La primavera è la stagione perfetta per scoprire le meraviglie del Selvaggio Blu, un trekking di cinque giorni nel Golfo di Orosei, lungo la costa orientale della Sardegna. Vi aspettano avventura, un po di fatica, natura incontaminata e paesaggi mozziafiato!
Il Selvaggio Blu è un percorso a tappe, tracciato alla fine degli anni ottanta da Mario Verin e Peppino Cicalò, ricalcando i sentieri dei pastori del luogo, che attraversa scogliere a picco sul mare e si inerpica tra solitarie alture ricoperte di fitta vegetazione. Gli apritori raccontano la diffidenza iniziale dei pastori nel rivelare i passaggi nascosti, utilizzati per muoversi in un territorio che sembra in molti punti impossibile da attraversare, superata solo con il tempo, dopo aver compreso l’attrattiva di questo trekking per il turista e quindi la sua potenzialità per l’economia locale.
Oggi chi desidera intraprendere questo trekking può appoggiarsi a cooperative e associazioni locali, che offrono supporto nel rifornimento dei viveri (che avviene via mare o via terra) e che mettono a disposizione esperte guide. E’ un servizio che ogni gruppo può personalizzare in base all’esperienza che desidera fare. Il Selvaggio Blu che vi racconto, è stato un viaggio in quasi completa autonomia: senza una guida, ma con l’uso di cartina e GPS, portando nello zaino il minimo indispensabile e bivaccando all’aria aperta con materassino, sacco a pelo e fornelletto a gas. In tre punti del percorso io e i miei compagni di avventura, abbiamo trovato rifornimenti di acqua e cibo, grazie al supporto di un’associazione locale.
Il percorso del Selvaggio Blu parte da Pedra Longa, superato il paese di Santa Maria Navarrese e arriva a Cala Sisine, per un totale di 50 Km e circa 3000 m di dislivello in salita. Le tappe sono spesso lunghe e impegnative ma la bellezza del paesaggio fa dimenticare la fatica! Lungo il percorso si incontrano bellissimi ovili costruiti in sassi e legni di ginepro, grotte nascoste, baie dall’acqua limpida e pulita e si attraversano frane e scogliere, camminando su rocce affilate e passerelle di legno. In alcuni punti si incontrano pareti di roccia che si superano arrampicando, in altri l’unico modo per proseguire, è scendere in corda doppia, lungo pareti che guardano il mare.
Il sentiero è segnalato da bolli blu su rocce e tronchi di alberi, che sono spesso poco visibili, soprattutto dove il sentiero diventa più difficile e intricato. Per questo è molto facile perdersi, anche perchè altri sentieri e antiche mulattiere delle carbonaie, incrociano la traccia come fili in un gomitolo! Il rischio, se si perde la giusta via, è quello di non riuscire a ricollegarsi al percorso originale, e quindi di non arrivare al termine della tappa, per la morfologia del territorio, che crea punti invalicabili per la presenza di salti rocciosi o fitte foreste. Ma con cartina e GPS, diventa una vera e propria avventura, una divertente caccia al tesoro che dà grandi soddisfazioni!
Selvaggio Blu: il trekking nella Sardegna dei pastori in 5 tappe
Ecco le tappe che abbiamo percorso:
Prima tappa: Pedra Longa – Us Piggius
E’ un breve percorso di “avvicinamento” al Selvaggio Blu. Si abbandona la civiltà per addentrarsi nella macchia mediteranea. Passando sotto imponenti pareti rocciose si raggiunge una sella a circa 600m metri sul livello del mare, dove si incontra un ovile. Noi abbiamo dormito poco oltre, sotto una grande quercia.
Seconda Tappa: Us Piggius – Portu Pedrosu
Da qui si inizia a respirare davvero l’aria del Selvaggio Blu, camminando su rocce aguzze lungo la costa e scendendo nei “bacu”, profondi letti scavati da torrenti che degradano verso il mare. E’ una tappa piuttosto lunga e complessa, dove la traccia del sentiero non è sempre visibile. Si incontrano fantastici passaggi su legni di ginepro e su paretine da arrampicare. La baia in cui ci siamo fermati per la notte è un piccolo paradiso di acqua limpida e natura profumata.
Terza Tappa: Poru Pedrosu – Cala Goloritzè
In questa tappa il sentiero attraversa profondi bacu fino ad un bellissimo ovile, raggiunge punti panoramici mozzafiato, sale a Punta Salinas e poi ridescende verso la famosissima Cala Goloritzè.
Qui un tuffo nel mare è d’obbligo e per il pernottamento troverete fantastiche piazzole nella pineta, con vista sulla baia.
Quarta Tappa: Cala Goloritzè – Bacu Sufelau
Dalla baia ci si addentra tra le montagne soliatrie per poi, percorso un lungo filo di cresta, spostarsi nuovamente verso la costa. Qui si cammina lungo cenge molto esposte e sotto la volta di magnifche grotte. Dopo alcune calate e passaggi tecnici, si raggiunge un caratteristico arco roccioso, che segna l’ingresso a Bacu Sufelau. Noi l’abbaimo risalito, allontanandoci dal mare, per dormire in una comoda piazzola nella foresta.
Quinta Tappa: Bacu Sufelau – Cala Sisine
Caratteristica di questa tappa e il traverso che percorre la costa e che porta fino alla famosa spiaggia di Cala Sisine. Si devono attraversare punti molto esposti sulle scogliere e scendere in corda doppia, anche nel vuoto, in più punti. Arrivare alla spiaggia è davvero una grande soddisfazione! Il ritorno a Santa Maria Navarrese può essere fatto via mare o via terra, appoggiandosi alle associazioni locali.
Il Selvaggio Blu è un trekking sicuramente non semplice e da non sottovalutare: richiede buona preparazione fisica e un ottimo senso dell’orientamento, oltre che spirito di adattamento. Per cinque giorni non incontrerete nessuno, forse solo qualche altro escursionista! I paesaggi che si attraversano sono però unici e fanno di questo trekking un vero gioiello in una terra, la Sardegna, già di per se straordinaria.
Autore: Anita Cason
Immagini: foto di Giorgio Cordin, Matteo Osele e Giulia Fattoretti