140 chilometri di cammino tra natura e storia dal Piemonte alla Francia. 9 trekking per scoprire i paesaggi più spettacolari delle Alpi e la vera essenza delle Valli Occitane. MigrAction e Migratour sono questo, e molto di più!
Vi è mai venuto in mente di mettervi in cammino sui passi di una o più figure del passato, per provare a immaginare le emozioni, gli ostacoli che hanno vissuto e affrontato? MigrAction è proprio questo. Si tratta di un progetto transfrontaliero europeo, nato dalla collaborazione di enti e associazioni (comune di Vinadio, Ville de Barcelonnette, Fondazione Filatoio Rosso, Fondazione Nuto Revelli Onlus, ACTI Teatro Indipendente) che hanno deciso di dar voce, attraverso un trekking di 9 tappe, ad un fenomeno del passato, spesso dimenticato o poco conosciuto: la migrazione della popolazione piemontese e più nello specifico di quella cuneese, soprattutto di chi viveva nelle vallate alpine, verso la Francia.
Ci troviamo in provincia di Cuneo, nel sud del Piemonte, in un territorio vasto, di confine, che da sempre ha un rapporto vivo e per vicissitudini storiche talvolta anche conflittuale con i cugini d’oltralpe.
Il percorso parte da Caraglio, in Valle Grana e si sviluppa lungo tutta la valle Stura per finire nella Valle d’Ubaye, più precisamente a Barcelonnette, calcando alcune delle rotte usate dai migranti per raggiungere la tanto sognata Francia.
Si trattava di un’emigrazione stagionale, che in alcuni casi poteva diventare permanente. Tutto ciò avveniva per motivi lavorativi: si cercava un po’ di fortuna per scappare dalla povertà. La vita in queste vallate alpine era dura, si viveva di poche cose: due mucche, qualche gallina e un asino. Spesso le case non avevano un pavimento di piastrelle, ma era semplicemente terra battuta. L’inverno era severo, con metri e metri di neve, le scarpe durante la notte si incollavano al terreno per via del ghiaccio e la consuetudine era di dormire nelle stalle per scaldarsi con il calore animale.
Spesso di sera ci si trovava tra vicini e si facevano le veglie, momenti di condivisione, in cui i vecchi narravano storie di masche, donne dai poteri soprannaturali che castigavano chiunque facesse loro un torto e poi della Francia. Si viveva bene là, di cibo ce n’era, non si faceva la fame. Vecchi e giovani partivano e tornando, portavano con sé le testimonianze della stagione, creando così grandi aspettative negli ascoltatori. Eh sì, qualsiasi testimone diretto di questo fenomeno si incontri, dirà che era un Sogno.
Questo trekking porta l’escursionista a scoprire le caratteristiche naturali e storiche di queste valli. Uomini, donne e bambini con pochi averi andavano al di là del confine a lavorare per racimolare qualche soldo e poter sopravvivere ad un nuovo anno o all’inverno.
Spesso i bambini venivano portati nei grandi mercati e qui affittati ai padroni, che in cambio davano loro vitto, alloggio, un piccolo stipendio e ai più fortunati anche un paio di scarpe.
Le donne migravano in Provenza perprestare servizio presso famiglie francesi benestanti, o per raccogliere le violette e altri fiori per le profumerie di Grasse.
Gli uomini, invece, si recavano oltralpe per lavorare nelle miniere, nelle fabbriche del Midi o per fare i pastori, occupandosi delle transumanze. Capitava a volte che i bambini portassero con sé marmotte ammaestrate e le facessero fischiare e ballare sul lungomare di Nizza o Cannes per racimolare qualche soldino, mentre i genitori erano impegnati nei loro lavori. Non tutti gli abitanti delle località della Costa Azzurra erano abituati a vedere questi animali ed era sempre fonte di stupore e risate.
Un viaggio Lento tra i simboli delle Vallate Occitane
Un cammino costituito da 9 tappe su un totale 140km di percorso. Un vero e proprio viaggio lento tra le valli di quella che spesso viene denominata “la più grande nazione proibita d’Europa”, l’Occitania. Uno dei tanti motivi per cui i cuneesi si spostavano in Francia alla ricerca di opportunità era anche la lingua, oltre che la sua vicinanza geografica. Entrambi i versanti del colle della Maddalena, infatti, parlavano occitano, la lingua d’oc, e avevano usi e costumi comuni. Parlare la stessa lingua era un vero e proprio trampolino di lancio per l’integrazione.
Questo trekking è un continuo dialogo tra Natura e Storia. Passo dopo passo si toccato con mano alcuni simboli delle vallate alpine cuneesi: si parte da Caraglio con il Filatoio Rosso, il più antico setificio d’Europa, che grazie al suo museo racconta un settore che fu importantissimo per l’economia del territorio e apre uno spiraglio verso la Valle Grana, patria del pregiato formaggio Castelmagno.
Risalendo poi ci si imbatte nella borgata di Paraloup, dove tra l’autunno del 1943 e il 1944 si creò la prima banda partigiana di “Giustizia e Libertà”. Passarono di qui e trascorsero del tempo Duccio Galimberti, Dante Livio Bianco, Nuto Revelli e tutti quei giovani che decisero di collaborare nella liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo. L’etimologia del suo nome è curiosa, significa “difesa dai lupi”. Questa borgata è rinata dalle sue macerie e ora si presenta come un equilibrio perfetto tra passato e presente, tra pietra e legno, un luogo di accoglienza per chi nutre ideali di libertà, un rifugio che accoglie gli escursionisti stanchi e affamati.
