Pareti colorate, qualche chiodo e attaccapanni e la scritta: «Se non ne hai bisogno, lascialo. Se ti serve, prendilo». Nasce così la bellissima iniziativa che si è diffusa in Iran in questi giorni. Sono i muri della gentilezza.
Tutto ha inizio a Mashhad, una città del nord est dell’Iran di 2,5 milioni di abitanti quando qualcuno, rimasto anonimo, in un giorno di metà dicembre ha preparato il primo muro della gentilezza. E adesso, grazie anche ai social network che sono stati invasi di muri colorati e gesti di condivisione, in tantissime città iraniane c’è un angolo colorato, dove si accumulano maglioni, pantaloni, scarpe e cappotti per le persone meno fortunate.
In Iran la crisi è ancora forte e in questi ultimi anni si è verificato un aumento spropositato di iraniani che vivono sotto la soglia di povertà. Dati ufficiali riferiscono che solo nella capitale Teheran ci sono 15mila senzatetto. E così un semplice gesto diventa fondamentale per molte persone. Da oggi il muro non rappresenta solo una distanza, una separazione, una chiusura delle frontiere, ma è diventato anche simbolo di condivisione e di solidarietà.
E ancora una volta, i gesti che partono dal basso, riescono lì dove è fallito anche lo Stato che non è riuscito ad aiutare le fasce più deboli della sua popolazione. Sono questi i gesti che ci fanno credere nell’umanità e in un suo futuro migliore e più giusto per tutti.
Noi speriamo che questa incredibile iniziativa, grazie anche a Twitter, Facebook e Instagram, riesca a superare i confini dell’Iran e si diffonda in tutto il mondo e invitiamo ognuno di voi a creare un muro della gentilezza nella propria città. Così i muri della gentilezza supereranno quelli di divisione.