Sono spesso donne, giovanissime e spesso con una laurea in tasca: hanno lasciato la città per vivere in campagna, per tornare alla terra. Hanno scelto di fare le contadine, fuggendo dalla frenesia e dal consumismo delle vite cittadine. Hanno deciso di investire nella terra e lo fanno in modo innovativo, mettendo in campo nuove conoscenze e un’attenzione particolare all’ambiente.
Ogni giorno il mondo rurale acquisisce sempre più fascino per i giovani che già dalle superiori sognano una vita legata alla terra e all’agricoltura. E così dopo decenni in cui giovani contadini non esistevano più, i numeri cominciano a salire esponenzialmente. Secondo Coldiretti le imprenditrici agricole sono aumentata 63% dal 2014 al 2015 (con una crescita doppia rispetto a quella degli uomini). E a grazie a loro, l’agricoltura cambia, incontra la tecnologia, apre le porte a nuove forme di turismo sostenibile e torna a essere sempre più spesso biologica.
Abbiamo incontrato 4 giovani che dedicano la loro vita all’agricoltura e che hanno deciso di aprire una struttura ricettiva eco-sostenibile in campagna. Sono Elisabetta e Simone che hanno lasciato la città e i suoi comfort per recuperare l’antico podere di famiglia ormai abbandonato, Alice che ha deciso di fare l’imprenditrice agricola, Cinzia e Diego che con coraggio ci hanno provato senza avere esperienze nel campo. Sono giovani che hanno deciso di rischiare, che hanno cambiato vita per tornare alla terra, in cerca di uno stile di vita più naturale.
Imparare dalla Natura, riscoprire la semplicità, sentirsi parte di un tutto… sono alcune parole chiave che accomunano queste storie, scopriamole insieme!
1. Elisabetta. Una Laurea in Economia del Turismo e un podere di famiglia da far rinascere (La Fontaccia, Toscana)
Da una grande città, Firenze, Elisabetta ha deciso di trasferirsi nel vecchio podere di famiglia abbandonato per farlo rinascere, insieme al suo compagno Samuele. La fuga dalla città avviene alla fine del percorso di studi universitari in Economia del Turismo, portando con sé un ricco bagaglio di conoscenze sul tema della ricettività turistica, dell’economia, della sostenibilità e del marketing.. ma con tante nuove cose da imparare dalla natura e dalla terra. A Rufina, tra le colline del Chianti, recuperano l’antico podere di famiglia seguendo i principi della bioarchitettura, re-introducono frutti antichi, iniziano una formula di ospitalità innovativa, al cui centro ci sono le relazioni e la condivisione. Ecco cosa ci ha raccontato Elisabetta:
Come è nato il tuo desiderio di vivere in campagna e di avviare un’attività agricola?
Il progetto nasce nel 2010 quando mi stavo laureando in Economia del Turismo. Senza ancora le idee chiare su cosa fare nella vita e avendo avuto esperienze più o meno soddisfacenti in varie realtà lavorative, mi è capitata l’opportunità di occuparmi del vecchio podere di famiglia (di nostra proprietà da più di un secolo), disabitato e in stato di abbandono dagli anni ’80.
Io e il mio compagno Samuele ci eravamo già affezionati al luogo, seppur nello stato di degrado in cui versava, vedendoci un potenziale. Quando venivamo le prime volte per delle scampagnate alla Fontaccia, il podere cadeva a pezzi, il riscaldamento mancava, l’erba era alta e gli animali selvatici erano ovunque… ma la pace e la bellezza che trasparivano da questo luogo ci hanno fatto innamorare di ogni suo piccolo dettaglio.
Nel 2010 viene quindi fondata l’azienda agricola grazie ai finanziamenti del PSR della comunità europea. Da quel momento iniziano i lunghi lavori di ristrutturazione e i problemi burocratici, che porteranno solo nel 2014 all’apertura dell’agriturismo.
Oggi entrambi ci occupiamo dell’azienda agricola, recuperando piano piano i terreni abbandonati, ripristinando le antiche canalizzazioni delle acque piovane, e creando nuove coltivazioni come per esempio un piccolo frutteto di frutti antichi autoctoni toscani.
Per quanto riguarda l’agriturismo io mi occupo dell’amministrazione, della pubblicità, delle pulizie e della cucina, mentre Samuele della manutenzione del podere, dell’accoglienza agli ospiti e di servire ai tavoli durante le cene.
Come è iniziata la tua avventura all’Agriturismo La Fontaccia?
Abbiamo fatto questa scelta per il forte legame che abbiamo sempre avuto con questo luogo e per evitare che fosse abbandonato e poi perduto definitivamente. Questa forte vocazione ci ha permesso di far fronte alle difficoltà e di superare le mancanze di esperienza in campo agricolo e l’iniziale pregiudizio che i lavori cosiddetti “umili” suscitano.
Superare le difficoltà iniziali, per quanto insormontabili potessero sembrare, ci ha resi più forti. Le prime soddisfazioni poi ci hanno reso consapevoli di far parte di qualcosa di più grande di quello che potevamo pensare all’inizio: essere parte attiva delle nostre tradizioni ci rende soddisfatti di quello che facciamo, e sempre più interessati a saperne di più e a migliorarci.
