Per tutto il mondo l’Italia è sinonimo di bellezza, di passione, di talento. Ma spesso non siamo consapevoli fino in fondo di quanto l’Italia sia amata, desiderata, sognata.

Se l’italia è un paese di eccellenze, è anche un paese di fragilità. Per questo il turismo deve puntare sopratutto sulla sostenibilità, su esperienze di qualità e rispettose della natura, sul viaggio lento e culturale.

Dobbiamo puntare su un turismo di persone che vogliono viaggiare in modo sostenibile, ha detto il ministro dei beni culturali Franceschini, alla fine dei tre giorni di lavoro di Pietrarsa che ha visto coinvolti oltre 300 persone sulle linee guida del prossimo piano strategico del turismo.

Basta con il turismo mordi e fuggi o quello delle crociere che impatta sull’ambiente e sui territori senza portare ricchezza. Sì ad un turismo che fa scoprire i paesaggi meno noti, quello che mette al centro le comunità locali e i territori, quello che si sviluppa lungo itinerari lenti e valorizza l’Italia eccellente nel campo dell’eco-sostenibilità.


Si sono chiusi i lavori dei tavoli di Pietrarsa, tra antiche locomotive e suggestive tracce di archeologia industriale, in un grande parco-museo dove si respira la brezza salata del golfo di Napoli e un paesaggio mozzafiato.

Qui per tre giorni si sono confrontate istituzioni, imprese, associazioni impegnate nell’ambito del turismo sostenibile. Nei nostri tavoli di lavoro, a cui siamo stati invitati a partecipare con Ecobnb, c’erano anche Google ed Expedia, Legambiente, Confturismo, le Regioni Puglia e Basilicata, il Ministero dell’Ambiente e quello dei Beni culturali, il MIUR e la World Tourism Organization (UNWTO) e molti altri. Vediamo in sintesi si cosa si è parlato.

1. Semplificare le norme, premiare le imprese virtuose e green

A presentare il primo estratto sintetico ma significativo dei contributi dei tavoli è Matteo Caroli, docente LUISS, di Roma.

Dai premi alle imprese virtuose, al “fare rete” , ecco i principali punti su cui le opinioni dei 28 tavoli di lavoro si sono trovati d’accordo:

  • le normative devono far si che siano premiate le imprese virtuose e marginalizzate quelle che non rispettano le regole. Ci devono essere premi per le imprese che vogliono investire in qualità ed ecosostenibilità, ma anche stimoli fiscali per l’investimento sui temi della sostenibilità, perché dagli investimenti sul tema dell’ecologia derivano anche risparmi di costi e maggior appeal sul mercato.
  • gli oneri fiscali rappresentano un problema per competere in ambito internazionale. L’IVA, più alta in Italia rispetto ai competitors internazionali, è stato un tema molto dibattuto tra I tavoli. Si è chiesto di ridurre l’iva, e se questo non è possibile, almeno di re-investire quel differenziale nel turismo.
  • la tassa di soggiorno deve diventare un contributo di scopo. Occorre cioè fare in modo che le risorse provenienti dalle tasse di soggiorno vengano utilizzate a livello locale, per innalzare la qualità della vita e promuovere il turismo sostenibile. Inoltre sarebbe auspicabile uniformare la tassa di soggiorno a livello nazionale, magari differenziandola in base all’alta o alla bassa stagione, oppure prevedendo sconti per chi viaggia in bici o con i mezzi pubblici.
  • occorre far crescere la qualità delle imprese. Serve un’azione di “accompagnamento”, in particolare per quelle più piccole, in modo che possano fare rete. Possibilità per le imprese che collaborano insieme un supporto tecnico, anche sul tema della sostenibilità. C’è necessità di un forte salto di qualità del capitale umano. Si è concordato però su una formazione innovativa, legata allo scambio di esperienze e buone pratiche, alla visione internazionale, al collegamento con il mercato.
  • Si è parlato anche di innovazione e di start-up. In tanti hanno sottolineato l’importanza di creare meccanismi che facilitino l’accesso al mercato delle start-up. No a incentivi a pioggia e fondo perduto. Si a meccanismi automatici, aiuti a progetti di filiera, progetti di sistema, progetti di rete, dove le imprese collaborano con gli attori pubblici.

2. Puntare su un turismo destagionalizzato e di prossimità che metta al centro il Paesaggio

L’intervento di sintesi di Paolo Grigolli, direttore della scuola di menagement del Turismo di Trento, che ha coordinato i tavoli di lavoro sul tema della Governance, si è focalizzato invece sull’importanza della multidisciplinarità e del mettere in rete diversi temi nella progettazione dei prodotti turistici, dall’agricoltura, all’economia, dalla comunicazione ai trasporti… Punti di vista diversi che erano ben rappresentati anche dai vari partecipanti dei tavoli. Questo ha reso la discussione particolarmente ricca di spunti.

