Da ben 400 anni l’Ibis Eremita è estinto in natura su tutto il territorio europeo, ed anche quelle poche colonie naturali presenti nel Medio Oriente e nel Nord Africa stentano a proliferare, correndo il rischio dell’estinzione.

Fortunatamente però, la collaborazione tra WWF e Waldrappteam, un’associazione austriaca che si occupa di allevare Ibis in cattività, sembra aver mosso notevoli passi avanti per la reintroduzione dei giovani esemplari in Europa.

L’Ibis eremita

Può darsi che non sia il più bello tra i volatili, con la testa nuda e rugosa ed il piumaggio nero corvino, ma l’Ibis eremita (Geronticus eremita) è un uccello che ha sempre avuto grande considerazione nelle culture antiche, a partire dagli Egizi che in esso vedevano la reincarnazione dello scriba degli dèi, e perciò simbolo sacro, il cui geroglifico portava il significato di splendore.

Altra simbologia legata alla figura dell’Ibis è quella della fertilità, poiché si narra che sia stata una delle prime specie fatte scendere dall’arca da Noè, e dal fatto che il loro ritorno dalla migrazione invernale coincide con la maturazione dei frutti della terra.

Perché allora nel corso degli anni l’Ibis Eremita ha visto un lento ma inesorabile declino? L’estinzione nel territorio europeo è dovuto alla concomitanza di più fattori, dei quali i più influenti sono stati la caccia illegale e l’eccessiva antropizzazione a causa di allevamenti e coltivazioni intensive che hanno progressivamente distrutto il loro habitat naturale e disturbato le rotte migratorie.

Al giorno d’oggi le colonie naturali arrivano solamente a 550 esemplari e fanno ancora molta fatica a riprodursi, per questo l’esistenza futura dell’Ibis dipende fortemente dall’impegno umano nel portare a termine progetti di reintroduzione della specie.

Il progetto di WWF e Waldrappteam

Il più importante contributo per la reintroduzione degli Ibis Eremita nella natura europea, negli ultimi anni, è quello che vede la collaborazione del Waldrappteam, associazione austriaca per la protezione di questi uccelli, con il piano Life+Biodiversity del WWF.
L’obiettivo del Waldrappteam, tramite il progetto Reason for Hope, è quello di allevare i pulcini nati in cattività nello zoo di Salisburgo e insegnargli a volare lungo l’antica rotta migratoria per lo svernamento, in modo da diventare autonomi e ricostruire il futuro della specie.

In questo progetto hanno avuto ed hanno tuttora un ruolo chiave le mamme umane degli Ibis, Corinna e Anne-Gabriela, due biologhe austriache di 25 e 27 anni che hanno allevato i piccoli dalla nascita, instaurando un rapporto di fiducia e complicità necessario per la guida alla migrazione.

Le ragazze infatti, sfruttando l’imprinting studiato dal premio Nobel Konrad Lorenz, hanno letteralmente guidato la migrazione dei loro 14 giovani Ibis con l’utilizzo di velivoli ultraleggeri, per fargli apprendere la rotta migratoria e permettergli di seguirla autonomamente nel futuro.

Oltre le Alpi, tra forti correnti d’aria e sotto i possibili attacchi di altri grandi uccelli come un’aquila a protezione del nido, Corinna e Anne-Gabriela hanno affrontato con i loro Ibis oltre 800 km di volo in 11 giorni, dal parco zoologico di Salisburgo all’Oasi WWF di Orbetello, in Toscana, luogo che dal 2002 accoglie gli Ibis per il periodo di svernamento, questa volta non trasportati dall’uomo.

L’Oasi di Orbetello

L’Oasi WWF di Orbetello, nel Ceriolo, è la più importante laguna del Tirreno e grazie al posizionamento lungo le rotte migratorie, durante l’inverno vede la concentrazione di migliaia di specie di uccelli che giungono qui per lo svernamento.

Per l’Ibis Eremita è quindi il luogo ideale dove trascorrere i mesi più freddi, da settembre ad aprile, avendo a disposizione un’area protetta e ricca di nutrimento. Qui possono rinvigorirsi e crescere, per poi riaffrontare in autonomia il viaggio della migrazione.

Già negli anni passati gli Ibis Eremita erano stati portati qui dall’Austria, ma l’avventuroso volo a bordo del parapendio a motore con cui Corinna e Anne-Gabriela hanno guidato i loro 14 piccoli rappresenta un enorme passo per l’indipendenza e la sopravvivenza naturale di questi spettacolari uccelli.

L’Oasi di Orbetello è aperta alle visite dal 1° Settembre al 1° Maggio, un’occasione unica per osservare la splendida varietà di specie volatili che troppo spesso risultano minacciate dalle attività di caccia illecita e dall’intromissione del’uomo negli habitat naturali.

Info: Oasi di Orbetello, strutture ricettive vicine dove trovare un’ospitalità eco-friendly e vivere a contatto con la natura

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Autore: Rossana Zoppi

Sono Rossana, una ragazza da sempre appassionata di natura, animali e ambiente, e con un grande interesse verso lettura, scrittura ed informazione. Unendo queste mie passioni cerco di trasmettere l’importanza ed i vantaggi di uno stile di vita eco-sostenibile nel pieno rispetto della natura, troppo spesso trascurata e rovinata.
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