La natura selvaggia del paesaggio ripaga completamente della fatica. Sembra di essere in una favola, lontani dalla civiltà, in un bosco incantato.
  • Tempo di percorrenza: 3h
  • Difficoltà: Facile
  • Perchè ci piace: Siamo nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi dove regna una natura selvaggia e spettacolare
  • Lunghezza: 8 km
  • Dislivello: 235 m
  • Percorribilità: a piedi
  • Costo: 0 €
  • Il nostro consiglio: Il periodo migliore per questa escursione è senza subbio marzo-maggio. Anche nelle giornate di sole d'autunno potrete godere della bellezza della cascata
Mappa itinerario

 

Come quel fiume c'ha proprio cammino

prima del Monte Viso 'nver levante,

da la sinistra costa d'Apennino,

che si chiama Acquacheta suso, avante

che si divalli giù nel basso letto,

e a Forlì di quel nome è vacante,

rimbomba là sovra San Benedetto

de l'Alpe per cadere ad una scesa

ove dovea per mille esser recetto;

così giù d'una ripa discoscesa,

trovammo risonar quell'acqua tinta,

si che 'n poc'ora avría l'orecchia offesa.

Così Dante descriveva la bella Cascata dell’Acquacheta, paragonandola alla cascata del fiume infernale del Flegetone. Oggi seguiremo i passi del poeta, alla scoperta di una splendida cascata e una natura incontaminata nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, sul confine tra Toscana e Emilia Romagna. Partiamo, proprio come lo stesso Dante, a San Benedetto in Alpe, borgo montano della Romagna a 485m s.l.m.

 

Ci dirigiamo verso la Statale e, una volta superato il ponte sul Fosso Acqua Cheta, imbocchiamo il sentiero che corre lungo il torrente. Ci ritroviamo così in un bellissimo bosco di ontani, il paesaggio in alcuni punti sembra un quadro, un’opera d’arte. Il percorso fa parte dei Sentieri Natura del Parco Nazionale ed è perfettamente segnalato, e mai si allontana dal corso d’acqua. Lungo la nostra escursione troviamo 10 punti di sosta e di osservazione.

Lungo l'itinerario, nel bosco del Parco Nazionale
Lungo l'itinerario, nel bosco del Parco Nazionale, foto di David Denicolò

 

Superato l’antico edificio chiamato Ca’ del Rospo, inizia una salita ripida che ci porta sino all’antico Mulino dei Romiti, ora punto di sosta. Manca meno di un chilometro alla Cascata, ma ci aspetta il tratto più impegnativo della giornata: una serie di saliscendi ripidi e scoscesi ci portano a destinazione. Il fragoroso rumore dell’acqua preannuncia la cascata, che ci appare con la sua altezza di 70m e una larghezza che arriva sino ai 30m. Ci sediamo, stanchi ma felici, nelle panchine per ammirare meglio questo spettacolo; nel punto dove lo stesso Dante si fermò per osservare la Cascata.

Cascata dell'Acquacheta
Cascata dell'Acquacheta

I più allenati possono proseguire verso la sommità della cascata, sull’altopiano alluvionale dei Romiti. Poco distante dalla Cascata, ci appare la cascatella Lavane, che forma una meravigliosa piscina naturale verde acqua che ci invita, nella bella stagione, a bagnarci e rinfrescarci. Dopo qualche minuti raggiungiamo l’altopiano dove sono presenti i ruderi dell’Eremo appartenuto all’Abbazia di San Benedetto in Alpe. Così termina la nostra escursione. Il ritorno si effettua sullo stesso percorso dell’andata per un totale di 3 ore di cammino.

La natura selvaggia del paesaggio ripaga completamente della fatica. Sembra di essere in una favola, lontani dalla civiltà, in un bosco incantato. Sembriamo soli, ma non lo siamo: il silenzio è rotto dal fragore dell'acqua, dal vento fra i rami, il canto degli uccelli e il ticchettio del picchio sul legno.

 

Autore: Chiara Marras

 

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