C’erano una volta oltre seimila chilometri di binari sui quali viaggiavano sbuffando i primi treni a vapore, tra ponti e paesaggi naturali, pianure coltivate e boschi selvaggi, colline punteggiate da filari di alberi e montagne mozzafiato.
Poi è arrivata l’alta velocità, sono arrivate le autostrade e le automobili, e quegli antichi binari sono diventati troppo spesso segni arrugginiti di un tempo perduto, invasi da una vegetazione folta e verdissima, riconquistati dalla natura.
Alcuni di questi tratti, grazie a lungimiranti interventi di recupero, sono stati trasformati in lunghi percorsi sterrati da percorrere lentamente, in bicicletta, a cavallo o a piedi, dove si incontrano antichi ponti, vecchi edifici di servizio, lunghe gallerie e suggestive stazioni ferroviarie d’un tempo.
Come, ad esempio, l’ex linea di ferrovia Trevisto-Ostiglia, diventata la più lunga pista ciclabile d’Italia, che da Treviso arriva fino al Po. Sull’antico tracciato del percorso ferroviario oggi si può pedalare senza fretta. Le antiche architetture ferroviarie lungo il tragitto ci ricordano che un tempo qui sfrecciavano treni a tutta velocità, e chiudendo gli occhi ci sembra di sentirne ancora il rumore!
Domenica 2 marzo 2014 torna la Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate, per scoprire questi affascinanti percorsi e farli rivivere attraverso percorsi lenti. Ma anche per riportare l’attenzione sul treno come mezzo di trasporto sostenibile che offre una visione diversa e più autentica di viaggio.
Giunta ormai alla sua settima edizione, la Giornata delle Ferrovie Dimenticate è organizzata dalla Confederazione per la Mobilità Dolce ( Co.Mo.Do.) e sostenuta da un gran numero di associazioni ambientaliste e culturali, gruppi di cicloturismo e trekking, istituzioni e media partners, tra i quali anche ViaggiVerdi.
Dalla Sicilia al Friuli tutta l’Italia è attraversata per un giorno da una miriade di iniziative, itinerari a piedi e in bicicletta, percorsi su treni storici speciali, mostre guidate, incontri e convegni, concorsi fotografici e social.
In Sicilia si passeggia sulla vecchia sede ferroviaria dal mare all’entroterra, lungo la linea “Porto Empedocle – Castelvetrano” chiusa al transito dei treni dal 1978, tra le splendide campagne di Cattolica Eraclea e Ribera, lungo una suggestiva galleria e un maestoso viadotto sul fiume Platani, attraverso lande selvagge e desolate, antiche masserie e boschi incontaminati.
In Puglia si percorre il verde dell’entroterra in bicicletta, tra trulli, masserie e i tipici tratturi della Valle d’Itria, visitando antichi caselli dismessi, un tempo adibiti al funzionamento della ferrovia, che venivano azionati manualmente, evocando i ricordi e i suoni delle attività del passato.
In Campania ci si avventura lungo la vecchia tratta Salerno-Reggio Calabria, percorrendo l’antico ponte in mattoni di epoca fascista e le vecchie gallerie, per scoprire i bellissimi paesaggi della valle del Mingardo, che tanto ricorda la valle degli Elfi della saga del Signore degli Anelli di Tolkien, tra memorie medievali e natura incontaminata.
In Abruzzo i vecchi binari abbandonati della linea Ortona-San Salvo si trasformano nel luogo di esibizione estemporanea di scultori, pittori e fotografi, mentre in Lazio si cammina sui vecchi tracciati ferroviari da Capranica a Luni sul Mignone, incontrando bellissimi paesaggi e aree protette, tunnel e stazioni abbandonate, per raggiungere il suggestivo borgo medievale di Barbarano Romano (Viterbo), con sosta alla Locanda Rupestre per uno spuntino biologico e a km 0.
In Toscana si sale a bordo di una vera carrozza d’epoca trainata da uno di quegli scuri “giganti fumanti” sui quali i nostri nonni viaggiavano. Tra sbuffi, cigolii e soffiare di stantuffi si attraversano paesaggi incredibili, in alcuni tratti completamente senza strade, immersi tra colture e greggi, dalle Crete Senesi, al Parco della Val d’Orcia, fino alle zone del mitico Brunello di Montalcino. Il trenino d’altri tempi si ferma alla romantica stazione di S. Giovanni d’Asso, da lì ci si avventura nel borgo antico animato da spettacoli itineranti, si visita l’antico Castello e si assaggia il profumato tartufo, ovviamente accompagnato da un buon bicchiere di Brunello.
In Emilia si pedala sul sedime di antiche ferrovie, come quella che da Parma porta a Bogolese, arrivando fino a Coltaro per visitare un piccolo museo contadino, mentre in Veneto si scopre l’antica tratta Susegana-Montebelluna, abbandonata nel 1966 (dopo 50 anni di attività), visitando vecchi caselli e romantiche stazioni di una volta.
In Lombardia si cammina da Voghera a Rivanazzano Terme, passando per Codevilla e Retorbido, lungo i tratti della vecchia via Ferroviaria Voghera-Varzi, mentre in Friuli si percorre la tratta Sacile-Pinzano, abbandonata da soli 2 anni (nel 2012 dopo il deragliamento di un treno dovuto ad una frana Trenitalia ha deciso di non rimetterla in funzione!) ma già invasa dalla vegetazione, tra i paesaggi unici delle Dolomiti Friulane e delle terre magre “Magredi”.
Ma questo è solo un assaggio delle centinaia di appuntamenti che attraversano l’Italia il 2 marzo, per riflettere su come sarebbe il nostro paese se ciascuno dei suoi tratti ferroviari minori fosse recuperato. Potremmo viaggiare su suggestivi trenini speciali, come accade con il Treno Natura nelle Terre di Siena, o percorrere angoli incredibilmente belli e selvaggi a piedi, a cavallo o in bicicletta sul sedime delle antiche rotaie oggi invase dalla vegetazioni. Immaginarlo insieme è un modo per trasformare questo sogno in realtà, anche solo per un giorno!
Info: Ferrovie Dimenticate, calendario completo degli appuntamenti del 2014
Foto di Copertina: Borgo a Mozzano, Lucca, Toscana, foto di Marco Carrara, via flickr
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