Le foreste sono davvero la soluzione ai cambiamenti climatici? Non c’è dubbio, la quantità di carbonio che esse assorbono è nettamente superiore rispetto ad altri ecosistemi. Ma realmente le foreste possono essere una soluzione o ci stiamo solo illudendo di avere a disposizione l’arma vincente?
Il ruolo delle foreste per combattere i cambiamenti climatici
Da sempre gli alberi e le foreste svolgono un ruolo di primaria importanza per gli equilibri della biosfera in quanto assorbono miliardi di tonnellate di anidride carbonica, regolano il ciclo dell’acqua e stabilizzano il clima, mitigando le temperature.
Le foreste sono attualmente in pericolo. Per questo, in molti si chiedono se il loro ripristino e aumento possa risanare la perdita di biodiversità e fermare i cambiamenti climatici.
Le foreste, attraverso il “sequestro del carbonio”, sono in grado di trasformare il biossido di carbonio derivante dall’atmosfera in carbonio che viene successivamente immagazzinato. Il “potere” della fotosintesi detenuto dalle piante, e dunque esercitato soprattutto dalle foreste, ha creato l’illusione di aver trovato la soluzione ai cambiamenti climatici. Le foreste però, potrebbero morire a causa di eventi come siccità, incendi (spesso dolosi) e tempeste, riducendo le quantità di carbonio immagazzinate e aumentandone la dispersione.
Afforestazione e riforestazione: pro e contro
Innanzitutto, è necessario proteggere boschi e foreste già esistenti per preservare questi fondamentali ecosistemi e per migliorare il futuro. Di primaria importanza l’afforestazione: pratica di ripotenziamento ambientale di zone forestali, degradate a causa di deforestazione o sfruttamento improprio e smisurato della risorsa. Per afforestazione, pratica riconosciuta per la rimozione del diossido di carbonio si intende l’impianto di un bosco su un terreno nudo di vegetazione legnosa.
Altra soluzione è la riforestazione, o rimboschimento, ovvero la ricostituzione di un bosco o di una foresta distrutta. Per definizione, le due pratiche sono simili, la differenza è nei tempi: per afforestazione si intende la trasformazione di zone non ricoperte da foreste da almeno 50 anni. Queste due pratiche, unite alla protezione e a una gestione responsabile delle foreste, sono degli strumenti efficaci per combattere l’eccessivo aumento delle temperature.
Le pratiche discusse comportano ognuna un “lato oscuro” da considerare. Le foreste rinnovate potrebbero acquisire un gran potere ma non possiamo accontentarci di una sostituzione. Le nuove foreste, infatti, differiscono dalle più anziane per biodiversità e capacità di sequestro del carbonio. Il ruolo delle foreste non deve far pensare di poter risolvere il problema senza ridurre o eliminare l’uso dei combustibili fossili. Le foreste sono solo un tassello di un mosaico ben più ampio di strumenti volti alla risoluzione della preoccupante condizione climatica.
Conclusioni
Nella lotta al cambiamento climatico le variabili da prendere in considerazione sono davvero tante e gli equilibri ecosistemici sono troppo complessi per pensare di poterli governare facilmente. Sebbene il contributo delle foreste sia innegabile, queste sono solo una parte della soluzione. I cambiamenti da mettere in atto sono tanti ed è fondamentale ridurre in modo considerevole le emissioni di CO2. Le buone intenzioni ci sono ma non bastano: è necessario considerare che le foreste possono essere parte della soluzione ma non rappresentano da sole “la” soluzione.