Oggi ho deciso di percorrere uno dei tanti sentieri che circondano l’area cittadina; ne ho scoperti almeno dodici, e mi diverto a pensare che possano essere collegati ai mesi dell’anno e al susseguirsi delle stagioni.
Un po’ come lo scorrere della vita, quando siamo nella nostra primavera e in estate affrontiamo itinerari più faticosi, ma per l’autunno e l’inverno passeggiamo in relax , più lentamente e con tratti meno impegnativi. Per questo percorso è meglio scegliere una giornata di maggio, nel tepore primaverile, anche nel tardo pomeriggio.
Le caratteristiche creuze mi portano subito fuori dal tempo e lascio alle spalle stress e fatiche quotidiane: salgo costeggiando case contadine e, attraverso un sentiero sterrato, pianeggiante e panoramico arrivo a ripide scalette un po’ sconnesse……qui tutto profuma di storia e ogni pietra conserva il fascino del passato.
Mi racconta il signor Vincenzo, impegnato a sistemare il suo prezioso uliveto, che siamo nel cuore di Liceto, uno dei quartieri recchesi più antichi, nella zona delle Aggie, dove ancora si possono scorgere le tracce dei portali che davano accesso alle ville.
I contadini da qui scendevano a vendere le loro merci: frutta, verdure, olio, latte, uova, un’economia rurale, semplice, un commercio povero, ma basilare. Era la fine del 1700 quando la frutta partiva con i treni merci verso l’alta Italia e la Svizzera, spesso accompagnata da cassette colme di fascetti di rosmarino.
Annuso l’aria pulita, chiudo gli occhi e mi tuffo in questa immagine suggestiva, bucolica….donne e uomini tra gli alberi o chini nell’orto, intenti al lavoro, voci lontane, risate ….tempi scanditi dalla natura, riuscendo a creare un equilibrio alimentare rispettoso dei prodotti della terra.
Attraverso gli occhi esperti del mio cicerone posso individuare anche le mitiche erbette per uno squisito preboggion, una miscela di erbe spontanee e succulenti che potrò usare in cucina nel ripieno dei pansoti, la pasta ripiena da condire con salsa di noci .
La signora Giuseppina mi svela qualche trucco per rendere il piatto eccezionale: unire gradualmente la prescinseua e solo un uovo alle verdure lessate e tagliuzzate. Certo il vero segreto è nella forma da dare al triangolo di pasta, che solo mani esperte sanno rendere unico, una vera leccornia per tutti i palati.
Dopo un paio d’ore concludo il mio percorso, che diventa ad anello perché decido di scendere dal versante opposto a quello di partenza, ma ho con me il prezioso raccolto delle colline, fatto anche di un delizioso bouchet di erbe aromatiche, salvia, rosmarino, alloro, che trasformeranno una ricetta semplice in un piatto originale.
Mi basta sfiorarlo per rivivere l’emozione di questo percorso, nei profumi e nei ricordi di una Liguria antica, per un volto diverso di una città ligure della riviera di levante.
La mia Recco mi offre quadri davvero incantevoli, accuratamente celati, ma pronti a mostrarsi ai visitatori più temerari , che osano lasciare per qualche ora la spiaggia e la focaccia col formaggio. Non c’è bisogno di altro , se non dei miei piedi ……magari calzati in scarpe comode!
Autore: Patrizia Balletto
Premio Letterario "Racconta la tua città"