avere più alimenti a disposizione. Se non lo facciamo dovremmo produrre di più e aumentare la nostra pressione sulle risorse del pianeta terra” (José Graziano da Silva, direttore generale della FAO)

Soluzioni: come spostare indietro la data dell’Earth Overshoot Day

La campagna Earth Overshoot Day ha calcolato che ridurre della metà lo spreco alimentare globale sarebbe abbastanza significativo da ritardare di 11 giorni la data dell’Earth Overshoot Day. Oltretutto è stato dimostrato che tornando a una dieta calorica adeguata e aumentando il consumo di cereali, verdura e frutta (diminuire la dieta ad alto contenuto proteico in tutto il mondo),  l’Overshoot Day si potrebbe spostare di ulteriori 31 giorni.

Per riassumere, cambiando il modo in cui mangiamo e preveniamo lo spreco di cibo, sposteremmo l’Earth Overshoot Day di quasi 1,5 mesi.

Photo by Nadine Primeau on Unsplash
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Esistono molte soluzioni per ridurre il nostro impatto, quasi tutte ben note, prontamente disponibili e convenienti.

Tuttavia, rimanere nella nostra attuale traiettoria di consumo e produzione di cibo ci porterà ad aver bisogno di circa 2,5 pianeti entro il 2050. Alcuni paesi come la Francia o la Cina stanno già cercando di cambiare il loro comportamento. Esso è possibile e necessario; vuoi unirti per salvare il pianeta terra?

Immagine di copertina: foto via unsplash


Autore: Ambra Proto

Mi chiamo Ambra Proto, ho 26 anni e sono nata in Abruzzo. Vivo a Trento e sono laureata alla triennale di sociologia e criminologia. Attualmente sto studiando presso l'Università di Trento “Sociologia delle organizzazioni e del territorio” e sto svolgendo un Master in “Global Marketing- Comunicazione & Made in Italy”. Ho molteplici interessi artistici, come per esempio la fotografia e la scrittura. Quest'ultima è la parte più importante della mia vita e grazie ad essa ho vinto molteplici concorsi di poesia. Gran parte della mia vita è dedicata alla scrittura e tramite essa riesco ad esprimere le mie emozioni più profonde.
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