Pochi giorni fa il Ministro dell’Ecologia, dello Sviluppo Sostenibile e dell’Energia francese Ségolène Royal ha dichiarato che la Francia investirà nelle strade solari. Il Paese, infatti, nei prossimi cinque anni ricoprirà 1000 chilometri di strade con pannelli fotovoltaici, creando strade solari in grado di fornire energia verde ad almeno 5 milioni di abitanti.

E se adesso pensando all’asfalto ci viene in mente inquinamento e mobilità dannosa, con questo progetto le cose potrebbero cambiare.

Le strade solari arrivano in Francia

Come funzionano le strade solari?

Le strade solari francesi o Wattway saranno prodotte dall’azienda Colas. La tecnologia prevede l’applicazione di pannelli solari di silicio policristallino di 7 millimetri di spessore all’asfalto esistente. Le cellule fotovoltaiche saranno resistenti ai mezzi di qualsiasi peso e alla pioggia.
L’installazione è semplice e non richiedere troppo lavoro. Il costo, d’altro canto, è piuttosto elevato. Il progetto avrà infatti un costo tra i 200 e i 300 milioni di euro.

I pannelli che ricopriranno 1000 chilometri di asfalto in Francia, creando così le strade solari

Le strade solari non sono una novità assoluta in Europa: già l’Olanda nel 2014 ha inaugurato una pista ciclabile di 70 metri tra Krommenie e Wormerveer ricoperta di pannelli solari. Il progetto olandese ha avuto un notevole successo, superando anche le aspettative. La pista ciclabile, infatti, nei prime sei mesi di vita ha prodotto 3000 kWh di energia elettrica, energia sufficiente a soddisfare le esigenze energetiche di una casa per un anno. La pista arriverà ai 100m entro la fine dell’anno.

Se pensiamo a quante strade ci sono nel mondo, ai chilometri infiniti di asfalto, e al fatto che esse sono occupate solo il 10% del tempo dai veicoli, le strade solari rappresentano un’innovazione fondamentale. Permettono infatti di recuperare l’asfalto, trasformandolo da inquinante ad ecologico, e produrre energia verde senza deturpare maggiormente paesaggi naturali e senza togliere i terreni all’agricoltura.

Ecco il video, in inglese, dell’azienda Colas:

 

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