Cosa offre il mondo rurale in più rispetto alla vita cittadina?
Certo il cambio di vita è stato importante. Abituati alle comodità e ai servizi della città ha richiesto un po’ di impegno e spirito di adattamento per una vita semplicemente diversa.
Lo stesso cambio di stagione, appena percepibile in città, diventa elemento che determina le attività della campagna a cui ci si deve abituare per non trovarsi impreparati. 8 anni fa non ci saremmo mai visti capaci di un cambiamento così grande, oggi non potremmo vederci in altro modo. Si apprezza infatti di più quelle piccole cose quotidiane prima date per scontate, e il silenzio e la bellezza della natura non cessano mai di annoiare. Lo stesso piacere di ospitare e di vedere il mondo passare, una persona per volta, a casa propria arricchisce come viaggiare.
Cosa consiglieresti a chi ha un progetto simile?
Consiglierei a chi è all’inizio di un progetto simile di prepararsi a un lavoro per cui non esiste scuola, né preparazione.
L’accoglienza in agriturismo è qualcosa di unico e speciale, ogni giorno è diverso. La nostra filosofia è quella di dare ciò che vorremmo trovare noi in una vacanza in agriturismo, quindi calore e piacere nell’accogliere e sincerità e familiarità nel raccontare la nostra storia e quella del posto.
Fondamentale per noi è non dare solo una camera o da mangiare, ma far vivere una esperienza ai nostri ospiti.
Questo si crea attraverso molti dettagli, a partire dal rispetto per il luogo nella ristrutturazione dei materiali e delle forme tradizionali. Le camere, arredate in modo semplice ma particolare, non nascondono la loro precedente funzione agricola, ospitano mobili rinvenuti nel podere e creazioni artigianali locali che supportano progetti sociali. Armatevi di tanta pazienza, gentilezza e disponibilità e siate capaci di imparare da chiunque e da qualunque esperienza. E’ un lavoro molto faticoso ma se svolto con passione e determinazione vi regalerà soddisfazioni incredibili che ripagheranno tutte le energie spese.
Quali sono i vostri obiettivi futuri?
I nostri obiettivi futuri riguardano il recupero di terreni ancora abbandonati con il ripristino dell’antica viabilità in mezzo al bosco nei pressi della struttura, portare a compimento la nostra idea di bio-lago e finalmente riuscire ad avere un orto ben protetto dagli animali selvatici.
Prenota la tua vacanza all’Agriturismo la Fontaccia, tra le colline del Chianti Rufina per scoprire i sapori di un’agricoltura biologica e il piacere di vivere in armonia con la natura.
2. Cinzia. Un’azienda agricola biologica con e-shop di prodotti bio, e un luogo i cui far crescere progetti (Bagolarea, Sicilia)
Cinzia non ha sempre vissuto in campagna ma il suo è un sogno che è cresciuto negli anni. Con il suo compagno, Diego, ed alcuni amici, è riuscita a concretizzarlo in Bagolarea, che loro definiscono semplicemente ‘un’area in cui poter sognare… coltivare idee… far crescere progetti‘. Bagolarea è il luogo del fare, 24 ettari di colline siciliane, in provincia di Catania, dove è stato recuperato il grande agrumeto, vigneto e palmento, e realizzato un grande orto. Le antiche masserie sono state ristrutturate in modo ecologico, sperimentando tecnologie innovative con impianto di fitodepurazione, energia pulita e bio-lago, e realizzando una bellissima ospitalità rurale eco-friendly. I prodotti biologici di Bagolarea, dagli agrumi agli avocado, dalle marmellate all’olio e al vino, sono commercializzati online, attraverso l’e-shop kmbio.it.
Come è nato il vostro ritorno alla campagna?
È nato in maniera inconsapevole… Cercavamo con Diego un posticino dove passare i weekend e vivere la nostra voglia di natura: di piantare, seminare e prenderci cura del mondo intorno a noi; e ci siamo ritrovati letteralmente rapiti da questo posto. Gradualmente più noi pensavamo di bonificare questa terra abbandonata più lei ci conquistava legandoci indissolubilmente al posto.
Come è iniziata la tua avventura a Bagolarea?
Abbiamo iniziato insieme ad altri due amici con grande entusiasmo ed energia, tutto ci sembrava semplice e in effetti tutto lo diventava scoprendo il piacere della condivisione e re-imparando dalla natura valori dimenticati: l’attesa, l’osservazione, l’ascolto, le relazioni e le sinergie.
Cosa offre il mondo rurale in più rispetto alla vita cittadina?
È qualcosa di sottile perché anche qui spesso i ritmi sono frenetici e anche molto più rigidi che in città. La natura non aspetta, le piante hanno i loro cicli, le stagioni si alternano e se tu non sei preparato, non hai previsto e pianificato bene i tempi perdi il raccolto e cioè il lavoro di un intero anno.
