Un’avventura da fiaba, tra foreste incantate e itinerari lenti a dorso d’asino, cascate mozzafiato e natura selvaggia (da ascoltare alla notte ed esplorare con tutti i sensi di giorno), alberi secolari e tracce di lupo… Ecco la storia del nostro viaggio con i bambini nel Parco Naturale delle Foreste Casentinesi.

“Guarda il mio cavallo”, dice Noemi, e con il suo corpicino minuto si arrampica velocemente sui rami contorti di una grande quercia, e in pochi secondi si trova sospesa a qualche metro da terra, nascosta tra le foglie verdi mosse dal vento del vecchio albero. Rita, la docile cagnolona, la controlla dal prato, con lo sguardo preoccupato di una baby sitter apprensiva. Gli altri bambini sono già aggrappati con le unghie al tronco ruvido della vecchia quercia intenzionati a salire in alto quanto Noemi.

Da lassù il punto di vista cambia completamente: le gallinelle che camminano sul prato sono ancora più piccole e buffe, dalle fronde dell’albero si dominano i prati, i boschi e i mueretti a secco del podere di Casa Santicchio, un’antica abitazione in pietra diventata una suggestiva struttura ricettiva attenta all’ambiente nel cuore delle foreste casentinesi. Laura e Marzio si sono trasferiti qui quando il loro bimbo aveva pochi mesi, stanchi del traffico milanese e innamorati della natura forte del luogo, decisi a trasformare con pazienza e passione il vecchio casolare in un accogliente rifugio, circondato dal verde.

Qui attorno si trovano gli alberi piu antichi d’europa, e sappiamo di essere al centro di uno dei polmoni verdi più importanti d’Italia. Potevamo immaginare che la prima foresta integrale d’Italia fosse stata istituita proprio a pochi chilometri da qui, più di cinquant’anni fa, e che da allora in quel angolo di bosco (la riserva naturale di Sasso Fratino) il ritmo lento della natura scorre senza interferenze da parte dell’uomo?

Qui la natura è maestosa e stupisce ad ogni passo. Gli studiosi registrano la presenza di felci rare e specie in via di estinzione, come i piccoli insetti blu (le bellissime Rosalie alpine, insetti che testimoniano la biodiversità del luogo e che sono tutelati dall’Unione Europea) che vivono nella corteccia dei legni morti in verticale. L’Europa monitora con collari speciali, dotati di gps, il passaggio dei lupi. Negli ultimi cinquant’anni l’uomo ha lasciato sempre più spazio alla natura, che ha riconquistato i campi coltivati e i pascoli non più utilizzati.

In queste foreste si può ancora camminare per un intera settimana, seguendo oltre 600 km di sentieri, senza incontrare paesi o città abitate, e nemmeno un metro di asfalto. Anche per questo è il posto ideale per una vacanza con i bambini!

 

Sulle tracce del lupo

Suonerà strano, ma la seconda ragione per partire con i bimbi tra le foreste Casentinesi sono loro, i lupi!

Sono questi grossi mammiferi, con la loro presenza mitica e misteriosa, ad entusiasmare le passeggiate dei bambini nel bosco. Non serve prendere in braccio (o infilare nello zaino da trekking) i bimbi quando i loro piccoli piedini sono stanchi, è sufficiente trovare un impronta di lupo lungo il sentiero (e vi assicuro che ce ne sono tantissime) e dire loro: “guarda qui, deve essere andato da quella parte, seguiamolo!”  Ed ecco che la stanchezza scivola via in un attimo e, come per magia, vedi le loro corte gambette correre lungo I sentieri morbidi delle foreste.

Il parco naturale del Casentino è il territorio dei lupi, che girano liberamente percorrendo oltre 100 km al giorno, lasciano tracce lungo i sentieri e si fanno sentire nella notte con i loro ululati da brivido. E’ quasi impossibile vederli dal vivo, perché riescono a fiutare la nostra presenza a chilometri di distanza, ma quando attraversiamo le foreste sappiamo che quello è il loro territorio e che loro sono lì da qualche parte ad ascoltare il nostro passaggio.

In uno dei centri visita del Parco, quello di Badia Prataglia (aperto da marzo a dicembre, te. 0575-559477) i bambini si divertono ad ascoltare l’ululato del Lupo, ad osservare le immagini del predatore, a scoprire tutto sulla flora e la fauna del Parco aprendo i cassetti “sonori” di un grande mobile in legno.

Nel Parco Naturale del Casentino il lupo non si è mai estinto e negli ultimi anni la sua presenza è in forte crescita. Qualche anno fa è stato possibile monitorare attraverso radiocollare gli spostamenti di due lupi, Libera e Sic (quest’ultimo trovato vicino alla costa, sotto ad un tavolo da giardino durante un inverno particolarmente freddo), e conoscere meglio la loro vita nei boschi.

Quando cala la sera lo spettacolo continua, con un cielo stellato indisturbato e profondo che i bambini non avevano mai visto prima. Ora i rumori del bosco sono più vivi e vicini: l’ “UU-U” tranquillo dell’allocco, la musica di fondo dei grilli. Apriamo le orecchie alla foresta, in attesa dell’ululato del re del bosco…

La magia del bosco, tra galle, calanchi e cascate

Ad ogni passo è una sorpresa, rocce giganti ricoperte da soffice muschio, profumo di menta selvatica, abeti maestosi, fiori colorati, curiose palline che i bambini non vedono l’ora di raccogliere dai rami delle querce. Scopriamo che si chiamano “Galle” e che sono una difesa naturale della pianta: quando un insetto tenta di mangiare le foglie dell’albero questo produce naturalmente un liquido dolce che attraee l’insetto, e al contempo gli costruisce attorno un guscio (ed ecco la magica “pallina”). Quando la pianta decide di non dare piu nutrimento all’insetto questo fa un buco nella galla ed esce (quanta intelligenza nella natura!).

