In Italia sono più di 5.000 i borghi abbandonati. Alcuni di questi sono rinati grazie al turismo sostenibile, scopriamoli insieme

I borghi italiani sono pezzi di storia incastonati tra le valli dei nostri territori. Purtroppo da molti anni e sempre di più subiscono il fenomeno dello spopolamento. La gente si sposta in città e lascia questi incantevoli paesini al loro destino: diventare dei fantasmi. Quando un borgo fantasma rinasce, però, succede qualcosa di magico… Scopriamo la storia di 4 villaggi recuperati che hanno dato vita ad incredibili progetti e opportunità di turismo sostenibile.

Oltre 5000 borghi abbandonati in Italia

Borgo fantasma in stato di abbandono
Borgo fantasma, foto di Ondablv, via flikcr

Un trend studiato ultimamente anche da diversi progetti di ricerca in Italia, tra cui “Geografie dell’abbandono” redatto dal gruppo di ricerca DPA-Politecnico di Milano che, in collaborazione con la facoltà di architettura di Ascoli Piceno e quella di Napoli Università Federico II, ha dato vita al progetto “L’Italia dei borghi dismessi” . I dati prodotti hanno evidenziato che sono più di 5000 i borghi abbandonati di cui 3000 a rischio di totale estinzione e che i «paesi fantasma» rappresentano il 72% di tutti i comuni italiani.

Secondo questi studi le cause dell’abbandono sono molteplici. Le città, storiche antagoniste, hanno rappresentato a partire dagli anni 50’ con il boom economico la meta di molti paesani creando di fatto un’inesorabile esodo dalle campagne. Anche i disastri naturali come i terremoti hanno costituito un fattore disincentivante per la vita nei borghi spesso situati in zone impervie e totalmente circondati dalla natura.

Oggi questi borghi, se non completamente disabitati, sono popolati perlopiù da persone anziane che un po’ per affezione un po’ per fierezza non vogliono abbandonare le case di una vita.

Così un borgo fantasma riprende vita

Borgo Fantasma di Santo Stefano Sextantio in Abruzzo
Borgo Fantasma di Santo Stefano Sextantio in Abruzzo trasformato in albergo diffuso eco-sostenibile

Fortunatamente a  partire dagli anni novanta un altro trend si è fatto strada tra i borghi italiani: quello della riscoperta. Alcune iniziative turistiche hanno infatti tentato di riaccendere la luce su questi borghi nell’ottica di valorizzarli ai fini di un turismo consapevole ed ecosostenibile.

Alcuni progetti di interventi sono stati promossi sia da associazioni come “Borghi più belli d’Italia” , “Unpli (Unione della Proloco) e Touring Club Italiano, altri sono nati su iniziativa di gruppi di persone o di semplici cittadini. Ecco alcuni dei progetti più significativi:

1. Torri Superiore in Liguria

Torri Superiore Ecovillaggio
Torri Superiore, foto di Utopias para caminar, via flikcr

Tra gli interventi più famosi e riusciti c’è senz’altro l’Ecovillaggio Torri Superiore a Ventimiglia.

Rimasto a lungo totalmente abbandonato, a partire dagli anni ’90 viene interessato da un’iniziativa di restauro a cura dell’ L’Associazione Culturale Torri Superiore. Oggi è un’ambita meta turistica e offre il meglio di una vacanza ecosostenibile. Non solo può vantare scorci medioevali e bellezze naturali da esplorare in bici o a piedi, ma offre ai turisti il meglio dell’agricoltura locale.

Torri Superiore ex borgo fantasma
Torri Superiore oggi

2. Sagna Rotonda in Piemonte

Sagna Rotonda, il borgo abbandonato
Il borgo abbandonato in Valle Maira prima del recupero

Uno degli esempi meglio riusciti di rinascita di un borgo fantasma, che si è trasformato in ospitalità turistica eco-sostenibile, è quello di Sagna Rotonda in Valle Maira.

Nel 2005 quando Giovanni e Teresina sono arrivati in questa valle incontaminata del Piemonte, a 1800 metri di altitudine, Sagna Rotonda era un borgo fantasma, completamente abbandonato da anni. Con passione ed entusiasmo decidono di ridare vita a questo luogo affascinante per trasformarlo in un’esperienza turistica unica e sostenibile, immersa nella natura. Qui potete leggere la loro storia e intervista!

Sagna Rotonda, da borgo fantasma ad eco-ospitalità di successo
Sagna Rotonda oggi, da borgo fantasma ad eco-ospitalità di successo

3. Colletta di Castelbianco in Liguria

Colletta di Castelbianco
Com’era Colletta di Castelbianco, foto di Deirden, via Flickr

Un altro esempio di iniziativa di recupero ecostenibile è la Cittadella Telematica a Colletta di Castelbianco in provincia di Savona, un antico borgo abbandonato negli anni. Il recupero in questo caso si è focalizzato principalmente sull’edilizia riconsegnado l’antico splendore medioevale. Oggi le sue case di pietra e le sue viuzze sono state totalmente ripristinate e dalle finestre è possibile ammirare gli ulivi e i ciliegi della valle.

Colletta di Castelbianco oggi
Colletta di Castelbianco oggi, foto di Davide Papalini via Wikimedia

4. Santo Stefano Sextantio in Abruzzo

ex borgo fantasma di Santo Stefano Sextantio in Abruzzo
Santo Stefano Sextantio in Abruzzo

L’Albergo Diffuso Santo Stefano a Sessanio è un progetto di riqualificazione con l’obiettivo di ridare identità a quella parte minore d’Italia che però ne costituisce l’anima. Perciò all’interno del borgo è stato realizzato un albergo con un design dai tratti antichi, utilizzando arredi d’epoca secondo il principio “dov’era com’era”. La storia di questo borgo fantasma che ha ripreso vita è davvero particolare, potete leggerla qui.

borgo fantasma recuperato Santo Stefano Sextantio
L’Albergo Diffuso Santo Stefano a Sessanio oggi

Il nostro invito è quello di scoprire questi luoghi bellissimi ottenendo un duplice beneficio. Da una parte godrete della bellezza storica di questi borghi, spesso situati in posizioni strategiche per passeggiate immerse nel verde. Dall’altra parte contribuirete a ridare il giusto valore ad un’Italia minore che vale la pena ricordare e promuovere.

Foto di copertina: Basilicata turistica