E’esattamente quello che Pinar e Paolo hanno deciso di fare non appena la frenesia del primo fischio si è impossessata dall’italica penisola.
Così, gambe in spalla, anzi piedi sui pedali, hanno deciso di regalarsi niente di meno che un giro delle Perle delle Alpi, il circuito che collega ben 29 comuni dislocati tra Francia, Slovenia, Austria, Germania, Svizzera ed Italia. Questi ultimi 4 Paesi hanno visto Pinar e Paolo volare, qualche volta in totale disinvoltura altre volte con più fatica, su tornanti, passi altissimi, mulattiere sconnesse, percorsi innevati, nonostante si sia in piena estate, e, per fortuna, lunghe discese.
In questa lunga fuga durata 20 giorni, i coraggiosi bikers hanno incontrato ciclisti e non, condividendo mille e una storia, assaggiato delizie incredibili, scoperto panorami mozzafiato, iniziative incredibili e sono tornati in Italia pieni di energia e di ricordi memorabili che potete leggere qui.
1. Delizie delle Alpi
Se per voi un viaggio non è un viaggio senza aver incontrato i gusti, i sapori ed i colori della tavola, allora il resoconto del viaggio dei nostri biker susciterà un pizzico di invidia e l’acquolina.
Passando dai canederli in brodo, che in quest’estate piovosa e indefinibile capitano a puntino, all’ Apfel Strudel inarrivabile di Merano fino ai pizzoccheri della Valtellina fino alle colazioni pantagrueliche degli hotel di montagna, con dolce, salato, frutta, salumi, formaggi, cereali e tutto quanto è bene ci sia per fare un pieno di energia e di buonumore, l’itinerario gastronomico correva di pari passo a quello stradale.
Senza dimenticare il succo di mela della Val Venosta, che appare essere una vera delizia e siccome “Una mela al giorno…”
2. Autostima, una bella iniezione
Ce la possono fare 2 biker, mediamente allenati, ad affrontare un percorso tra 4 paesi e, per di più, su tratti di montagna con neve e inclinazioni varie?
Sì e ce la potete fare anche voi, a detta dei nostri due eroi.
Il Passo del Giovo, ma anche il Passo dello Stelvio con 2750 m di altezza paiono giganti che si possono affrontare e domare, ma soprattutto pensate alla bella soddisfazione di guardare , una volta giunti in cima, sia da una parte che dall’altra: alle spalle la salita affrontata e davanti a voi la discesa e nuove avventure.
Secondo me fa bene al cuore e al vostro corpo; che ne dite?
3. Città e bicicletta: c’è chi ha trasformato l’impossibile nel quotidiano
Nelle nostre città, andare in bicicletta è un rischio. Oggi, in qualche città si iniziano a vedere piste ciclabili, ma sono città “lungimiranti”, sono poche e molto spesso, purtroppo, le piste si interrompono nel bel mezzo della careggiata e si piomba nel traffico. Ne abbiamo già parlato qui.
Nelle città, ma anche nei piccoli villaggi, visitati dai nostri due, ecco, questo non succede e non solo: ci sono piste, ci sono rastrelliere, ci sono punti di ristoro e di “posteggio”. Soprattutto, mi pare di notare, c’è tutta un ‘economia che si nutre delle biciclette e dei ciclisti, che li accoglie, li coccola e si garantisce un marketing basato su “passaparola” non indifferente.
Prendiamo l’esempio di Peter che, prima di tutti, ha trasformato il suo hotel in un hotel per biker, con punto di assistenza, di posteggio, mappe e offerta di proposte incredibili per conoscere la zona ed ottenere che i biker non facciano un mordi e fuggi di una notte, ma arrivino a soggiornare più notti. Ha creato il primo bike hotel dell’Austria
Niente consulenti, niente guru del turismo: buon senso e collaborazione.
4. Storie: raccontami una buona storia
E poi ci sono le storie che si incontrano lungo il percorso come quella di un altro Peter, Peter Brandauer, sindaco di Werfenweng che dal 1989 è sempre rieletto non per strane manovre politiche ma perché dal primo anno della sua elezione, 1989, ha trasformato l’economia in perdita in economia in crescita puntando sulla mobilità dolce.
Oppure o quella della Val Viola che Paolo e Pinar percorrono pensando a quei contrabbandieri che di notte, su percorsi nascosti, contrabbandavano caffé, sigarette ed altro durante la II Guerra Mondiale ed anche dopo.
Oppure la storia della città in cui gli scoiattoli che attraversano le strade sono la norma e l’autovettura è l’eccezione. Volete sapere quale è? Scopritelo qui.
Non vedete l’ora di inforcare la vostra due ruote, buttare due cose, ma proprio due nello zaino e partire?
Perfetto: guardate l’intero itinerario qui e non esitate a scrivere a Paolo per avere preziosi suggerimenti.
Ma soprattutto non attendete il prossimo mondiale per sfidarvi.
Foto di copertina: Incontri in bicicletta foto di Paolo Pinzuti via Bikeitalia.it