Ma il viaggio nella storia non finisce qui! Vinadio affascina gli escursionisti con il suo Forte Albertino, voluto da Carlo Alberto nell’Ottocento, dopo l’abbattimento del forte di Demonte. La sua funzione era quella di sbarramento dell’accesso alla pianura dal colle della Maddalena, linea di confine tra Italia e Francia . Oggi è sede del museo “Montagna in Movimento “.
Barcelonnette, invece, racconta la storia delle migrazioni dalla parte di chi vedeva arrivare giovani e vecchi con pochi averi e tante aspettative negli occhi. Il Musée de la Vallée racconta proprio le immigrazioni piemontesi e il rapporto con i valligiani, che si rivelò in linea di massima positivo, anche se la guerra mise a dura prova i rapporti tra i due versanti del confine.
Interessante da sapere è che Barcelonnette è ritenuta la Barcellona della Provenza: tanti suoi abitanti si trasferirono nei paesi ispanofoni dell’America, anche essi alla ricerca di un futuro migliore. Si stanziarono soprattutto in Messico, dove fecero fortuna e si arricchirono. Chi tornò al paese natio, fece costruire ville dal gusto messicano e importò le tradizioni: ecco perché anche ai giorni d’oggi si festeggiano le stesse ricorrenze.
Le montagne e i loro tesori
MigrAction però è soprattutto montagna, un susseguirsi di boschi, laghi alpini dall’acqua cristallina e cime che sfiorano o toccano i 3000 metri. Rilievi che non hanno mai diviso le popolazioni, ma a differenza le hanno unite. Un abitante dell’alta valle si sentiva più accomunato a un pastore dell’Ubaye rispetto che ad un cuneese doc.
Più l’altimetro aumenta le sue cifre, più il paesaggio si fa ampio, selvaggio, di una natura quasi incontaminata. La notte riversa sulle teste dei pellegrini fili d’oro di stelle e ci si chiede quali pensieri affidavano i migranti al cielo; se provavano nostalgia di casa guardando la luna piena.
Queste vallate, inoltre, parlano anche di ritorno alla montagna: persone che hanno scelto di restare e di viverci 365 giorni l’anno, nonostante le problematiche che questa scelta può portare. Mancano molti comfort che si possono trovare nelle città del fondovalle, in inverno ci sono metri e metri di neve da spalare, ma la quiete, l’aria fresca e pulita, i rumori della natura e il senso di comunità sono impagabili. Grazie a coloro che ogni giorno vivono in questi luoghi, talvolta ostili, ma meravigliosi, si sono tramandate le tradizioni, le storie, le leggende e anche le ricette, tipo quella dei Crusèt, una pasta fresca che ricorda le orecchiette pugliesi: una vera prelibatezza imperdibile per chi decide di mettersi in cammino.
Passo dopo passo si avrà l’occasione di imbatterete negli altri abitanti di queste Terre Alte: camosci, stambecchi, tante marmotte paffutelle, grifoni, gipeti e altri animaletti curiosi e schivi.
Addentrandosi in ampi valloni i rumori della natura la fanno da padrone; le nuvole danzano nel cielo e le ombre accarezzano i pendii circostanti; un gioco di colori vivi e contrastanti, che riempiono gli occhi dello spettatore di immensa bellezza.
Un cammino lento che mette di fronte alla realtà che le migrazioni di oggi non sono altro che una copia di quelle di ieri: le aspettative e le emozioni che provavano coloro che si misero in camminano sono le stesse di chi oggi decide di andare a studiare in Germania o lavorare in Nuova Zelanda, adattate al periodo attuale.
Il bello sta nel camminare, guardarsi intorno, riflettere sul passato per avere una nuova chiave di lettura del proprio presente o per far piani per il futuro. Storia e Natura si mischiano e si sostengono in un’avventura incredibilmente emozionante. MigrAction ha tracciato un percorso per le generazioni in movimento di ieri, oggi e domani.
Ora non resta che fare lo zaino e mettersi in cammino e soprattutto in ascolto.
Tappe del MIGRATOUR
- Caraglio – Paraloup (16,6 km – 1010m d+)
- Paraloup – Demonte (16,5 km – 480m d+)
- Demonte – Vinadio (15,5 km – 630m d+)
- Vinadio – Sambuco (20,7km – 1290m d+)
- Sambuco – Pontebernardo (9,2 km – 480m d+)
- Pontebernardo – Argentera (10,4km – 540m d+)
- Argentera – Colle della Maddalena (12,1 km – 820m d+)
- Colle della Maddalena – Bayasse (35,2 km – 1600m d+)
- Bayasse – Barcelonnette (15,6 km – 550m d+)
È stato creato un percorso anche un per gli appassionati di MTB.
È possibile scoprire storie e paesaggi, tappa per tappa, attraverso i video promozionali disponibili sui profili Facebook e Instagram del progetto.
Migraction – Trailer from Gabriele Canu | feelms on Vimeo.
Autore: Marika Abbà. Ciao, sono Marika Abbà, una ragazza di 25 anni di Busca, un piccolo paese in provincia di Cuneo (Piemonte). Nella vita sono un’accompagnatrice turistica, un tecnico specializzato in ospitalità turistica per le vallate cuneesi e mi sto formando per abilitarmi come guida escursionistica ambientale. La mia passione più grande è la montagna e non appena posso, scappo su, tra le mie amate cime, insieme ai miei compagni di cordata, con lo sguardo sempre rivolto verso il Monviso. Un’altra passione sono i viaggi, quelli zaino in spalla, che mi permettono di tuffarmi nella vera vita di un Paese straniero e di goderne tutte le sue sfaccettature. Mi trovate su Instagram o su Facebook.