Sostenibilità ambientale e sociale, cittadinanza attiva, turismo responsabile, agricoltura di qualità, accoglienza e integrazione. Sono queste le pratiche virtuose realizzate sul territorio Alpino e premiate con le bandiere verdi di Legambiente. Durante il summit di Carovana delle Alpi 2018 sono stati assegnati 15 riconoscimenti. Ben 5 in più rispetto all’anno precedente. La Lombardia è la regione più virtuosa, al secondo posto il Piemonte.

Anche quest’anno si è svolto il summit di Carovana delle Alpi, un insieme di appuntamenti per parlare delle Alpi e del loro futuro, per premiare le realtà più virtuose in termini di sostenibilità (bandiere verdi) e riprendere quelle peggiori (bandiere nere). Tanti i temi presi in considerazione per valutare la buona condotta dei territori e delle comunità locali e assegnare loro le bandiere verdi.

Insigniti del premio bandiera verde anche famiglie e singoli cittadini: è il caso della famiglia Elster e di Roberto De Prato. Riconoscimento anche per i comuni di Bardonecchia e Oulx per l’accoglienza dei migranti nelle due aree alpine. Le aggressioni alla montagna però non si fermano: 6 le bandiere nere assegnate. Una di queste è andata al ministero dell’interno francese per i respingimenti di migranti sul valico alpino.

Crescono le Bandiere Verdi tra le Alpi

Paesaggio delle Alpi tra le nuvole
foto di Milada Vigerova, via unsplash

Ogni anno Legambiente monitora la situazione ambientale nelle varie località di montagna. Anche per  quest’anno, durante l’annuale summit di Carovana delle Alpi, sono state assegnate le prestigiose bandiere verdi. Nel 2018 sono 15 i comuni riconosciuti come virtuosi.  Molti dei meriti vanno anche all’attività esemplare di comunità locali o di singoli cittadini.

I premi lasciano ben sperare per il destino delle Alpi. Infatti, rispetto al 2017, quest’anno sono state assegnate 5 bandiere verdi in più. Al comando delle regioni più attente alla sostenibilità c’è la Lombardia con ben 5 riconoscimenti. A seguire troviamo il Piemonte con 4 bandiere. Friuli Venezia-Giulia, Trentino e Valle d’Aosta con 2 bandiere verdi a testa, chiudono la classifica.

Per l’assegnazione di questi prestigioso premio è stata tenuta in considerazione l’attuazione delle diverse buone pratiche di gestione del territorio. Non sempre le cose sono andate per il verso giusto. L’attenzione per il territorio Alpino è comunque buona, nonostante sia pesantemente minacciato dai cambiamenti climatici e da pratiche tutt’altro che eco-sostenibili.

Come abbiamo capito, le cose buone non mancano, purtroppo però vanno segnalate anche le note dolenti. È per questo che Legambiente ha assegnato ulteriori 6 bandiere nere. Oltre alla situazione ambientale, l’associazione ha valutato anche gli aspetti di gestione sociale dei flussi migratori, un’emergenza che si intreccia drammaticamente con il problema dei cambiamenti climatici.

Le Buone Pratiche premiate con la Bandiera Verde

verde e natura, bandiere verdi delle alpi
Foto di Thomas Lambert, via unsplash

Adesso è arrivato il momento di scoprire quali sono le buone pratiche di sostenibilità insignite della bandiera verde e  che in questo caso contribuiscono a salvaguardare le Alpi e le loro comunità locali.

Dal punto di vista sociale, non possiamo non ricordare la grande opera di solidarietà e accoglienza dei migranti svolta nel confine tra Italia e Francia. Da Bardonecchia, Oulx e Claviere fino a Briançon, Nevache, Modane e Forneaux, i cittadini di queste località montane italiane e francesi, in collaborazione con alcune ONG, stanno dando il loro meglio per evitare che le Alpi si trasformino in un cimitero di migranti.

Tra le altre buone pratiche premiate da Legambiente, ci sono le iniziative promosse da ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste), grazie alla quale è stato realizzato il Cammina Foreste Lombardia, un trekking di 42 tappe attraverso 20 foreste regionali da percorrere in bici o a piedi. Lo stesso ente ha attivato alcune campagne di informazione, sensibilizzazione e promozione del territorio.

Sempre in Lombardia, bandiere verdi per la Cooperativa sottosopra, per la Cooperativa Alchimia, per il Consorzio GenerazioneFa e per il Cai di Bergamo. Questi si sono distinti per la gestione del rifugio Alpe Corte Bassa e l’integrazione di progetti sociali e di accoglienza per utenti diversamente abili. All’azienda agricola La Peta (Bg) è stata riconosciuta la capacità di incentivare l’inclusione e l’ospitalità.

