Negli Stati Uniti ci sono immensi parchi, la cui superficie totale supera quella di Italia e Svizzera messe insieme: si tratta di una rete di Parchi nazionali composta da 401 riserve e 49 aree “d’interesse nazionale” distribuite in tutti gli Stati della federazione. Ogni anno il Congresso di Washington stanzia poco più di 3 miliardi, ma non è una spesa. È un investimento, un ottimo investimento. Infatti per ogni dollaro investito, il sistema Parchi USA ne produce 12, contribuendo così all’economia nazionale con ben 40 miliardi. E questo considerando solo le ricadute dirette.

Effetto Parco: la natura che fa guadagnare

I parchi infatti sono il motore dell’economia delle comunità locali: i milioni di visitatori con le loro spese permettono l’esistenza di 329 mila posti di lavoro tra diretti e indotto per un totale di 13,6 miliardi di dollari di salari, numeri che sono in continua crescita (+47% in 5 anni).

Effetto Parco: la natura che fa guadagnare

Gli analisti parlano di Effetto Parco e non c’è dubbio che negli Stati Uniti funzioni, a dimostrazione che la natura e in particolare i parchi naturali possono essere non solo uno strumento di tutela ambientale, ma anche una risorsa economica importante.

Esiste un Effetto Parco anche in Italia?

Se negli Stati Uniti il calcolo delle ricadute economiche delle riserve naturali è oggetto di una puntuale analisi eseguita ogni anno, in Italia mancano questi tipi di rapporto. Ma ci sono alcuni elementi che sembrano indicare che l’Effetto Parco sia possibile anche qui.

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Valore aggiunto privato pro capite nei Parchi Nazionali. Anno 2011 (in euro). FONTE: l’Economia Reale nei Parchi Nazionali e nelle Aree Naturali Protette Rapporto 2014

In un rapporto del ministero dell’Ambiente di qualche anno fa si legge: “Tra il 2011 e il 2013 il valore aggiunto prodotto nei parchi nazionali è diminuito solo dello 0,6% mentre nel resto dell’Italia la variazione negativa è stata tre volte superiore (-1,8%). Questa capacità riscontrata in molti territori verdi è frutto di un mix di crescita economica, sostenibilità ambientale, produzioni di qualità, rispetto dei saperi e delle tradizioni“. Sempre nello stesso rapporto, scopriamo che sono i parchi nazionali a registrare i valori aggiunti più alti: come lo Stelvio con 22.491 euro, l’Arcipelago Toscano con 20.991 euro e le Cinque Terre, con 20.918 euro.

Trentino: 900 mila pernottamenti in più grazie ai parchi

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L’Effetto Parco sembra esistere anche in Trentino, la Provincia Autonoma di Trento ha calcolato che il 14% dei visitatori arriva proprio per godere delle bellezze dei suoi parchi: quasi 100mila persone, 900mila pernottamenti e 70 milioni di spesa diretta che sale fino a 300 milioni se si aggiungono anche le ricadute di chi visita le aree protette nonostante non rappresentino il motivo principale nella scelta della destinazione di vacanza.

I benefici dei parchi per il turismo e le giovani imprese

L’effetto parco va’ a beneficio sopratutto dei giovani e delle imprese innovative nel campo del turismo. Secondo il report di Unioncamere, sono i giovani che «fanno ritorno sempre più spesso in queste aree, dove avviano nuove iniziative imprenditoriali. Le imprese condotte da under 35 sono il 13,1% del totale, contro l’11,1% della media italiana e in molti casi riprendono e valorizzano attività o aree abbandonate. (…) Tali iniziative imprenditoriali (almeno 68mila, ndr) vedono una forte presenza dell’agricoltura, delle attività del turismo e della ristorazione».

Perché, allora, non puntare ancora di più sulla natura e sulla sua valorizzazione tramite parchi naturali? Una natura di grande bellezza, rispettata e tutelata, non è solo piacevole per tutti, ma anche economicamente vantaggiosa.