Tra muretti a secco e campi coltivati a patate, camminiamo su antichi sentieri alla scoperta di villaggi preistorici, di una natura armonioa e di sapori a km zero. Così conosciamo Rotzo e l’Altopiano dei Sette Comuni insieme a Federica, proprietaria del BnB eco-friendly Hémmara.

La toponomastica di questi luoghi ci racconta una sedimentazione di lingue e civiltà diverse, molto affascinante. Rotzo, ad esempio, deriva da “Rotz” e significa “roccia, rupe, scoglio” nell’antica lingua Cimbra. Anche Hémmara è un nome cimbro, il nome di un fiore, l’Elleboro. Ho scelto di chiamare il mio B&B Hémmara –  ci racconta Federica Capriz, la proprietaria – perché questo piccolo fiore che sboccia in inverno mi piace particolarmente; è un fiore semplice e rispecchia la mia ospitalità.

Hemmara è anche il nome di una piccola località in quel di Albaredo di Rotzo, dove i boschi in inverno sono ricchissimi di questi fiori.

Hémmara (in cimbro) è il nome dell'Ellaboro, fiore che sboccia in Inverno
Hémmara, che nell’antica lingua Cimbra è il nome dell’Ellaboro, fiore che sboccia in Inverno sui prati vicino a Rotzo, foto via wikimedia

Ma chi erano i Cimbri? Erano boscaioli, contadini e allevatori di origine bavarese, che intorno al Mille furono chiamati dai vescovi vicentini a colonizzare il territorio. Così questa lingua di impronta germanica, era parlata anche a Rotzo, il più antico dei comuni nell’Altopiano dei Sette Comuni.

Il nostro weekend alla scoperta dell’Altopiano dei Sette Comuni parte da qui, da un’antica casa di Albaredo di Rotzo trasformata in un bellissimo bed & breakfast eco-friendly.

Rotzo è il più piccolo e antico borgo dell’Altopiano dei Sette Comuni, come testimoniano i ritrovamenti dell’età del ferro del Bostel di Rotzo, oggi parco accessibile di grande attrattiva turistica grazie al sito archeologico con baita ristorante e al multimediale Museo Archeologico Sette Comuni.

La campagna di Rotzo
Campagna di Rotzo, foto di Caterina Zancanaro

A sud dell’abitato si trova la Campagna di Rotzo, zona di produzione delle rinomate patate De.Co. Un verde altopiano al sole con una rete di percorsi ciclopedonali di stradine rurali e sentieri che entrano nella natura, incontrando cascate, chiesette e suggestivi paesaggi terrazzati. Sopra il borgo crescono splendidi boschi di abete rosso e faggio e luoghi leggendari, come Altaburg e Altar Knotto, raggiungibili con un sentiero CAI. Più in quota si sviluppano le distese prative dei pascoli delle malghe, dove è possibile addentrarsi percorrendo la ciclopedonale degli Altipiani Cimbri, durante l’inverno meraviglioso circuito per lo sci nordico, con partenza dal Rifugio Campolongo.

Altopiano dei Sette Comuni, vista notturna
Altopiano dei Sette Comuni, vista notturna, foto di Hime Sara, via wikipedia

Dal B&B Hémmara partiamo così a piedi, camminando tra sentieri e antiche mulattiere immerse nella campagna di Rotzo.

Un magnifico paesaggio fatto di prati verdi e terrazzamenti di pietra bianca. Su queste verdi ondulazioni comprese tra gli 800 e i 1000 metri di quota si coltivano da generazioni le famose “patate di Rotzo”. Questa tradizione viene festeggiata da oltre 40 anni nella prima domenica di settembre con la “Festa della Patata di Rotzo“ – ci racconta Federica.

Anche il paesaggio coltivato porta i segni dell’antica civiltà cimbra che lo ha abitato per secoli. Lastre di pietra chiara delimitano le proprietà dei campi. Muretti a secco formano terrazzamenti per addolcire le pendenze e bordano i numerosi percorsi pedonali e ciclabili.