Le Bandiere Verdi delle Alpi premiano le buone pratiche tra le Alpi italiane
foto di Paul Gilmore, via unsplash

In provincia di Cuneo sono stati premiati con le bandiere verdi i progetti di valorizzazione ambientale che stanno portando allo sviluppo di sentieri e passeggiate, nonché alla realizzazione di 30 km di pista ciclabile sull’antico tratto ferroviario Bicherasio-Barge. Ancora in Piemonte, un riconoscimento è andato all’associazione Ecoredia, impegnata a sostenere pratiche di cittadinanza attiva e progetti di economia solidale.

Anche in Valle D’Aosta non sono mancate le pratiche virtuose. Alcuni ad esempio hanno coinvolto direttamente i cittadini. Un esempio è la famiglia Elter, che ha denunciato alla Corte di Giustizia Europea l’inefficacia delle politiche contro i cambiamenti climatici adottate sino ad ora. Bene anche le giunte regionali Marquis e Vierin con i rispettivi assessorati all’Ambiente per aver promosso la candidatura del Monte Bianco a patrimonio dell’Unesco.

In Friuli Venezia-Giulia i riconoscimenti sono arrivati all’Associazione Amici di Osais (Prato Carnico-Ud) per la manutenzione e  la cura del territorio oltre che per gli sforzi dedicati alla difesa delle acque della Val Pesarina.

Premiato anche Roberto De Prato, per deciso di proteggere la sua terra. La scorsa estate infatti è stato aggredito dopo aver fotografato alcuni motociclisti intenti a percorrere illegalmente tra i sentieri sui monti sopra Ravascletto.

In Trentino-Alto Adige, sono state premiate altre realtà. La BioEnergia Fiemme, ad esempio, che produce energia termica ed elettrica grazie al riciclo degli scarti del legno e dell’umido della raccolta differenziata. Bandiera verde anche per le Cantine Ferrari e alla loro uva biologica prodotta nei vigneti di proprietà.

Le bandiere nere: le cattive pratiche da non ripetere

cattive pratiche da mettere al bando
foto di Kyle Glenn, via unsplash

Ma come avevamo già anticipato, purtroppo anche in montagna persistono cattive pratiche di gestione dell’ambiente. Le aggressioni nei confronti di questo splendido territorio sono sempre dietro l’angolo. Tuttavia Legambiente non si sofferma soltanto sulle buone pratiche di sostenibilità ambientale, ma sottolinea anche l’importanza delle buone pratiche di accoglienza ed ospitalità.

Per questo motivo, tra le 6 bandiere nere assegnate, una è andata al ministero degli interni francese a causa dei continui respingimenti di migranti effettuati dalla polizia transalpina sui valichi alpini di frontiera. Oltre al Ministero francese, anche altre realtà hanno ricevuto la bandiera nera.

È il caso dei Comuni di Artogne e Pian Camuso, in Lombardia, per aver permesso gare di enduro sul territorio silvo-pastorale di Montecampione.

Le province di Trento e Bolzano si sono distinte negative per essersi arrogate la possibilità di gestire “in autonomia” il destino di lupi ed orsi presenti sul territorio, comprese le catture e le uccisioni.

Il Comune di Arco (Trentino) invece si è meritato la bandiera nera per almeno due motivi. Il primo, è la ridefinizione della pianificazione urbanistica delle aree agricole in località Linfano, al posto delle quali è prevista la realizzazione di non ben precisate strutture sportive e ludiche per una superficie utile netta di 4000 m². Il secondo motivo è dovuto al all’ampliamento di un’attività commerciale che ha portato ad un notevole incremento di parcheggi e quindi di consumo di suolo.

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Bandiera nera anche per la Regione Friuli Venezia Giulia e la Promo Turismo FVG Turismo per le insostenibili scelte di politica turistica in montagna. Infine, riconoscimento negativo anche per il comune di Cavazzo Carnico (Udine) per le posizioni assunte in merito alla rinaturalizzazione del Lago.

La nostra speranza è che tutti quei territori che si contraddistinguono negativamente per la cattiva gestione delle risorse ambientali, possano presto abbracciare la causa dell’eco-sostenibilità. Per il bene dell’armonia ambientale e paesaggistica, dei territori e dei cittadini che in essi vivono.

Immagine di copertina: via Flickr

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