SET, ovvero Sud Europa di fronte alla Turistizzazione: una rete creata da 15 città europee per denunciare il turismo di massa che le sta distruggendo e incitare la ricerca di un nuovo sistema turistico.
Il turismo di massa porta letteralmente ondate di turisti nelle città più conosciute. Le conseguenze di questo fenomeno, chiamato turistizzazione, sono gravissime. Città deturpate del loro capitale artistico, naturale e culturale per semplificarlo e standardizzarlo alle necessità di un turismo che sfrutta il territorio e le risorse invece di valorizzarle, asservito ad un economia consumistica invece di sostenere le economie locali.
Compagnie aeree low cost, offerte a pacchetto, mezzi di trasporto più efficienti, facilità di accesso alle nazioni per chi viaggia in Europa: il turismo attuale è un’attività che ormai non è più esclusiva dei più ricchi, chiunque ha questa possibilità. Tutto molto positivo, fino a quando il fenomeno non sfugge di mano. E allora abbiamo chiare in mente scene di sovraffollamento di città, spiagge, file lunghissime davanti alle solite attrazioni, che tra l’altro vengono trasformate in banalità, riducendo tutta la città a quei pochi simboli semplificati e standardizzati. Quando si pensa a Barcellona, ad esempio, vengono subito in mente la Sagrada Familia, il Park Güell, la casa Batllò, mentre il resto della città scompare.
Generalmente i turisti comprano e consumano a dismisura e non si fanno scrupoli a lasciare sporcizia e rifiuti in giro. Inoltre sembrano mostrare ben poco rispetto della cultura locale (che molto spesso non conoscono), come chi entra in luoghi religiosi parlando ad alta voce o al telefono o vestiti in modo non appropriato.
C’è poi la parte del turismo delle offerte a pacchetto, un male ancora più grande per le economie locali: col fatto di avere tutto compreso nel prezzo, i turisti occupano la città, la sporcano e non lasciano nemmeno un soldo!
Per non parlare poi della rovina del paesaggio: pensate alle crociere che con la loro grandezza inquinano anche il panorama del mare, o alla bella immagine di una spiaggia che, pubblicizzata come autentica e primordiale, diventa un luogo in cui non si ha neanche lo spazio di mettere l’asciugamano.
Quali sono, in sintesi, le problematiche denunciate dalla rete SET?
Tra le varie problematiche denunciate nel Manifesto della rete SET (formata dalle città di Venezia, Firenze, Valencia, Siviglia, Palma, Pamplona, Lisbona, Malta, Malaga, Madrid, Girona, Donostia/San Sebastian, Canarie, Camp de Terragona, Barcellona), ci sono la precarizzazione del diritto all’alloggio, per cui i residenti locali vengono sfrattati dalle loro case nel centro e dai quartieri più strategici perchè possano invece essere destinati ai turisti; l’aumento dei prezzi e la trasformazione delle attività commerciali locali in attività turistiche, che porta anche all’alta dipendenza dell’economia locale dal settore turistico. Se il turismo frutta le maggiori entrate infatti, allora si esalta quell’attività a danno di tutte le altre economie, che vengono trascurate e assoggettate a quella per esaltarla e sfruttarla di più. E ancora: alti tassi di inquinamento (più traffico aereo, navi da crociera, corriere, automobili… e rifiuti!) e banalizzazione dell’ambiente urbano e naturale, che viene letteralmente trasformato in una sorta di parco tematico: tutto deve essere adattato al turismo.
Esistono soluzioni contro la turistizzazione?
Questo manifesto è solo il primo passo per far conoscere la lotta contro la turistificazione delle città e dei territori a livello globale. Ma quali soluzioni possono esserci per arginare il problema del turismo di massa, senza dover escludere nessuno dalla possibilità di viaggiare?
Sicuramente è importante adottare una politica di sensibilizzazione e una maggiore presa di coscienza del fenomeno da parte dei turisti, oltre ad incentivare le economie locali e altre economie più eque nei confronti della società e dell’ambiente, perchè infatti, con la turistizzazione non si parla solo di problematica ambientale, ma anche sociale. Nelle città poi, promuovere itinerari diversi, per diversificare le proposte turistiche, può già essere un piccolo contributo per evitare di ammassare i turisti verso le solite attrazioni, distribuirla e farle conoscere altri aspetti della città.
E tu, cosa suggeriresti?