I dati sull’ inquinamento dei mari sono sconvolgenti, ma il mondo si sta mobilitando: le soluzioni possibili per rivitalizzare i mari e liberarli dalla plastica si stanno moltiplicando. Scopriamole insieme!
La plastica è oggi tra i più diffusi inquinanti dell’ambiente. Il mare in particolar modo sta vivendo una situazione piuttosto critica: il fenomeno delle isole di plastica nel Pacifico (Pacific trash vortex) ne è la testimonianza più evidente.
La concezione diffusa della plastica come materiale senza valore porta le persone ad usarla una volta e poi buttarla via. Invertire questo paradigma ci può aiutare a considerare la plastica come un bene da riutilizzare in mille modi creativi e non come un semplice rifiuto, aiutando così a salvaguardare l’ambiente.
L’invasione della plastica ci obbliga ad agire in fretta per ridurre il suo stesso l’impatto. Infatti secondo il primo vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans, continuando su questi ritmi, nel 2050 la quantità di plastica presente nelle acque sarà addirittura superiore alla quantità di pesci. Lo stesso vicepresidente sottolinea anche il paradosso dei prodotti che si usano per cinque minuti e poi impiegano centinaia di anni per lo smaltimento. Per le Nazioni Unite le tonnellate di plastica scaricate nel mare sono circa 8 milioni di tonnellate l’anno, quasi 22 tonnellate al giorno, a fronte di una produzione annuale, a livello mondiale, di 300 milioni.
Inquinamento dei mari: i progetti che potranno fermarlo
Nonostante le proporzioni negative del fenomeno, non tutto è perduto. A questo punto allora la domanda sorge spontanea: come possiamo affrontare questo enorme problema?
Una risposta ci giunge dall’Ue la quale, ad esempio, ha finalmente mosso un importante passo in avanti stabilendo un limite alla produzione di plastica a partire dal 2019 e vietando quasi totalmente la produzione di microplastiche. Ciascuno di noi nel nostro quotidiano può fare tanto per evitare l’utilizzo della plastica,
Secondo lo United nations environment programme (Unep), riciclare è la soluzione da considerare in maniera più decisiva in virtù del fatto che ad oggi non è stato attuato al meglio.
Questa è la rotta intrapresa da diverse organizzazioni e associazioni sia a livello nazionale che internazionale. Ad esempio, l’azione globale di 4Ocean, un’organizzazione che sta riscuotendo un grande successo attraverso la vendita di braccialetti composti da plastica riciclata che gli permettono di autofinanziarsi per continuare a combattere l’inquinamento.
In Olanda il progetto Plastic Whale recupera rifiuti plastici per poi costruirci piccole imbarcazioni con le quali andare a pescare altri rifiuti. La loro attività è considerata il primo plastic fishing professionale del mondo.
Ultimo ma non meno importante è il progetto denominato Seabin, inventato da Andrew Turton e Pete Ceglinksi, due giovani surfisti australiani che hanno abbandonato le loro professioni per dedicarsi interamente alla salvaguardia dei mari. Il loro sistema di filtraggio delle acque è basato su un cestino galleggiante, collegato ad una pompa a terra, in grado di risucchiare una gran quantità giornaliera di rifiuti. Questo strumento, 100% green, è usato soprattutto in prossimità dei porti ed è capace di filtrare circa 25 mila litri d’acqua ogni ora e restituirla al mare una volta depurata.
I vantaggi di un mondo senza plastiche
Diverse realtà nel mondo sono già al lavoro per prevenire e contrastare gli effetti negativi dello scarico di plastica nell’ambiente. Tutte queste iniziative sono decisamente volte a migliorare la salute del nostro pianeta e dei suoi abitanti, siano essi animali o persone. I vantaggi che ne conseguono sono certamente di primaria rilevanza:
• la catena alimentare diventa più sicura (secondo una ricerca scientifica condotta da Greenpeace, insieme alla regione Marche e al CNR di Genova un pesce su quattro contiene microplastiche);
• meno plastica vuol dire riduzione delle emissioni di anidride carbonica;
• alle imprese, la plastica riciclata permette di abbattere i costi di produzione genera un guadagno e favorisce l’economia circolare;
• disincentivando lo sfruttamento del petrolio si riduce il rischio di danni ambientali, come grossi sversamenti, già avvenuti in passato;
• sostituire la plastica con alternative sostenibili è sinonimo di innovazione, maggiore competitività e occupazione.
Per favorire il raggiungimento di questi obiettivi è fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica sulla vastità del problema. Considerando anche l’inarrestabile aumento della popolazione mondiale, è essenziale mettere i cittadini in condizione di compiere scelte consapevoli. Per la saluta propria e quella ambientale.
Cover image: foto di Jeremy Bishop on Unsplash