Quello che ripaga è la semplicità, imparare nuovamente a sorprenderti dei colori dell’alba, del profumo della frutta appena raccolta, dei gesti degli animali… Insomma, la semplice bellezza e la percezione di sentirti parte di un tutto.
Come siete riusciti a realizzare il vostro progetto?
Credo innanzitutto grazie al fatto che non eravamo soli, e che non abbiamo mai avuto paura di sbagliare. Abbiamo sempre creduto che sbagliare è uno dei metodi migliori per imparare.
Cosa consiglieresti a chi ha un progetto simile?
Di provare, senza rinunciare alle prime difficoltà.
Cinzia e Diego ti aspettano per una vacanza naturale sulle pendici dell’Etna, a BagolArea EcoFarm!
3. Arianna. Tanta passione per il cibo e una produzione di formaggi unici, di pecora delle Langhe (I Pascoli di Amaltea, Piemonte)
Arianna lavorava a Slow Food ed era da sempre appassionata di Agricoltura e Cibo. Con Alessandro intraprende l’attività agricola in una antica cascina tra le Langhe Piemontesi, dove è stato re-introdotto l’allevamento di una antica razza di pecore in via di estinzione. Alessandro si occupa dell’allevamento, mentre Arianna della produzione del formaggio, dell’ospitalità (rurale & eco-friendly), e della fattoria didattica. Ecco quello chi ci ha raccontato:
Come è nato il tuo desiderio di vivere in campagna e di avviare un’attività agricola?
La nostra avventura è iniziata 9 anni fa. Alessandro, mosso dalla passione per gli animali e la vita a contatto con la natura, ha acquistato la cascina con l’aiuto dei suoi genitori e ha iniziato con qualche pecora delle Langhe (antica razza in via di estinzione) acquistata da altri allevatori locali.
E’ venuto qui, in Alta Langa perché era attratto dalla bellezza di questi luoghi, la natura incontaminata, le molte terre in stato di abbandono dagli anni 70-80. Ha realizzato il piccolo caseificio aziendale dove facciamo i formaggi e iniziato la ristrutturazione della cascina. Dopo qualche anno ci siamo conosciuti.
Io lavoravo a Slow Food, ero appassionata di cibo e agricoltura contadina, così dopo poco tempo l’ho raggiunto in azienda, che era cresciuta: 70 pecore e un sacco di lavoro da fare. Abbiamo quindi aperto l’agriturismo, piccolo, due stanze e pasti semplici e la fattoria didattica per accogliere i bambini per vogliono fare il formaggio con noi.
Cosa offre il mondo rurale in più rispetto alla vita cittadina?
Prima di tutto offre una vita sana, a contatto con la natura. Abbiamo il grande privilegio di produrre buona parte del cibo che consumiamo. Il bello poi è che si lavora secondo i ritmi della natura: dalla primavera all’autunno c’è molto da fare, le giornate sono lunghe, si comincia presto e si termina molto tardi. In inverno poi, come la natura si riposa, ci riposiamo anche noi con lei.
Come siete riusciti a realizzare il vostro progetto?
Abbiamo realizzato il progetto con la determinazione e anche con un bel po’ di incoscienza. Non essendo figli di agricoltori abbiamo fatto anche degli errori ma ce la siamo cavata perché abbiamo la testa dura!
Cosa consiglieresti a chi ha un progetto simile?
Sicuramente di fare un’agricoltura contadina, di piccola scala, qualsiasi ramo si scelga non importa. L’importante è rimanere piccoli e chiudere il ciclo.
Quali sono i tuoi obiettivi futuri?
Realizzare un piccolo bio-lago e un giardino e ampliare il laboratorio di cesteria.
4. Alice. Vent’anni e un’impresa agricola sostenibile sui Monti Lessini (Malga Riondera Trentino Alto Adige)
Alice ha vissuto le estati della sua infanzia tra i monti della Lessinia, nell’antica malga che suo padre ereditò e decise di recuperare in chiave ecologica. A poco più di vent’anni decide che la sua strada è tra quelle montagne bellissime e selvagge (da qualche anno sono ritornati anche i lupi) e prende in mano l’attività agrituristica, adottando nuove visioni di agricoltura ed allevamento, occupandosi dell’ospitalità, innovata in chiave green, e della cucina biologica. Le colazioni sono a base dei prodotti di malga, dal miele ai formaggi, dalle marmellate allo squisito succo di sambuco. Ecco cosa ci ha raccontato Alice:
Cosa offre il mondo rurale in più rispetto alla vita cittadina?
Vivere e lavorare in campagna è un’occasione per mettersi alla prova tutti i giorni, affrontando nuove sfide da risolvere con creatività e ingegno. Permette inoltre di recuperare rispetto e conoscenza della natura e ritrovare ritmi che ormai abbiamo dimenticato.
Cosa consiglieresti a chi ha un progetto simile?
Il mio consiglio è di osservare cosa succede in natura e prendere ispirazione da lei: non c’è maestra migliore. L’altro consiglio è di intraprendere questa strada solo se c’e una grande passione. Questa vita non conosce orari e programmi ma le soddisfazioni saranno tante!