 

Trekking da Rotzo lungo le stradine bianche, Altopiano dei Sette Comuni
Trekking da Rotzo lungo le stradine bianche, foto di Silvia Ombellini
Mappa dei trekking a Rotzo
Mappa dei trekking da Rotzo, Altopiano dei 7 Comuni

Passeggiamo attraverso i campi seguendo le stradine fino ad arrivare al Bostel di Rotzo, sito archeologico che risale al periodo retico-veneto. Qui sono stati scoperti alla fine dell’800, dallo storico abate Agostino Dal Pozzo di Rotzo, i resti di un abitato dell’età del Ferro, oggetto di ricerche per diversi anni e ancora oggi, ogni anno verso settembre, riprendono gli scavi archeologici dell’Università di Padova per portare alla luce nuovi preziosi reperti.

Al Bostel di Rotzo è possibile visitare il modello di un‘abitazione prealpina dell’età del ferro, che è stata costruita sulla base delle scoperte archeologiche condotte. Pareti in legno e tetto di paglia, l’antica abitazione è davvero suggestiva ed attira subito la curiosità di tutti, bambini compresi. E’ possibile entrare nella casa e immergersi nell’atmosfera della vita preistorica, anche grazie alle recenti innovazioni di realtà aumentata e virtuale (per info bosteldirotzo.it).

Villaggio di Bostel
Archeoparco del Bostel, abitazione prealpina dell’età del ferro, foto via FB

Al Bostel di Rotzo storia e paesaggio si intrecciano e ci regalano una vista incredibile sulle montagne e sulla Valle dell’Astico. Ma non solo. L’archeoparco del Bostel è anche una tappa enogastronomica da non perdere per chi ama scoprire la cucina tipica e i sapori autentici.

Federica ci invita così ad assaggiare le prelibatezze della Baita del Bostel, preparate da appassionati ristoratori/ricercatori che con pochi ingredienti a chilometro zero ci portano alla scoperta dei sapori e dei profumi della cucina altopianese.

Nei piatti troviamo quello che è di stagione. Il tarassaco è stato raccolto nei prati dal cuoco e accompagna tutti i piatti del menù del giorno. Le patate sono state coltivate nei campi poco lontani dalla baita e servite sotto forma di gnocchi, mezzalune ripiene o strugolo, un piatto tipico della tradizione contadina. Poi ci sono i formaggi di malga, le carni degli animali cresciuti sui pascoli dell’Altopiano… Assaggiamo anche la considera, una polenta chiara tipica del luogo, preparata con patate, farina, burro, cipolla e un pizzico di cannella: deliziosa!

Bostel di Rotzo
Bostel di Rotzo, foto di Caterina Zancanaro

Intervista a Federica del BnB Hémmara

Durante il pranzo, tra i profumi e i sapori della Baita del Bostel, Federica di racconta come è nato il suo Bed & Breakfast eco-friendly. Ma anche quali sono gli itinerari e i trekking da non perdere nell’Altopiano dei Sette Comuni… Ecco cosa ci ha rivelato:

Come è nato il B&B Hémmara?

Il B&B Hemmara è nato qualche anno fa dalla ristrutturazione di un edificio storico nell’antico borgo di Albaredo di Rotzo. Su consiglio del mio tecnico ho scelto di recuperare l’edificio con grande attenzione alla bio-architettura e all’identità del luogo.

Inizialmente pensavo di farne una casa vacanza, ma poi ho optato per il Bed & Breakfast. Questa scelta si è rivelata migliore, perché mi dà la possibilità di entrare in contatto diretto con i miei ospiti, di conoscerli, di vivere con loro momenti di scambio e condivisione. Mi piace raccontare loro le bellezze della mia terra e invitarli a scoprirla; curare il b&b e la colazione affinché l’esperienza sia appagante.

Camera del BnB Hémmara a Rotzo
Camera del B&B Hémmara

Quali attenzioni eco-sostenibili avete adottato?

Al B&B Hemmara cerco di mettere in atto diverse strategie per migliorare la sostenibilità. Faccio la raccolta differenziata e invito i miei ospiti a farla (per questo l’ho scritto un po’ dappertutto!).

Ho preso una lavatrice a doppio ingresso, in questo modo anche per il bucato posso utilizzare l’acqua calda riscaldata dal sole, attraverso i pannelli solari. Ho anche una caldaia a risparmio energetico che utilizza l’acqua pre-riscaldata dai pannelli solari.