I bastoni diventano fucili, i ruscelletti e le pozzanghere offrono avventure da attraversare in equilibrio sui sassi. Poi ci sono cascate mozzafiato, come le cascate delle Marmitte Giganti (l’ombelico del parco) o le cascate di Capanno (dei 3 fiumi), e pozze di acqua limpida e freschissima in cui fare il bagno e respirare la natura con tutti i sensi. Senza pagare nessun biglietto di ingresso, ecco la piscina naturale in cui avreste sempre voluto fare il bagno!

Cascate
Cascate e piscine naturali nel Parco del Casentino, foto di S. Ombellini

Sulle faccette grassottelle dei bambini leggiamo lo stesso stupore che proviamo noi grandi vedendo per la prima volta un deserto: i loro occhietti curiosi osservano per la prima volta la natura selvaggia del bosco, le montagne e i meravigliosi calanchi.

Per recuperare le forze, dopo la camminata nel bosco, ci attende un bagno di acqua calda in una grande vasca in legno immersa nella natura. Davanti a noi solo prati e boschi, sopra di noi fa capolino la luna e le prime stelle, il silenzio è surreale!

Tradizioni contadine e sapori di una volta:

Dal Rifugio Casa Santicchio, camminando nel bosco con i bambini arriviamo a Frassineta, un piccolo borgo di 30 abitanti con un museo contadino nato dalla passione di Angiolo Fani, che ha raccolto da anni antichi oggetti della sua famiglia e di altri abitanti del luogo. Qui i bimbi toccano con mano come si viveva fino a mezzo secolo fa in queste valli.

La “treccia”, era una slitta in legno, l’unico mezzo di trasporto prima delle strade carrozzabili (per portare paglia, legno e pietra, ma anche le persone, comodamente sedute in ceste di vimini), trainata da vacche del luogo (particolarmente mansuete e dedite al lavoro, derivate dall’incrocio tra la bruna alpina e la vacca romagnola). Fino alla fine degli anni cinquanta, prima che lo spopolamento colpisse la valle, queste buffe slitte in legno venivano usate regolarmente ed erano “parcheggiate” una a fianco dell’altra nella piazzetta del borgo, ci racconta Angiolo.

Il “granaio di Narciso” (dal padre di Angiolo) è il nome di questo piccolo ecomuseo. Tra le antiche pareti in pietra dell’edificio, un tempo abitazione nobiliare,  sono raccolti oggetti curiosi e meravigliosi, alcuni di questi regalati dagli abitanti del luogo: una maschera fatta dai bambini con il cartone delle scatole da scarpe, una spazzola di carlina (carciofo), che una volta veniva appesa con un chiodo alla stalla per allontanare le streghe (ci racconta Angiolo).

Il fascino delle tradizioni passate si respira nei racconti degli abitanti e si gusta nei piatti tipici della Valle Santa. con le sue ricette contadine di una volta:

Il Pane di Rimbocchi, piccolo paesino in cui d’inverno abitano meno di 3o persone, è famoso in tutta la Toscana per il suo sapore e la sua morbidezza, e si festeggia ogni anno ad agosto, in tutte le sue forme (dai crostini alla panzanella) con una animatissima sagra del pane (info: Pro-loco di Rimbocchi, tel. 0575.518018).

L’acqua cotta, una minestra molto semplice e povera della tradizione contadina, il cui ingrediente base sono le cipolle, bollite a fuoco basso per diverse ore, nel quale si aggiunge semplicemente pane secco. L’acqua cotta rappresentava la base alimentare dei contadini e dei boscaioli che abitavano la Vallesanta, che, a seconda della loro disponibilità economica, l’arricchivano con altre verdure, legumi o carne. Quella che assaggiamo noi è squisita: prevale il sapore dolce delle cipolle rosse locali, che si sposa con il pomodoro, i fagioli bianchi e i profumi dell’orto.

I tortelli di Corezzo alla Lastra, un tortello con ripieno di patate, aromi dell’orto, peperoncino e formaggio che viene cotto sulla piastra, un piatto povero preparato per i lavoratori che andavano nei boschi o sulle montagne, e che potevano scaldarlo con il fuoco (utilizzando una lastra di ardesia), quando erano lontani da casa.

 

La mia prima patente di guida… è quella Asinina!

Riuscite ad immaginare la sensazione incredibile di cavalcare un animale mai visto, se non sui libri di favole? Ricordo di averla provata in Tunisia sul dorso altissimo di un dromedario, ma la rivivo ora tra i boschi delle foreste Casentinesi quando i bambini salgono per la prima volta sul dorso di due simpatici asinelli, Katia e Fabio.

Marta, la guida esperta e appassionata, li ha salvati dal macello anni fa e li ha trasformati in perfetti educatori e baby sitter per bambini di ogni età, oltre ad un comodo ed inusuale mezzo di trasporto. Gli asini sono animali che non hanno velocità ma molto equilibrio, per questo sono ideali per attraversare questi territori e per stare con i bambini, ci spiega Marta.

Dopo che i piccoli hanno spazzolato gli asinelli, conquistando la fiducia dei dolcissimi animali, salgono in sella e si fanno trasportare in un viaggio lento e rilassante lungo i sentieri del parco. Alla fine della giornata Marta premia i piccoli cavalieri in erba con la prima patente della loro vita, con tanto di timbro e firma ufficiale: Noemi Mario e Leo si sono conquistati la patente di “guida Asinina”!

Info: associazione gli amici dell’asino www.gliamicidellasino.it

Rifugio Casa Santicchio

 

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