Borgo Rocchetta era una suggestiva città fantasma arroccata tra balze di arenaria, nella natura selvaggia alle spalle di Ascoli Piceno. Un luogo incantato ed abbandonato come tanti altri bellissimi borghi dell’Appennino italiano, che negli ultimi cinquant’anni si sono spopolati completamente o quasi. Ma a Borgo Rocchetta è successo qualcosa di diverso.

Un pomeriggio di circa 8 anni fa un ragazzo di allora 27 anni, Simone Mariani, durante un giro in moto si è imbattuto nel paesaggio quasi stregato e ricco di fascino di questo antico borgo abbandonato, e dell’adiacente paese di Agore. Una volta attraversato il ponte che porta a Borgo Rocchetta la sensazione è stata quella di abbandonare la civiltà. Davanti ai suoi occhi un piccolo sentiero di terra battuta che si snoda dolcemente tra massi di pietra nel cuore di una natura prorompente e selvaggia.

borgo rocchetta natura

Sono arrivato per la prima volta a Borgo Rocchetta nell’inverno del 2003, all’alba. Un’avventura. Non c’erano indicazioni stradli. Pensavo già di essermi perso, quando mi sono ritrovato su una stradina sospesa su un crinale, tra due strapiombi, ed è apparso questo borgo verticale incastonato nella roccia, con l’architettura che si fonde nel paesaggio. Perchè verticale? Perchè a Rocchetta le costruzioni sono dislocate su tre-quattro livelli, assecondando la conformazione naturale del terreno“.

borgo rocchetta old

Simone si è innamorato all’istante di questo luogo magico fatto di case verticali addossate alle balze di arenaria, gole profonde e spazi riconquistati dalla natura, e silenzi mai sentiti. La sfida più difficile, per riuscire a recuperare questo insieme di case diroccate a cavallo tra i parchi del Gran Sasso e dei Monti Sibillini, era quella di riuscire ad acquisirli da circa un centinaio di ex proprietari. Ma Simone ci è riuscito, e così è partito il suo lungimirante intervento di restauro.

Oggi a borgo Rocchetta è stata completamente restaurata un’antica abitazione, che conserva lo stile di un tempo e mette in atto varie attenzioni ambientali. E sembra essere l’inizio di una nuova vita, il punto di partenza per il recupero di altre case, piazze, vie. 

Per far ciò Simone ha intenzione di coinvolgere altre persone, “perché i paesi nascono dall’incrocio della volontà di molti, dalla condivisione, dall’entusiasmo comune“, dice con gioia  il giovane imprenditore.

Nel frattempo è arrivata ad abitare a Borgo Rocchetta anche Eleonora, che cinque mesi fa ha sposato Simone e lo sta aiutando nella realizzazione di tante iniziative per far rivivere questo angolo magico di Appennino abbandonato.

Ora a Rocchetta abitano poche famiglie, Salvatore, un anziano signore che per diversi periodi della sua vita è stato l’unico abitante del borgo, che vive coltivando la terra, allevando galline e conigli, il fratello di Salvatore, Carlo, custode e factotum del paese, le due sorelle, Pasqua, Getta e il marito Rinaldo , che raccolgono i funghi e cucinano la tipica focaccia del posto “cacciannanz” per i ciclisti e visitatori di passaggio nel borgo.

Io Borgo Rocchetta l’ho scoperta solamente da 2 anni“, dice Eleonora, che insieme a Simone ha già organizzato un coinvolgente evento teatrale all’interno della suggestiva gola naturale invasa da ciliegi che si protendono verso l’alto per oltre tre metri di altezza alla ricerca della luce. Inferno- in viaggio verso la selva oscura” era il titolo dell’evento realizzato insieme agli attori della Compagnia dei Folli, incentrato sulla divina commedia di Dante. Un suggestivo viaggio nella natura magica della Gola di Rocchetta, dove i folli accolgono gli spettatori- pellegrini con il fuoco, e li accompagnano nel buio del bosco, con immagini, suoni e i racconti dell’inferno Dantesco, camminando tra rocce e alberi, fino a ritornare a rivedere le stelle, che nel buio profondo della notte dell’antico borgo sono particolarmente splendenti.

I prossimi saranno eventi ancora più dinamici e spettacolari, assicura Eleonora. Ci sono tanti antichi sentieri da scoprire, che collegano tra loro i vari paesini, si possono raggiungere le cascate del Petrienno, o visitare grotte naturali anticamente utilizzate per gli animali. E poi c’è un’idea legata al cibo, alla gastronomia e ai prodotti del luogo, da degustare nella cornice incantata dell’antico borgo.  

Speriamo di potervene parlare presto!

Info: Borgo Rocchetta, borgorocchetta@gmail.com