Quando la speculazione edilizia incontra il turismo nascono quei terribili ecomostri sul mare che hanno distrutto, da nord a sud, le bellissime coste italiane. Quando invece è l’agricoltura a sposarsi con il turismo, cosa succede?

Colline punteggiate da aranceti e limoneti, viti che producono un vino d’eccellenza, e una miriade di ulivi secolari tra i quali i turisti possono passeggiare sentendosi a casa, collaborare alla raccolta delle olive e alla loro spremitura, produrre con le loro mani l’olio che porteranno con loro.

 

Arrivati a Morigerati, un suggestivo borgo in pietra di 800 abitanti  tra le colline del Parco Nazionale del Cilento, si ha la sensazione di essere in un vero paese, tutto fuorché turistico. Attorno alla piazza principale un bar, una posta e uno sparuto gruppo di anziani seduti uno a fianco dell’altro ad osservare i passanti.

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foto di E. Benigni

Più in disparte un vecchio signore che osserva il movimento della piazza dall’orto-giardino della sua abitazione, con un gallo e qualche gallina che fanno da coreografia, scorrazzando felici attorno a lui. Su quella stessa piazza, l’antico castello di Morigerati è ancora oggi abitato da Donna Clorinda, che ha oltre 90 anni, è stata insegnante per una vita e si è impegnata affinché il patrimonio rurale del territorio non venisse perso.

Morigerati è oggi la dimostrazione che partendo dall’agricoltura, dall’identità del territorio, da ciò che si è ereditato, e lavorando affinché questi valori non vadano persi, si può creare un modello turistico alternativo e vincente. Il sindaco di Morigerati, Cono D’Elia, vuole dimostrare che la rinascita del sud può avvenire attraverso il connubbio turismo-agricoltura e può partire proprio da questi piccoli borghi, che fino ad oggi sono rimasti in disparte.

Per farlo non sono stati costruiti nuovi residence o hotel, ma sono state valorizzate le antiche case del borgo, incastonate nelle viuzze del centro storico, o le abitazioni immerse nel parco nazionale del Cilento, trasformandole in un modello di ospitalità diffusa. Gli abitanti hanno perciò messo a disposizione le loro case, che sono quasi un centinaio. Quando arrivano a Morigerati i turisti ritirano le chiavi alla reception, come in un normale albergo, ma invece di una semplice stanza trovano case straordinarie, immerse nella selvaggia natura del parco o incastonate nel caratteristico centro storico, a prezzi incredibilmente vantaggiosi.

Antico borgo di Morigerati, Cilento, Salerno, foto di Emanuele Benigni, via viaggiverdi
Antico borgo e Castello di Morigerati, Cilento, Salerno, foto di Emanuele Benigni, via viaggiverdi

 

Sempre in questo borgo magico, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, è nato il progetto “Terra di Resilienza“, grazie ad un gruppo di ragazzi che dopo gli studi hanno deciso di ritornare nelle proprie terre di origine e di investire sul Cilento. Si tratta di un progetto innovativo che promuove un modello di sviluppo turistico sostenibile, legato all’agricoltura e al luogo. “Lavoriamo nel segno della Resilienza. Resilienza per Restare – Reagire – Realizzare!” ci raccontano Dario e Claudia, 2 degli 8 soci fondatori della cooperativa sociale. “Quelle che un tempo erano caratteristiche negative di questa terra – le piccole comunità, la mancanza di industrie, le periferie rurali, la sopravvivenza di pratiche e valori del mondo contadino – oggi sono la forza per sperimentare la nostra ricetta anticrisi, un futuro sostenibile che sia motivo di realizzazione dei nostri percorsi professionali ed esistenziali.”

Ripartire dalla terra, questa è l’idea.

Far sì che l’agricoltura diventi il teatro naturale dell’accoglienza. Così inventano un modello nuovo di ecoturismo, profondamente integrato con l’agricoltura e la natura del luogo, con la cultura e le tradizioni.

Si può partecipare alla coltivazione dell’orto sinergico, imparando a conoscere le qualità dei pomodori antichi, delle melanzane e legumi a rischio di estinzione.

Si scoprono le tradizioni contadine nel museo ricavato nell’antico convento del paese, dove un’infinità di oggetti antichi e vestiti raccontano la vita di un tempo.