Quando ho ristrutturato l’edificio ho inserito un cappotto importante, di 12 centimetri, e scelto le finestre con doppi vetri. In questo modo riesco a ridurre enormemente le dispersioni termiche della casa. Quando spengo il riscaldamento, la temperatura interna si mantiene abbastanza costante per alcuni giorni.

Ho eliminato i monodose e le confezioni monouso. Le marmellate sono in vasi di vetro. In bagno ci sono i dosatori a parete dei saponi e degli shampoo. In questo modo ho ridotto tantissimo i rifiuti prodotti.

Scelgo saponi con ingredienti naturali e biologici. Per la colazione preferisco acquistare prodotti locali, ad esempio yogurt, latte, formaggi, ricotta, del caseificio Pennar e altre aziende agricole locali.

Penso che nelle piccole cose si possa fare la differenza!

Cosa significa per te essere Eco bnb?

Essere un eco-bnb è avere una marcia in più. Mi sono accorta che fare scelte green non è così difficile: si tratta ad esempio di impegnarsi di acquistare un prodotto rispetto ad un altro. Gli ospiti notano le scelte, le apprezzano e questo mi dà grandi soddisfazioni.

Il turismo può avere un grosso impatto sull’ambiente, per questo penso sia fondamentale fare scelte responsabili. A noi non ci costa molto e l’effetto globale sul Pianeta può essere davvero importante.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Mi piacerebbe creare una piccola zona benessere all’interno del B&B con una sauna a raggi infrarossi. Inoltre sto realizzando uno spazio attrezzato per la ricarica elettrica, riparazione e deposito biciclette per i nostri ospiti che arrivano su due ruote 🙂

Quali sono i luoghi che consigli maggiormente a chi viene da voi?

Con i nuovi percorsi di mobilità dolce, è bellissimo camminare attraverso tutta la campagna di Rotzo. Sono itinerari adatti anche alle famiglie con passeggini e bambini piccoli.

Un’escursione che consiglio a tutti è l’Altar Knotto, un grande masso di pietra in bilico su uno strapiombo che guarda la val d’Astico. E’ una passeggiata panoramica e suggestiva , un posto magico.

Altar Knotto
Altar Knotto, foto di Caterina Zancanaro

Altro trekking da non perdere è quello alle Cascate del Pach, bellissime da vedere in primavera con il disgelo.

Consiglio anche di partire alla scoperta delle tracce della prima guerra mondiale al Forte di Campolongo e al Forte Verena. Da qui si domina tutto il paesaggio sull’Altopiano e le valli circostanti. Nei pressi del Rifugio Campolongo merita una visita la voragine naturale del Sciason, una caverna con una profonda fenditura nella roccia.

Si può camminare di malga in malga tra prati verdissimi e mucche al pascolo, vedere la lavorazione del latte secondo antica tradizione e assaggiare i prodotti direttamente sul posto .

In Altopiano abbiamo inoltre due parchi moto interessanti Selv-Art raggiungibile anche a piedi dal B&B, e il Parco del Sojo, a Covolo di Lusiana, sono stupendi per chi ama la natura e la land-art. Entrati nel bosco selvaggio si possono osservare tantissime installazioni e opere d’arte realizzate con diversi materiali, dal legno, alla pietra, dal metallo, alla ceramica.

Il Sentiero del Silenzio in località Campomuletto a Gallio, è un percorso ad anello lungo il quale sono state poste delle installazioni artistiche che invitano a riflettere sul valore della pace.

 

Opere d'arte di Severino Morlin e altri artisti nel Parco del Sojo, Lusiana
Opere d’arte di Severino Morlin e altri artisti nel Parco del Sojo, Lusiana,

Grazie Federica per l’intervista!

Se non avete ancora visitato Rotzo e l’Altopiano dei Sette Comuni, cosa aspettate ad organizzare il vostro weekend green al B&B Hémmara?

Foto di Copertina: Altopiano dei Sette Comuni in primavera, foto di Caterina Zancanaro


Autore: Silvia Ombellini

Sono un architetto con la passione del viaggio. Penso che sia sempre più urgente riuscire a vivere in armonia con l’ecosistema del quale siamo parte. Dopo la nascita del mio secondo bimbo è nato anche Ecobnb, un'avventura intrapresa per cambiare il modo di viaggiare, per renderlo più sostenibile, giusto e buono con l'ambiente, i luoghi e le persone che li abitano.
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