Incastonata nell’Abruzzo, questa “cattedrale verde”, forse una della più rare e originali degli Appennini, deve il suo nome ad un piccola chiesa al limite del bosco, l’eremo di Sant’Antonio.

In questo periodo il biancore dell’inverno getta su questa Riserva naturale un senso di solitudine e di rassegnazione, in questa stagione infatti non c’è quasi mai nessuno, poiché il bosco è meta di un turismo quasi prevalentemente estivo. Ma a qualcuno questa solitudine non pesa affatto, come agli sciatori di fondo e ai “ciaspolatori”, che vengono qui però solo la domenica.

Un tempo territorio destinato al pascolo, veniva chiamato Difesa, poiché era un luogo chiuso, proibito.

neve soffice, da attraversare con le ciaspole, in Abruzzo
neve soffice, da attraversare con le ciaspole, in Abruzzo

La foresta si pensa sia stata nell’antichità dedicata a Giove, a cui si narra gli fosse sacro l’albero del faggio. Il gigante del bosco qui è appunto un faggio, un albero millenario ormai vetusto che con la sua presenza racconta a ogni persona che abbia incontrato il susseguirsi infinito delle stagioni.

Il bosco di Sant’Antonio con le sue varietà di habitat, che si alternano tra alberi, prati, corsi d’acqua e terreni ondulati, ha da sempre rappresentato un luogo ideale di transito. Infatti già nell’antichità i pastori si accorsero di questi luoghi magnifici per portare al pascolo le loro greggi sulla via della transumanza che dall’Abruzzo venivano spostate nella più mite Puglia, per consentire agli ovini di superare l’inverno.

La neve qui è restia ad abbandonare il bosco, arriva presto e si ritira tardi. La vegetazione appare così velata da un candido pizzo e a terra la soffice coltre è quasi dappertutto inviolata. Solo le impronte sparse di qualche animale fanno presagire ancora un anelito di vita.

Come arrivare: Il bosco di Sant’Antonio si trova ai piedi dei monti della Majella e si raggiunge in auto da Cansano o da Pescocostanzo. Info: iat.pescocostanzo@abruzzoturismo.it

Dove dormire: Alla Masseria San Iorio, una piccola azienda biologica di montagna dove assaporare le squisite confetture fatte in casa e partecipare all’attività agricola dell’azienda.

Eremo di San Bartolomeo, Parco della Majella, Abruzzo
Eremo di San Bartolomeo, Parco della Majella, Abruzzo

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Autore: Emanuele Benigni

Nasce nel 1974, a Viadana, piccolo comune mantovano della pianura padana. Da sempre interessato ai viaggi e allo sport, ha praticato il calcio, la bicicletta (di cui possiede diversi modelli da strada e da sterrato) e le arti marziali. Ha studiato architettura a Firenze, dove ha anche lavorato per anni nell’Ostello della Gioventù, entrando in contatto con viaggiatori provenienti da tutto il mondo. Da qualche anno ha intrapreso il progetto ViaggiVerdi, a cui tuttora collabora, appassionandosi alla fotografia, tema ricorrente degli ultimi viaggi.
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