Questi sono i tre temi principali evidenziati durante il dibattito ai tavoli:

  • Si è concordato sulla necessità di valorizzare la domanda esterna, ma prima ancora di questa sull’importanza di stimolare e accrescere la domanda turistica nazionale. Se scegliamo di andare nella direzione della sostenibilità il primo turismo da promuovere è quello di prossimità e destagionalizzato. Il turismo lento (a piedi, in bicicletta, in treno) e culturale, quello che è capace di mettere in rete luoghi autentici e perle meno note del nostro paese. Un esempio di questo concetto di turismo secondo noi è ben rappresentato da It.a.cà, il festival del turismo responsabile.
  • I nuovi strumenti informatici possono aiutarci per condividere le conoscenze dei territori, per raccogliere le tracce lasciate dai viaggiatori e trasformarle in una mappa cognitiva sulle esperienze preferite dal turista, per fare previsioni sulle tendenze.
  • Un’altro tema emerso con forza è quello di riappropriarsi del proprio paesaggio. Recuperare la segnaletica, valorizzare il paesaggio agrario, ma anche quello industriale e archeologico, cercare di dare un senso e un’identità ai non luoghi. Si è parlato ad esempio di come il vivere il paesaggio sia legato ai prodotti gastronomici che si trovano arrivando in un luogo, che devono essere a chilometro zero. Se, ad esempio, arrivati nel cuore di un magnifico paesaggio collinare Umbro gustiamo un vino tipico e un piatto locale, quel paesaggio lo viviamo davvero. La globalizzazione e la perdita di tipicità uccide invece i paesaggi.uei paesaggi.

3. Innovare e fare rete

L’innovazione è stato il tema trasversale che ha attraversato tutte le sessioni e i tavoli di lavoro.

I principali temi emersi dai tavoli sull’argomento, sintetizzati da Francesco Tapinassi del Mibact sono:

  • Big data come strumento di conoscenza e progettazione, anche in vista della rivoluzione del marketing predictivo. Il giorno precedente il bellissimo intervento di Roberta Milano aveva mostrato le grandi opportunità di pianificazione e di predizione offerte dai big data. La rete ci permette di monitorare le richieste dei turisti ma anche di prevedere quali saranno i flussi e i prodotti più richiesti nei prossimi anni.
  • L’importanza di costruire network che possano rendere le attività il più possibile interoperabili. Il web è un’accelerazione di network territoriali, deve insegnarci a fare rete. Ovviamente internet è indispensabile e la banda larga è una priorità su tutto il territorio nazionale.
  • La formazione, sopratutto per nuove figure che non ci sono, legate ad esempio al webmarketing e alle nuove tecnologie.

Innovare è capire. Uscire dagli stereotipi, consentire alla rete di narrare i luoghi e le esperienze. Rafforzare l’identita virtuale mantenendo però quella rurale e autentica.

Il Piano strategico del Turismo

Tutti questi spunti, emersi durante le 3 giornate di lavoro intenso a Pietrarsa, verranno rielaborati per diventare attuativi all’interno del primo Piano Strategico del Turismo.

L’obiettivo è quello di rilanciare il turismo italiano nell’ottica della sostenibilità e dell’innovazione.

Il processo partecipato di elaborazione del piano sarà aperto a tutti i cittadini e le imprese. Ciascuno di voi potrà perciò commentare, proporre temi e soluzioni, sottolineare problematiche, attraverso questa piattaforma online.

Io amo l’Italia

Dobbiamo ripartire dal senso dell’identità, dalla conoscenza profonda del territorio, dalla capacità di raccontarlo, secondo il presidente del consiglio Matteo Renzi che ha chiuso i lavori dei tre giorni a Pietrarsa. L’iniziativa dei Musei aperti la prima domenica del mese va, ad esempio, in questa direzione.

Tra i vari problemi evidenziati dal primo ministro vi è la difficoltà di promuovere le nostre bellezze, ed in particolare quelle del sud Italia, all’Estero. La provincia di Bolzano da sola fa più turisti stranieri di tutto il mezzogiorno – ha detto Renzi. Se pensiamo alle straordinarie emergenze storiche e naturalistiche del sud Italia, questo dato può sembrare folle. Forse dobbiamo smettere di dipingere l’Italia come un luogo pieno di problemi, come un paese in cui non va mai bene niente, ed iniziare a raccontare le incredibili bellezze ed eccellenze del nostro paese, far sapere a tutti quanto amiamo l’Italia.

Certamente questo esercizio di autostima non può che farci che bene. Non ci dimentichiamo però che per far arrivare più turismo nel sud Italia dobbiamo per prima cosa rafforzare accessibilità e servizi, dalle linee ferroviarie alle piste ciclabili, così da poter far arrivare in modo sostenibile il crescente numero di turisti stranieri che ama viaggiare senza auto. Dobbiamo anche, come priorità assoluta, difendere il nostro bellissimo patrimonio, fermare la cementificazione, tutelare il paesaggio, proteggere le nostre coste.. Insomma, la narrazione e l’autostima da sole non bastano.

E voi cosa ne pensate?

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Autore: Silvia Ombellini

Sono un architetto con la passione del viaggio. Penso che sia sempre più urgente riuscire a vivere in armonia con l’ecosistema del quale siamo parte. Dopo la nascita del mio secondo bimbo è nato anche Ecobnb, un'avventura intrapresa per cambiare il modo di viaggiare, per renderlo più sostenibile, giusto e buono con l'ambiente, i luoghi e le persone che li abitano.
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