Sulla scorta dell’articolo pubblicato qualche settimana fa, in bicicletta tra abbazie misteriose e prati attorno a Milano, una nostra giornalista ha provato a seguire il percorso per Chiaravalle e ha scoperto che…
E’ domenica, siete a Milano senza molti progetti per questo giorno, e avete finito la marmellata? Esiste un posto speciale dove trovarla, in sella ad un destriero, dimenticando i giganti di cemento.
In questa favola, il destriero è una bicicletta e i giganti sono i grandi palazzi della metropoli che vi lascerete alle spalle per giungere nella campagna che ospita il posto speciale: l’Abbazia di Chiaravalle.
La bellezza di Milano è anche questa: è facile dimenticarsi dove ci si trova e finire in un ambiente che profuma di campagna inglese e dove ti aspetti di incontrare da un momento all’altro una vecchietta che potrebbe essere Miss Marple che ha appena risolto un caso di omicidio.
Ultime domeniche di sole: in bici!
È una tiepida domenica di fine settembre quando io e Cris abbiamo scelto di provare l’itinerario segnalato da Viaggi Verdi. Il primo passo è stato quello di noleggiare una bici per Cristiana. Milano offre Bikeme; basta registrarsi sul sito (http://www.bikemi.com) e con un codice si può usufruire della bici per 24 ore al costo di 2 euro e 50 centesimi. Un ottimo servizio anche per i turisti.
L’appuntamento era a Piazzale Lodi, dove si trova una delle tante stazioni dove è possibile prendere la bici. Ed è all’inizio di Corso Lodi che abbiamo trovato un cartellone con una mappa che indicava il percorso: 5000 metri. Sostanzialmente basta andare sempre dritto e non lasciare mai il viale dove si trova la pista ciclabile tra due file di panchine.
Quando si lascia, anche visivamente, la città, il tragitto purtroppo non è più segnalato. E quindi ci siamo ritrovate a chiedere ad un gentile signore a spasso col cane, che ci ha indicato un parco nel quale ci siamo inoltrate finché non siamo giunte di fronte ad un albero di fichi, che segnava un po’ la fine della strada ciclabile e l’inizio del nulla, nonché il momento per lo spuntino appena colto. Dopo questa breve e golosa pausa abbiamo ripreso le bici, letteralmente in mano, e siamo passate accanto a quello che dava l’idea di essere un mulino e che potrebbe essere solo un casale abbandonato. La zona è quasi tutta circondata da un recinto e sembra vi siano dei lavori in corso. Da qui abbiamo ripreso una strada asfaltata e dopo 5 minuti eravamo giunte all’Abbazia.
All’abbazia, all’abbazia!
Erano circa le 13 e i frati domenicani si erano già ritirati per il pranzo e la chiesa era chiusa, perciò abbiamo deciso di seguire il loro esempio e pranzare. Il nostro pic nic (insalata di riso venere con prugne, mandorle, zucchine, feta e pomodori secchi) l’abbiamo consumato all’ombra di un oleandro in un piccolo parco di fianco all’Abbazia e poi caffè al bar del vicino circolo Arci.
Alle 14.30 l’Abbazia aveva aperto il grande portone e ci siamo trovate immerse nell’orazione cantata dai frati. Della visita all’interno è stato folgorante l’incontro con il dipinto della Madonna della buonanotte, che si trova alla destra dell’altare, in cima ad una scala buia, illuminato dalla luce che filtra dai vetri della finestra accanto.
Poi il chiostro dal quale si vede benissimo la Torre della Ciribiciaccola.
Ed infine, dulcis in fundo, la bottega del chiostro dove ho trovato tantissime marmellate preparate dalle suore e dai monaci di varie abbazie.
L’altra Abbazia, Viboldone
Non stanche dei 5 chilometri per giungere fin qui, io e Cris, ci siamo guardate negli occhi e abbiamo deciso di proseguire lungo la strada e andare a visitare l’Abbazia di Viboldone nella zona di San Giuliano Milanese. Qui non vi è nessuna pista ciclabile e il tragitto era reso poco pericoloso solo dal deserto che rappresentavano le strade di domenica. Un peccato non fare proseguire la ciclabile.
Il borgo è incantevole e anche in questa chiesa ci ha accolto il cantico delle suore con i Vespri.
Di ritorno a casa le nostre gambe risentivano dell’avventura fuoriporta, ma eravamo inebriate di una stanchezza che dà felicità.
Foto di copertina: abazia chiaravalle in bicicletta, foto di dario dp, via flickr