Le automobili elettriche stanno conquistando una fetta di mercato sempre più ampia e affezionata, eppure la mobilità elettrica è ancora in grado di suscitare intense controversie. I più scettici si domandano: il passaggio all’elettrico servirà davvero a ridurre le emissioni? E, complessivamente, quale può essere l’impatto del singolo cittadino o nucleo familiare, a fronte di una crisi così profonda? In questo articolo parleremo – dati alla mano – del reale impatto climatico del settore dei trasporti privati, e di come scegliere l’ecosostenibilità con Smart possa davvero aiutare il Pianeta.
Quanto inquinano davvero le automobili?
Molto di più di quel che si pensa comunemente. Per scoprirlo, basta dare un’occhiata ai dati ufficiali pubblicati dal Parlamento Europeo. In Europa, il settore dei trasporti (che include mobilità aerea, su rotaia e via mare) è responsabile di circa 1/4 delle emissioni complessive del continente. Ebbene: esattamente il 71,7% di queste emissioni è imputabile al trasporto su strada, con una fetta di poco superiore al 60,6% da imputare direttamente alle automobili ad uso privato.
In breve: sì, le automobili sono incredibilmente inquinanti, e ciò è vero soprattutto per le vetture con motore a combustione interna. Oltre a produrre gas serra, le automobili con motore tradizionale sono responsabili anche dell’emissione di altri gas e componenti inquinanti, tra cui gli NOx: si tratta di ossidi di azoto (con una o più molecole di ossigeno, da cui la “x” nella formula) altamente irritanti, capaci addirittura di aumentare le chances di embolia polmonare e ischemia.
Le automobili elettriche non emettono né CO2 né NOx, e nemmeno le ormai celebri polveri sottili derivanti dalla combustione. Ma – per avere un quadro il più completo possibile della situazione, è importante sapere che anche le auto elettriche hanno un’impronta di CO2 non indifferente, dovuta alla produzione della vettura stessa. Inoltre, le batterie possono essere un problema: richiedono molte risorse della Terra per essere prodotte, e a fine vita sono davvero complicate da riciclare. Eppure, nonostante questi fattori indubbiamente problematici, le automobili elettriche possono sicuramente diventare un fattore chiave nella diminuzione dell’impatto ambientale dell’umanità. Scopriamo perché.
Anche le auto elettriche hanno un impatto in termini di CO2, ma inferiore rispetto alle vetture a combustione
Esattamente come accade per qualsiasi altro prodotto, industriale o meno, anche le automobili elettriche hanno un impatto di CO2 derivante dalla filiera di produzione. Ciò nonostante, secondo alcuni studi condotti dall’EU, l’impatto complessivo in termini di gas serra delle automobili elettriche è comunque inferiore rispetto a quello generato dalle vetture con motori a combustione interna. Inoltre, nel computo dell’impatto ambientale, vanno tenuti in conto anche altri fattori: ad esempio le emissioni di NOx e di polveri sottili derivanti dalla combustione, totalmente assenti nelle vetture elettriche di nuova generazione.
Il secondo problema, relativo alla durata di vita dei battery pack e allo smaltimento delle batterie ormai esauste, è sicuramente il più grande limite all’adozione di massa delle vetture elettriche. Eppure ci sono già alcune soluzioni interessanti. Inoltre, l’Unione Europea – in collaborazione con un buon numero di atenei italiani – sta già proponendo delle risposte adeguate.
Batterie esauste, riutilizzo e non smaltimento: ecco il cuore green delle auto elettriche
Le batterie ormai esauste delle auto elettriche sono un problema, ma sono anche capaci di trasformarsi in una valida possibilità per migliorare l’assetto energetico complessivo dell’Italia e dell’Unione Europea.
Il settore delle EV è relativamente nuovo, e in continua evoluzione. Perciò, solo negli ultimi anni sono emerse nuove tecnologie che permettono di recuperare le batterie ormai inutilizzabili nelle automobili, trasformandole nei tanto necessari accumulatori per gli impianti di produzione di energia elettrica da rinnovabili. Le batterie esauste delle automobili sono perfette: al contrario delle auto gli impianti di accumulo non necessitano di potenza, ma hanno bisogno solo di grandi capacità di stoccaggio.
L’Unione Europea, tramite PNRR, sta anche finanziando la creazione di gigafactory capaci di produrre grandi quantità di batterie di ultima generazione, anche in Italia. Nei prossimi anni, nel Belpaese, dovrebbero aprire i battenti ben 3 gigafactory per la produzione interna di batterie: un approccio che, presumibilmente, permetterà di abbattere i costi per i consumatori. Insomma: grazie alle recenti politiche dell’EU, l’optare per veicoli full electric – nonostante le attuali controversie relative alle batterie – è solo un beneficio, sia per i guidatori che per l’ambiente. Dati alla mano, con una conversione alle vetture elettriche, l’Italia e l’Europa potranno finalmente raggiungere gli obiettivi climatici stabiliti per il 2030, che prevedono una diminuzione delle emissioni complessiva pari al 30%.