Premiato dall’ONU con il Future Policy Award 2018, il Sikkim è la prima regione al mondo a rendere 100% sostenibile la propria agricoltura. Un risultato strabiliante, raggiunto grazie alla grande tenacia nell’opporsi al disastroso sfruttamento dell’ambiente e della biodiversità.
Il Sikkim è uno Stato federale dell’India circondato da Cina, Nepal e Buthan. Nonostante la sua collocazione geografica lo renda uno dei luoghi più remoti, questo stato è riuscito a farsi conoscere in tutto il mondo per le sue politiche a favore dell’ambiente.
Abbandono dell’agricoltura industriale, sostenibilità nella produzione di cibo e difesa dei piccoli produttori. Sono questi i motivi per cui il Sikkim ha ricevuto il Future Policy Award 2018, durante la cerimonia tenutasi a Roma nella sede della FAO. Si tratta di un premio importantissimo, consegnato a tutti coloro che contribuiscono al miglioramento delle condizioni ambientali e sociali per le generazioni presenti e future.
Sikkim, la prova vivente che le politiche adeguate ripagano
Il Sikkim ha dimostrato che è possibile passare da un’agricoltura industriale ad un’agricoltura sostenibile. Infatti, attraverso l’adozione di una serie di politiche adeguate, questa regione ha convertito i suoi 66 mila agricoltori alle pratiche agricole sostenibili. Un risultato incredibile, per certi versi impensabile, che crea un precedente fondamentale. Bisogna ripartire proprio da questo eccezionale esempio se vogliamo cambiare le sorti del pianeta in cui viviamo. Il Sikkim ci insegna che possiamo liberarci una volta per tutte da quelle sostanze nocive che contaminano l’ambiente e la nostra alimentazione.
Anche se all’inizio non fu facile, dal 2003 ad oggi lo stato è riuscito gradualmente ad educare i suoi agricoltori all’agroecologia e ad abbandonare tutte le sostanze nocive per l’ambiente e la salute, come fertilizzanti chimici e pesticidi. L’impegno è stato così grande che si è arrivati addirittura a vietare la vendita stessa di questi prodotti devastanti. È forse questa la prima e la più importante tra tutte le pratiche ecologiche da adottare per salvaguardare l’ambiente e la salute dei cittadini.
Oggi il Sikkim può contare sulla certificazione biologica della sua agricoltura in tutto lo stato. È un traguardo dall’importanza straordinaria che contribuisce alla protezione dei piccoli produttori, incrementa le pratiche di sostenibilità agricola, salvaguarda l’ambiente e rende il cibo più sicuro. E ne giova anche la salute degli abitanti. Infatti, vivere in mezzo al verde incontaminato favorisce l’attività cerebrale.
Come l’agroecologia salverà il Pianeta
Se il Sikkim è riuscito a convertire tutta la sua agricoltura alle pratiche sostenibili e biologiche, allora qualsiasi altro stato del mondo può e deve farlo. Certo, la strada è tortuosa. Ma se vogliamo favorire un’agricoltura che ci dia frutti liberi da veleni e contribuisca a mitigare i cambiamenti climatici, la strada da seguire è proprio questa. E se pensiamo anche all’aumento incessante della popolazione mondiale e agli effetti devastanti causati dalla produzione di proteine animali, l’importanza dell’agricoltura sostenibile diventa ancora più evidente.
L’agroecologia ci permette di sviluppare tecniche agricole sostenibili, come ad esempio la produzione di compost per la concimazione, la rotazione delle coltivazioni per far riposare il suolo e proteggerlo dai parassiti. Queste tecniche, molto semplici da mettere in pratica, rendono più sicuro ciò che mangiamo e allo stesso tempo rispettano gli ecosistemi e le persone.
Come affermato da Alexandra Wandel, direttore del World Future Council (WFC), «l’agroecologia ci permette di affrontare problemi come la malnutrizione, l’ingiustizia sociale, i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità».
L’esempio del Sikkim ci conferma ancora una volta che il lavoro e la dedizione possono portarci a raggiungere risultati impensabili. Credere in quello che si fa: è questo l’atteggiamento giusto che trasforma anche i più scettici nei sostenitori più ferventi di un cambiamento necessario. L’agricoltura sostenibile rispetta gli ecosistemi, riduce l’impatto sul clima del Pianeta e ci fornisce un’alimentazione ad alto contenuto di antiossidanti. Oltre alla natura insomma, è anche il consumatore a trarne enormi benefici. Credete ci siano ancora altre scuse per rimandare la transizione ecologica?
Cover image: Agricoltori nel Sikkim, foto di Angelfire&me, via Flickr