Un convegno nel cuore delle campagne senesi apre le porte alla quintessenza degli itinerari, amatoriali e non, in bici. Proviamo a conoscere e comprendere le strade della mobilità dolce in Toscana… uno spunto perfetto per capire l’ontologia della bici e il suo legame con natura e salute!
Il turismo responsabile passa dalle due ruote
Una due giorni “d’Autore” si potrebbe dire. Sì, perché alla terza edizione del convegno “Idee Pedalabili”, a Sovicille, il 15-16 e 17 novembre 2013, si sono succeduti al microfono i maggiori esperti italiani in fatto di principi etici, di responsabilità e di sicurezza in ambito ciclo turistico. Il titolo del seminario è, di per sé, evocativo: un’occasione preziosa per condividere quelle regole di progettualità ed etica stradale e per riscrivere, insieme alle Istituzioni e all’utenza, un “patto di civiltà” per la convivenza armonica.
Sabato 17 è stato consegnato il premio “Idee Pedalabili” all’Audax Bike Cilento e alla Fondazione “Angelo Vassallo”, sindaco ambientalista di uno dei comuni più caratteristici del Cilento. L’incontro si è inserito in un più ampio dibattito sulla sicurezza delle persone nella circolazione stradale, finalità principale d’ordine sociale ed etico. Incoraggiare comportamenti di rigoroso rispetto e formare continuamente professionisti e operatori turistici è l’unico valido antidoto per ripensare i centri urbani a misura di pedoni e ciclisti. A Sovicille è stato proposto anche un quadro di intervento che consente di recepire ed attuare nelle città dei cambiamenti epocali unitamente alla revisione strutturale del Codice della strada. Un chiaro omaggio alle terre di Siena seguito da una tavola rotonda moderata dal Biciclub, che ha presentato i contenuti del patto di Civiltà fra gli utenti della strada.
Ecoturismo in Val di Merse, in bicicletta
La Val di Merse è per antonomasia una terra di ciclisti e ciclo viaggiatori. La “Grand Tour della Val di Merse“, anello che attraversa tutta la valle (150 km), ad esempio, è un itinerario attraverso strade perfettamente asfaltate e, in minima parte, vie forestali che si innervano tra i boschi e le località di origine etrusca e romana.
Le strade punteggiate da cipressi vigili descrivono sinteticamente le immagini che l’occhio del ciclista è abituato a catturare.
La valle, infatti, offre una carrellata di percorsi di diversa difficoltà: gli stessi addetti alla stampa, in occasione dell’educational tour di presentazione (coincidente con il convegno) hanno potuto vivere a pieno lo spirito di mobilità ciclistica sia in ambito urbano che extraurbano cimentandosi sabato in un’escursione culturale su due ruote all’interno delle mura sensesi e poi, il giorno successivo, nel “girotondo di Sovicille”, uno degli itinerari promossi dalla provincia. Una trenta chilometri immersa nella viabilità secondaria della zona, che lambisce alcuni fiori all’occhiello del turismo toscano.
Tutta la querelle di interventi si inserisce all’interno del più ampio progetto “Terre di Siena Green” che adotta strategie e azioni finalizzate alla creazione di una rete provinciale di percorsi ciclo-turistici, all’implementazione dell’intermodalità bici-treno e alla tutela dei percorsi ciclo-turistici con il coinvolgimento delle associazioni e dei comuni.
La bicicletta è sì un mezzo di trasporto ad impatto zero, ma non altrettanto ininfluenti sono le sue ricadute sulla viabilità e sull’intera architettura della mobilità complessiva. I comportamenti del ciclista, insomma, sia esso turista, amatore o professionista, devono in qualche modo trovare un “codice”, una sorta di deontologia eucaristica cui improntarsi per ricondurre le due ruote nell’ambito della “neutralità” ambientale.
Questo avviene in Val di Merse anche grazie alla promozione, durante gli eventi “bike” di sinergie gastronomico-ecologiche che puntano alla diffusione di una mentalità green e responsabile. Si pensi ad esempio all’offerta dei ristori lungo il percorso e a conclusione delle pedalate, prevalentemente con prodotti di filiera corta (Km 0), all’allestimento di zone di raccolta rifiuti in prossimità dei ristori lungo il percorso, alla raccolta differenziata in prossimità di tutte le zone di ristorazione, alla distribuzione del cibo in buste biodegradabili, alla realizzazione della segnaletica temporanea del percorso di gara realizzata in materiale di riciclo o\e naturale (ad esempio legno) e all’obbligo per i partecipanti del rispetto del suddetto disciplinare di comportamento.
La bicicletta, il mezzo ecologico del futuro?
Encomiabili le iniziative che si animano nel nostro paese, ma siamo ancora lontani da quell’idea di mobilità sostenibile diffusa in Europa.
Pensiamo all’Olanda, qui è in fase di studio e sperimentazione, nella città di Eindhoven, una pista ciclabile intelligente. Il progetto è tuttora in fase di realizzazione e dovrebbe essere pronto entro il 2014. Sorprendenti alcune delle anticipazioni: questa speciale pista sarà dotata di una segnaletica luminosa orizzontale e fornirà informazioni utili sullo stato del manto stradale, la sua scivolosità e l’eventuale presenza di ghiaccio o neve.
Insomma, il futuro è alle porte e le dotazioni avvenieristiche possono fungere da complemento ed aiuto alla sostenibilità.
E che dire dell’idea danese ‘Bike Highway’, l’autostrada per biciclette inaugurata ad aprile 2012 per collegare Copenaghen con la periferia, un’iniziativa che vede numerosi ciclisti approfittare di questo percorso che costituisce un’ottima alternativa di spostamento improntato alla mobilità sostenibile. L’autostrada per biciclette permette di ottenere vantaggi nella percorrenza di un breve tratto come la riduzione delle possibili situazioni di rallentamento; si prospetta, inoltre, un progressivo miglioramento di questa infrastruttura che sarà presto dotata di servizi aggiuntivi quali pompe ad aria ogni chilometro e mezzo e aumento dell’illuminazione pubblica.
In Danimarca, infatti, il progetto può contare sul sostegno dei parlamentare e dei cittadini: qui, in effetti, la metà dei residenti utilizza normalmente le due ruote per i suoi spostamenti e si punta ad un’estensione sempre maggiore di questa buona pratica.
Anche Germania e Regno Unito stanno valorizzando iniziative di questo tipo e si punta ad un coinvolgimento di tutta l’Unione Europea.
E allora perché non rivivere, insieme, il bello della bici, la sua poesia, lo spirito di condivisione e l’amore per l’aria buona, tersa e pulita… in un’ottica di riscoperta di un mezzo antico, ma ammiccando alle più emozionanti novità ed evoluzioni di questo splendido mezzo.
Ricordiamoci che pedalare fa bene!