Nei mesi di ottobre si può partecipare alla raccolta manuale delle olive con i pettini e alla loro spremitura, immersi negli 8 ettari di colline comunali coltivate ad ulivi, portando a casa l’olio prodotto.

Si può esplorare uno dei parchi naturali più grandi d’Europa, a piedi o a dorso d’asino.

Si può visitare la suggestiva oasi delle Grotte del Bussento, passeggiando lungo un facile sentiero che dal centro di Morigerati porta alla Grotta, nella quale il fiume carsico Bussento ritorna a scorrere in superficie dopo aver percorso circa 4 km nelle viscere della terra.

Ma si può anche attraversare questo paesaggio incredibile di corsi d’acqua e cascate facendo “torrentismo” lungo il fiume Bussento, muniti di mute (la temperatura dell’acqua è di circa 5 gradi).

Infine, per gli appassionati di cibo, si può scoprire tutto sulle origini della dieta mediterranea, visitando un vecchio mulino a macina orizzontale (eredità greca) ancora in funzione, partecipando a laboratori di pane o pasta fatti in casa, assaggiando la famosa “pagnotta pregna” (pagnotta ripiena) con melanzane, zucchine, pomodori e olive. Squisita!

Indovinate dove è nata la dieta mediterranea?

Non lontano da Morigerati, nel minuscolo borgo di Pioppi (comune di Pollica), è stata “scoperta” e definita la Dieta Mediterranea, riconosciuta nel 2010 anche dall’UNESCO.

Lo scienziato statunitense Ancel Keys, che aveva vissuto in questa piccola del Parco del Cilento per più di trent’anni, intuì che il modello nutrizionale e lo stile di vita di quel luogo consentiva agli abitanti di vivere più a lungo, e con una minore incidenza di malattie cardiovascolari.

Per comprendere a fondo il modello alimentare e lo stile di vita della dieta mediterranea è d’obbligo visitare il Cilento! Qui gli agricoltori sono i veri custodi del territorio e della cultura della buona tavola, e alcuni agricoltori illuminati, insieme alle associazioni e alle università, stanno lavorando per recuperare i prodotti di un tempo.

Nei terreni rigogliosi del Cilento si stanno salvando 56 specie di mele abbandonate, preservando i vitigni autoctoni, gli ulivi e frutteti antichi, valorizzando le specialità locali e a chilometro zero.

Mimmo Caiazzo ci racconta i segreti della cucina locale, dalla Lagna fritta con ceci alle Melanzane ripiene (di cui esiste una sagra trentennale), dalle Zeppole allo Scaldariello, fino alla Maracucciata, una specie di polenta fatta con la farina di maracucci, che sono gli antenati di tutti i legumi, e che vengono prodotti solo a Lentiscosa da 8 produttori del luogo e diventeranno presto presidio slow food.

L’associazione Tempa del fico, nella Valle di Pruno di Laurino, una valle quasi disabitata dell’entroterra cilentano, vive della terra e coltiva antiche varietà di frutti antichi. Ha recuperato una specie di grano autoctono cilentano, e organizzato una fitta rete di percorsi lenti con gli asini, la “ciucciopolitana“. Questi simpatici animali sono da sempre gli ingegneri che hanno ideato e tracciato, con i loro passi, i percorsi migliori per attraversare le colline cilentane.

Il gruppo di contadini di Caselle in Pittari, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, a Luglio di ogni anno festeggiano il “Palio del grano”, una autentica gara nella mietitura a mano del grano tra otto rioni del villaggio e otto paesi “compari” gemellati con essi. Una settimana prima, tutti hanno la possibilità di partecipare a #CampdiGrano, una settimana di vita rurale sul campo in cui si può imparare dagli antichi contadini cilentani l’arte delle mietitura tradizionale e di tutti i processi di lavorazione del grano fino alla molitura in mulino a pietra ad acqua, nella vicina Oasi wwf di Morigerati, e il corso di panificazione naturale con lievito madre.

Info: 

Grotte del Bussento, Morigerati, info: grottedelbussento@wwf.it. Orari di apertura: 10-16 (primavera-autunno), 10-18 (estate), chiuso in caso di pioggia! Costi: 5 €, 3 € (7-12 anni), gratuito (0-6 anni)

Morigerati Paese Ambiente e Ospitalità diffusa a Morigerati,

Le tante iniziative, dall’olio alla ciucciopolitana, della cooperativa sociale Terra di Resilienza

 

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