Il Portogallo punta con sempre maggiore decisione sulla sostenibilità ambientale. Una nuova conferma della strada green che il paese ha imboccato da alcuni anni viene dalla recente approvazione del Parlamento di un programma per la concessione della cittadinanza a chi investe in progetti ecosostenibili.
Green Visa: cittadinanza per chi investe nella sostenibilità
L’approvazione di questa legge, la cui bozza è stata presentata al Parlamento nel gennaio scorso dal partito ambientalista PAN (“Pessoas, Animais, Natureza”), prevede la concessione del permesso di soggiorno e della cittadinanza portoghese – e quindi anche di quella europea – agli investitori esteri che intendono finanziare progetti ecosostenibili. L’investimento minimo per ottenere il cosiddetto Green Visa e la cittadinanza portoghese è di 500mila euro in cinque anni. I settori interessati sono quelli dell’agricoltura biologica e delle energie rinnovabili.
L’approvazione della legge si inserisce in un percorso di sempre maggiore sensibilità ambientale che ha reso il Portogallo un paese all’avanguardia nell’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili e nella
green economy. Nel Marzo 2018 il paese ha infatti registrato un record importante, riuscendo a coprire tutti i consumi elettrici con energia prodotta da fonti rinnovabili, per un totale di 4.812 Gigawattora.
Non sono comunque mancate le critiche al progetto. Il paese infatti ha già sperimentato un’iniziativa simile, per attirare investitori esteri con il cosiddetto Golden Visa. I “visti d’oro” prevedono la concessione della cittadinanza portoghese per gli stranieri che realizzano investimenti dai 350mila ai 500mila euro nel settore immobiliare. Il progetto ha favorito lo sviluppo soprattutto nel settore alberghiero e turistico, ma ha suscitato forti critiche, in particolare dal partito “Bloco de Esquerda” (“Blocco di Sinistra”), che ha accusato il sistema dei “visti d’oro” di essere “un modo di vendere la cittadinanza” e “i diritti dei cittadini”. Anche le ONG “Transparency International” e “Global Witness” hanno criticato questi strumenti, considerandoli inclini a favorire la corruzione e il riciclaggio di denaro.
Contestualmente all’approvazione dei “visti verdi”, è stata presentata al Parlamento, senza successo, la proposta di abolizione dei Golden Visa, ritenuti da più parti dannosi e poco utili per la creazione di nuovi posti di lavoro. I risvolti positivi che il Green Visa può avere hanno stimolato anche l’intervento dell’Unione Europea, che è al lavoro per redigere un documento che guidi gli stati membri nelle procedure di rilascio dei visti di questa tipologia. L’obiettivo è di evitare che iniziative potenzialmente positive come quella dei Green Visa possano attirare capitali illeciti senza apportare i benefici attesi.
Il Portogallo punta su un’economia più sostenibile
Il programma Green Visa può avere un grande impatto nel processo di transizione verso un’economia sempre più sostenibile, non solo per il Portogallo ma anche per tutta l’Unione Europea.
Pertanto, vista la sua importanza, è necessaria un’attenta analisi, in particolare a livello comunitario, per garantirne la corretta attuazione.
Sentiremo ancora parlare del Green Visa e un dibattito è destinato a nascere nei prossimi mesi.
Iniziamo da qui: qual è la vostra opinione sul tema?
Articolo di Stefano Vagni
Foto di copertina: Colline di Lagoa, Portogallo. foto di Mikita Karasiou via Unsplash